Il mondo dell’auto sta subendo grandissimi cambiamenti e diventa sempre più difficile stare dietro ai nomi nuovi. Se, fino a qualche tempo fa, chiunque poteva riconoscere il marchio sul cofano di un’auto che passava, oggi l’arrivo di brand cinesi da noi sconosciuti rende tutto più difficile.
OMODA è uno di questi, brand che sta approcciando l’Europa e l’Italia e con cui ho avuto modo di parlare per capire quali fossero le reali intenzioni.
CONCESSIONARI, ASSISTENZA E RICAMBI
Quando si parla di brand cinesi, il timore di tutti è che si tratti di un fuoco di paglia: nessuno vuole acquistare un’auto da decine di migliaia di euro per poi trovarsi senza supporto o senza assistenza in caso di parti di ricambio necessarie per normale manutenzione o dopo un incidente per le riparazioni.
Ovviamente nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere il futuro, per questo dobbiamo basarci sulle dichiarazioni del produttore, integrandole eventualmente con la storia del marchio che può darci un’idea della sua solidità. Partiamo proprio da questo secondo aspetto: Omoda è un brand del Gruppo Chery, fondato nel 1997.
Con i suoi 27 anni di vita alle spalle, Chery non ha certo la storicità dei marchi occidentali centenari, ma ha dimostrato, negli anni, di poter scalare in maniera interessante la sua produzione, arrivano nel 2020 ad una produzione di 730.000 unità e, nei venti e oltre anni di attività, ha raggiunto 11 milioni di vendite cumulate. Nel corso del tempo ha poi stretto alcune partnership, tra cui quella con il Gruppo Jaguar Land Rover e con tech companies come Huawei, Horizon Robotics e Alibaba.
OMODA nasce come brand del Gruppo esattamente, per fare un paragone, come Peugeot è un brand del gruppo STELLANTIS. Il marketing ha deciso di dare un target ben specifico al brand: nello specifico punta sul mondo del fashion e della moda con un taglio spiccatamente tecnologico.
Passando alla fondamentale rete di assistenza e officine, a domanda diretta OMODA risponde che entro la fine del 2024 ci saranno in Italia 80 punti di servizio realizzati insieme ai partner locali e che questi saranno in grado di gestire le richieste di riparazioni e ricambi. Tra i principali partner ci sono Intergea, Gruppo Bossoni, Gino Motors, Carraro, Pasquarelli, De Bona e Brandini: questi alcuni dei gruppi che si apprestano ad avviare la vendita delle vetture nei loro showroom sul territorio italiano.
Ultimamente, poi, ha iniziato a diffondersi una voce sulla creazione di un impianto produttivo in Europa, carta che è servita anche ad altri produttori cinesi per poter legittimare la loro presenza sul mercato e per cercare di aggirare i possibili dazi e blocchi commerciali di uno scenario geopolitico mutevole, specie negli ultimi anni. OMODA ha confermato che la factory rientra nei piani perché creare un polo produttivo locale fa parte della strategia per l’espansione in Europa, e sono in corso trattative sia per joint venture con altri produttori, sia con i governi locali nell’UE.
In attesa di confermare questi sviluppi, alcuni dei quali sono già in corso e verranno a compimento nel 2024, il piano di OMODA è di vendere 10.000 unità già quest’anno, puntando a raggiungere le 20.000 unità nel 2025.
OMODA 5: BENZINA, ELETTRICA E FULL HYBRID
OMODA 5 è il modello che farà da apripista: si tratta di un SUV che viene proposto sia in versione termica, sia in versione elettrica. Il prezzo è chiaramente fondamentale nell’attrarre clientela, e qui l’intenzione è di proporlo a 27.000/28.000€ in un allestimento medio/alto, restando sotto ai 30.000€ per la top di gamma (termica). L’elettrica, invece, è confermata con un target di prezzo sotto ai 40.000€ e il lancio avverrà in aprile dopo una presentazione prevista a febbraio.
Sviluppata come global car, fatta quindi per incontrare i gusti di un pubblico più ampio e per uscire dai confini del mercato cinese, OMODA 5 1.6 TGDI è un crossover da 4,4 metri di lunghezza con un passo di 2,63 metri e un bagagliaio da 292/360 litri. Nella versione termica utilizza un quattro cilindri in linea, motore turbo benzina da 1,6 litri di cilindrata e 185 cv (275 Nm di coppia massima tra 2.000 e 4.000 giri), trazione anteriore, cerchi da 18″ in lega e telaio con McPherson anteriore e multi-link posteriore. I consumi dichiarati sono di 7,6 litri/100 km.
OMODA 5 EV, la versione elettrica, propone le stesse misure con un bagagliaio da 380 litri mentre il motore, sempre anteriore così come la trazione, è un elettrico da 150 kW (204 cv) e 340 Nm di coppia. Resta inalterato lo schema meccanico mentre sull’elettrica, già valutata con le 5 stelle EuroNCAP, la dotazione di sicurezza prevede 7 airbag, ADAS di Livello 2. Completano la dotazione i due display da 12,3″, Android Auto e Apple CarPlay, V2L (uscita AC da 3,3 kW) e vetri oscurati.
Sempre nel corso del 2024 arriverà poi una versione full hybrid.