I servizi smentiscono di avere mai usato il software per spiare le comunicazioni WhatsApp di politici e giornalisti.
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Paragon, di cui si parla tanto in questi giorni, è un software per intercettare le comunicazioni WhatsApp senza che l’utente ne sia consapevole, né tanto meno che abbia cliccato su qualcosa. È un software sviluppato e fornito dalla società israeliana omonima, la Paragon appunto, fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak.
È emerso che Paragon era stato installato da qualcuno sui telefonini del direttore del giornale online Fanpage Francesco Cancellato e di Luca Casarini, già leader dei No Global, oggi componente laico del Sinodo dei Vescovi e a capo di una Ong specializzata nel salvare vite umane di immigrati nel Mediterraneo.
In Italia questo software era fornito in esclusiva solo ai servizi segreti, che sono controllati dal Governo, e che sono gli unici, per legge, a poter effettuare intercettazioni telefoniche senza dover chiedere preventivamente l’autorizzazione della magistratura. Questo però vale per periodi limitati e solo nel corso di indagini; inoltre i servizi non potrebbero svolgere indagini su giornalisti come Cancellato e dovrebbero essere attenti a non violare comunicazioni riservate con il Vaticano.
Sia Cancellato di Fanpage (soprattutto dopo l’indagine sull’organizzazione giovanile di FdI in cui erano emerse affermazioni razziste pronunciate da dirigenti del partito della Meloni), sia Casarini (accusato dal Governo di favorire l’immigrazione clandestina) sono considerati avversari politici dall’attuale maggioranza, che potrebbe avere una convenienza oggettiva a spiarli abusivamente per trovare qualcosa da ritorcere contro di loro.
Spunti di approfondimento:
I servizi segreti però hanno smentito ufficialmente; anzi, lo ha fatto lo stesso Palazzo Chigi. Infatti la responsabilità dei servizi segreti è del stesso Presidente del Consiglio, che la esercita attraverso il suo sottosegretario Alfredo Mantovano, ex magistrato, ex parlamentare di FdI e leader di un movimento cattolico conservatore, Alleanza Cattolica, non certo simpatizzante di Casarini.
Paragon intanto ha sospeso il suo servizio in Italia; l’Agenzia governativa per la cybersicurezza, che dipende però sempre dallo stesso Governo, ha aperto un’indagine.
Se non sono stati i servizi segreti ufficiali a usare Paragon, allora chi è stato? Potrebbero essere stati elementi cosiddetti “deviati”, cioè agenti dei servizi che avrebbero operato all’oscuro dei loro diretti superiori; ma per conto e agli ordini di chi? Si tratta di un’ipotesi inaccettabile e inquietante che però si è spesso verificata nella storia dei servizi segreti italiani; tante, troppe volte.
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Si tratta di un’ipotesi che, in questo caso, farebbe pendant con le querele e le lamentele dello stesso ministro della Difesa Guido Crosetto: egli stesso, fondatore di FdI, alcuni mesi fa lamentava di essersi ritrovato “attenzionato” dagli stessi servizi segreti a scopo di dossieraggio, ipotesi finora smentita sempre dal suo collega di governo e di partito, sottosegretario delegato ai servizi segreti Alfredo Mantovano.