L’Italia ospiterà, presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) la rete europea per la condivisione dei dati sullo studio di terremoti, eruzioni vulcaniche e maremoti. Nasce il consorzio Epos (European Plate Observing System) Eric (European Research Infrastructure Consortium), presentato presso il Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), presenti il viceministro per la Ricerca, Lorenzo Fioramonti, il direttore generale per Ricerca e innovazione della Commissione Europea, Jean-Eric Paquet, e il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni.
“Grazie a Epos moltiplicheremo le nostre capacità di fare scienza, mettendo in rete tutti i dati e le conoscenze raccolte dalle varie infrastrutture di ricerca, con un approccio più multidisciplinare”, ha spiegato Doglioni. Il progetto sarà operativo a pieno regime tra due anni.
Per Fioramonti, “in tempi di stress economico bisogna ottimizzare le risorse che abbiamo. E in quest’ottica nasce Epos”, ha aggiunto. Epos conta 138 organizzazioni scientifiche europee. “Sono 25 i Paesi europei che hanno già accettato di contribuire alla condivisione dei dati”, ha spiegato all’ANSA Massimo Cocco, coordinatore del progetto.
“Epos è un piano di integrazione a lungo termine per facilitare l’accesso e l’uso di prodotti scientifici, come i dati sulle deformazioni del suolo, i dati satellitari e delle reti di monitoraggio sismico. L’obiettivo – ha concluso Cocco – è promuovere la condivisione dei risultati delle ricerche, e la comprensione da parte dei cittadini di come lavorano gli scienziati che studiano la Terra”.