A pochi giorni dal cacciatore di pianeti Kepler esce di scena anche la sonda Dawn, la prima a visitare i più grandi asteroidi della fascia tra Marte e Giove, Vesta e Cerere. Entrambe hanno ormai esaurito il carburante. In questo stesso periodo anche i telescopi spaziali Hubble e Chandra hanno mostrato di avvertire i segni del tempo, con alcuni ‘acciacchi’ ai loro sistemi di orientamento, ma fortunatamente i loro problemi sono stati risolti. E’ chiaro, tuttavia, che l’esplorazione spaziale deve guardare al futuro con nuovi strumenti, e le agenzie spaziali si stanno preparando a inviare nello spazio nuovi occhi per scrutare i segreti del cosmo.
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Lanciata il 27 settembre 2007, la sonda Dawn ha operato 11 anni, 3 in più del previsto, durante i quali ha raccolto oltre 11 milioni di immagini e 90 gigabyte di dati. Merito anche del contributo italiano, con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e allo spettrometro italiano Vir (Visible and infrared mapping spectrometer), realizzato da Leonardo. Compito della missione, che in italiano vuol dire ‘alba’, è stato studiare l’infanzia del Sistema Solare attraverso Vesta e Cerere. Due capsule del tempo, attorno alle quali Dawn ha compiuto 2.450 orbite, in grado di portare gli studiosi fino alla formazione del nostro sistema planetario.
“Dawn è stata una missione straordinaria: ci ha dato un’immagine più nitida della fascia degli asteroidi”, ha commentato all’ANSA Raffaele Mugnuolo, uno dei responsabili dell’Asi per la missione. “Ci dispiace dirle addio, come dimostra il numero di messaggi di saluto che sto ricevendo in queste ore dagli scienziati coinvolti”, ha aggiunto l’esperto. Tanti i traguardi scientifici di Dawn, uno dei più celebri dei quali è stata la scoperta di depositi di sali brillanti come diamanti all’interno di un cratere di Cerere. “La sonda, studiando i suoi minerali, ci ha permesso di capire che Cerere non si è sempre trovato nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, ma che – ha spiegato – in realtà è nato ai confini del Sistema Solare per essere poi catapultato nella fascia degli asteroidi”.