Solo di recente abbiamo scoperto che ad aprile l’elicottero Ingenuity della NASA su Marte ha causato preoccupazione al suo team di operatori. Circa due mesi fa, ossia nella prima settimana di aprile, Ingenuity non è riuscito a comunicare con il team responsabile della sua missione per circa sei giorni. Secondo quanto riportato da Travis Brown, l’ingegnere capo di Ingenuity, l’elicottero ha avuto difficoltà a mantenere una modalità di sopravvivenza notturna a causa dell’energia solare limitata durante l’inverno marziano. Questo ha creato incertezza nella pianificazione delle attività dell’elicottero.
Come se non bastasse, si è verificato anche un problema di comunicazione a causa dell’ombra creata da uno sperone roccioso posizionato tra Ingenuity e il rover Perseverance, che si occupa di trasmettere i comandi da e verso l’elicottero. Quando il rover è tornato nel raggio di comunicazione ma Ingenuity non si trovava ancora da nessuna parte, il team ha iniziato a preoccuparsi.
Il blackout di comunicazione di Ingenuity è durato dal sol 755 (5 aprile) al sol 761, quando il team ha finalmente rilevato un segnale. A qual punto Ingenuity ha condotto il suo cinquantesimo volo su Marte il sol 763, raggiungendo l’altitudine massima record di 18 metri dal suolo. Secondo Brown i problemi di comunicazione potrebbero non essere terminati del tutto e persistere anche durante l’estate marziana a causa della grande quantità di polvere marziana che si accumula sui pannelli solari di Ingenuity. Questa situazione manterrà l’elicottero in uno stato di transizione energetica per un po’ di tempo.
Nel frattempo, dopo gli ultimi eventi Ingenuity ha volato ancora una volta il 22 aprile, completando così il volo numero 51. Non ha stabilito nuovi record in quell’occasione, ma ha scattato una foto assolutamente unica del rover Perseverance, che vi invitiamo a vedere. Nel frattempo il rover Il rover prosegue con la sua missione dì esplorazione dell’antico delta fluviale che, secondo le ipotesi, circa 4 miliardi di anni fa si immetteva nel cratere Jezero. Solo qualche giorno fa la NASA ha voluto condividere un’immagine composita del cratere Belva, che fino ad oggi avevamo visto solamente dalle immagini satellitari e mai da questo punto di vista privilegiato.