Le macchine prenderanno il posto degli esseri umani nel mondo del lavoro. Questa profezia, vecchia quanto l’industrializzazione, potrebbe essere accelerata dall’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, quantomeno in ambito aeroportuale. Lo scorso 11 marzo, infatti, all’aeroporto Harry Reid di Las Vegas, la TSA (Transportation Security Administration) statunitense ha iniziato i test di un check-point di sicurezza con screening automatico, controllato esclusivamente da un software.
Come al supermarket. La stazione progettata dagli esperti della TSA ha un aspetto simile a quello delle casse self-service dei supermercati, ma invece di registrare i prodotti alimentari è dotata di uno scanner a raggi X per scrutare i passeggeri, in cerca di potenziali minacce. Una volta raggiunto il TSA Innovation Checkpoint, il viaggiatore avrà infatti a che fare con un assistente virtuale che gli spiegherà brevemente i passaggi necessari per ultimare le operazioni, mentre gli agenti della sicurezza saranno pronti a intervenire solo in caso di bisogno o di pericolo.
Una tac alla valigia. Anche la verifica dei bagagli sarà più rapida, con scanner Eds C3 di ultima generazione (già in uso in Italia a Fiumicino, Malpensa e Linate), in grado di fare una vera e propria Tac ai bagagli, senza che sia più necessario estrarre liquidi o computer portatili.
Polemiche e problemi. Il test – spiegano i progettisti – sta dando ottimi risultati ma la tecnologia utilizzata ha richiesto ulteriori messe a punto. Durante un recente servizio in loco della rete CBS News, è stato mostrato che piccoli oggetti come fermagli per capelli o fibbie di cinture, se dimenticati indosso, fanno scattare l’allarme principale. Per questi casi, si sta sviluppando una procedura secondaria di controllo, anch’essa automatizzata.
Ciò nonostante, l’operazione ha attirato diverse polemiche, soprattutto da parte di chi denuncia che le migliorie servano semplicemente a impiegare meno dipendenti, che richiedono salari dignitosi e assicurazione sanitaria. D’altra parte, la TSA specifica come queste prove servano a vedere se il nuovo sistema produrrà benefici, oppure, in caso contrario, sarà un buon modo di raccogliere dati e idee per ulteriori innovazioni future.
Robot trasportatore. Quella di Las Vegas non è l’unica novità in fase di studio per implementare l’IA nelle operazioni aeroportuali. Nello scalo londinese di Gatwick, infatti, la British Airways sta addestrando un robot per bagagli a guida autonoma chiamato Auto-DollyTug, che entrerà in servizio entro la fine del 2024.
Oltre a scarrozzare le valigie dei passeggeri dall’aereo al nastro e viceversa, riuscendo a riconoscere e ad evitare eventuali ostacoli, il veicolo robot è anche in grado di prelevare autonomamente le valigie dal nastro principale e di organizzarle con cura all’interno del proprio vano.
A ritirarle al check-in e a caricarle e scaricarle sull’aereo, però, sarà sempre il personale umano, perciò se troverete ammaccature sui vostri beni al rientro dal Regno Unito… non saprete a chi dare la colpa!
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