Polizia italiana e albanese hanno sgominato una banda che tra Italia e Albania promuoveva falsi contratti di luce e gas. Il sistema criminale era costituito da due società di Padova e da diversi call center ubicati in entrambi i Paesi da dove partivano le telefonate indirizzate a ignari clienti a cui veniva richiesto il pagamento di bollette insolute di forniture in realtà mai sottoscritte. I colpevoli sono accusati di estorsione ed auto riciclaggio dei proventi illeciti, sono state altresì accertate la violazione delle norme del GDPR sulla raccolta ed il trattamento dei dati personali delle vittime e di quelle a tutela dei consumatori (v. Registro delle Opposizioni contro il telemarketing selvaggio).
I criminali erano soliti effettuare “numerose e insistenti” chiamate al mattino presto e alla sera tardi spacciandosi per dipendenti dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) o di compagnie energetiche al fine di raccogliere i dati delle vittime. Di solito venivano utilizzati escamotage come “fantomatici lavori stradali che avevano troncato i cavi elettrici o i tubi del gas e a causa dei quali era necessario attivare temporaneamente un nuovo contratto con un operatore convenzionato“.
Che la telefonata avesse avuto successo o meno non importava: il più delle volte la conversazione che non portava alla stipula del (falso) contratto bastava per raccogliere i dati della vittima, facendogli sottoscrivere a sua insaputa una fornitura di luce o gas falsificando la sua firma o, nel caso di attivazione vocale, manipolando la sua voce registrata tramite strumenti di intelligenza artificiale (un consiglio: mai rispondere “sì” quando chiama un numero sconosciuto, potrebbe essere utilizzato proprio per questi scopi).
Dopo alcuni mesi dalla sottoscrizione del contratto iniziavano le telefonate minatorie da parte di falsi addetti al recupero crediti per sollecitare i pagamenti delle bollette non pagate. Sono stati constatati anche alcuni casi di vera e propria estorsione: “intanto ti depotenziamo la fornitura elettrica e, se ancora non paghi, ti stacchiamo la corrente“.
Con l’operazione “Energy Switch” sono state condotte 35 perquisizioni che hanno interessato le due sedi di Padova, 12 call center e 21 persone tra amministratori, commercialisti, consulenti e dipendenti di società energetiche e di call center. Sono state trovate registrazioni vocali, copie dei falsi contratti e liste aggiornate di utenti residenziali da contattare. Si stima che l’attività fraudolenta abbia fruttato 9 milioni di euro.
A seguire un estratto del comunicato stampa pervenutoci da Codici, associazione di cui abbiamo recentemente parlato in merito alla vicenda Rabona.
[…] Abbiamo attivato i nostri Sportelli per fornire tutta l’assistenza necessaria alle vittime. Quello che sta emergendo è uno schema che, purtroppo, potremmo definire ormai classico. Ci sono call center senza scrupoli che vanno a caccia di clienti, tempestandoli di telefonate, insistenti ed a volte dai toni anche aggressivi. Registrando la voce della vittima durante la chiamata e poi manipolandola con programmi appositi, si trasforma una risposta affermativa nel consenso all’attivazione del contratto. La vittima scopre il raggiro quando riceve solleciti di pagamento per bollette salatissime. Sono casi sempre più frequenti e per questo l’operazione Energy Switch è importante, perché ha permesso di sgominare una rete ramificata e di bloccare una truffa dai numeri rilevanti. […] I consumatori vittime di questa truffa possono rivolgersi all’associazione Codici per richiedere assistenza legale. È possibile telefonare al numero 065571996 oppure scrivere all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org
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