Sono state pubblicate le prime immagini scattate dal nuovo satellite europeo per il meteo e lo studio dell’atmosfera, Meteosat di Terza Generazione (Mtg-i1) nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ed Eumetsat. Lanciato a novembre 2022, il satellite deve ancora completare la fase di messa in servizio, ma intanto la prima immagine rilasciata è un saggio delle sue incredibili capacità.
La prima foto pubblicata, scattata il 18 marzo 2023 in alta definizione nel visibile e infrarosso, mostra gran parte dell’Europa settentrionale e occidentale e della Scandinavia coperte dalle nuvole, con cieli parzialmente sereni sull’Italia e sui Balcani occidentali. “Questa immagine eccezionale ci rende molto fiduciosi del fatto che la terza generazione, Mtg, inaugurerà una nuova era nella previsione di fenomeni meteorologici estremi” ha dichiarato Phil Evans, direttore generale di Eumetsat.
Il satellite realizzato da Ohb e Thales Alenia Space, una joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%), si trova attualmente nella fase di messa in servizio della durata di 12 mesi durante la quale gli strumenti vengono testati e calibrati e quando sarà operativo fornirà immagini dell’intero disco terrestre ogni 10 minuti.
“Il livello di dettaglio che emerge dall’immagine del satellite Mtg-I1, finora impossibile da ottenere sull’Europa e sull’Africa da un’orbita geostazionaria, ci permetterà di comprendere meglio il nostro pianeta e i sistemi meteorologici che lo caratterizzano”, ha commentato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’Esa.
A bordo del primo dei satelliti Mtg-I, nei prossimi anni saranno complessivamente 5: altri tre satelliti di imaging (MTG-I) e due satelliti per lo studio dell’atmosfera (MTG-S), il cui lancio è previsto tra il 2024 e il 2033. A bordo ci sono lo strumento Flexible Combined Imager, che produce queste immagini, e un innovativo ‘cacciatore di fulmini’ detto Lightning imager sviluppato da Leonardo negli stabilimenti di Campi Bisenzio. “
Ciò che queste immagini ci confermano – ha detto Silvia Puca della Protezione Civile – è soprattutto la capacità di individuare le nubi e le loro caratteristiche con maggiore dettaglio”. “La possibilità di poter individuare in modo più dettagliato l’estensione e la direzione in cui si muovono i corpi nuvolosi, anche di dimensioni ridotte, unita all’elevata frequenza di aggiornamento – ha aggiunto – permetterà alle sale operative meteorologiche nazionali di monitorare l’evoluzione di quei sistemi precipitativi intensi a rapida evoluzione che sempre più spesso affliggono l’area del Mediterraneo”.
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