Dal 2021 ho iniziato a utilizzare iPhone, dopo una vita passata con Android, con l’acquisto di un iPhone 12 Pro Max usato. Soprattutto all’epoca reputavo i prodotti di Apple troppo costosi ed il mio esplorare quell’ecosistema era dovuto meramente ad un fatto di curiosità e vantaggio nei prezzi dell’usato.
Spesso ci raccontiamo la favoletta che gli iPhone non svalutano, ma così non è, non a conti fatti. Prendiamo il caso di iPhone 14 Pro acquistato da me a 1269€ in versione 256GB (anziché 1469€, lo acquistai con uno sconto all’estero). Dopo un anno esatto, anzi un mesetto prima, lo smartphone veniva valutato circa la metà dai siti di “ricondizionati” o compravendita. Vendendolo in via privata avrei “guadagnato”, anzi, sarei rientrato di circa 100€ di perdita. Nel giro di un anno ci avrei perso 700-900€ senza sconti. Nel mio caso fortunato 400-600€.
All’epoca avrei potuto anche attendere qualche mese, gli stessi o meno che hanno permesso a quell’iPhone 14 Pro di arrivare a 1269€ anche in Italia, e acquistare un Samsung Galaxy S23 Ultra a 799€ sempre con offerte, coupon, cashback e un set di pentole in regalo. D’altronde va ricordato che gli smartphone Android non si acquistano mai al listino.. già dal day one o una settimana dopo perdono quasi 1/3 e a volte metà del loro valore (vedasi S25 Ultra acquistabile a metà prezzo cumulando tutte le offerte lancio).
Mettendo caso una rivendita dopo un anno di S23 Ultra anche soltanto a 100€ simbolici, ma anche 0€ simbolici, avrei perso la stessa cifra. 799€ per Samsung e 799€ per iPhone considerando il solito sconto canonico di 100€ dopo uno-due mesi. L’unico caso in cui con S23 Ultra avrei perso lo stesso di iPhone, o poco più, era quello dove regalavo lo smartphone dopo un anno o lo smarrivo. In tutti gli altri casi, rivendendolo anche soltanto a 1€, avrei perso meno soldi.
Ad oggi il mio amatissimo iPhone 16 Pro viene valutato 842€ per dirvi, rispetto ai 1269€ di listino. In sette mesi ha perso 427€ di valutazione. Chi ha acquistato un Galaxy S25 Ultra a 800-900€ al day one o giù di lì ad oggi lo può tranquillamente rivendere, sempre facendo una valutazione sugli stessi siti di quelle dell’iPhone, per circa 600€ per una perdita di 200-300€.
Tutto questo incipit per dirvi cosa? Che iPhone non è lo smartphone perfetto, rimane uno status symbol ma non è più “inattaccabile”, Apple Intelligence abbiamo analizzato come sia “progettualmente geniale” ma allo stato attuale c’è poco e nulla, e per un bel po’ continuerà ad essere così, eppure io l’iPhone dalla tasca non me lo toglierei mai. Come mai? Ve lo racconto in questo articolo. Vi parlo dei quindici motivi per i quali non riesco proprio ad abbandonare iPhone, seppur aggiornandolo ogni uno/due anni mi fa perdere un po’ di soldi, soldi che però sono “ben investiti” per quanto mi riguarda.
PRIMO MOTIVO: APPLE WALLET MEGLIO DI GOOGLE WALLET
Apple Wallet è il primo motivo per il quale non riesco ad abbandonare iPhone. Pensate che pur di utilizzare Apple Wallet, quando ho uno smartphone Android in prova, mi sono preso un Apple Watch che mi porto in giro soltanto per questa funzione. Come mai? Non posso usare Google Wallet come tutti i comuni mortali? Eh no, purtroppo no.
In Italia Google Wallet non supporta ancora tantissime banche. Avete presente BNL? La Banca Nazionale del Lavoro fondata a Roma nel 1913? Una realtà italiana passata sotto controllo francese di BNP Paribas? Tra BNL, BNP ed Hello Bank! (la variante per i “giovani”) raggiungiamo i 6-8 milioni di clienti. Io sono uno di questi e le carte di debito e credito erogate da questo gruppo bancario non possono essere registrate, in Italia, su Google Wallet.
Avete presente American Express? Anche questa carta di credito non è supportata, in Italia, da Google Wallet, né dagli altri. Qualche anno fa si poteva utilizzare con Fitbit Pay ma da quando FitBit è passata sotto Google quel sistema di pagamento è stato abbandonato sui nuovi wearable.
Bene, io ho sia Hello Bank! che American Express. La seconda non è proprio utilizzabile per i pagamenti con gli smartphone Android, la prima invece puoi sfruttarla tramite l’app proprietaria con un sistema assurdo. Vi ricordo infatti che con Apple Wallet o Google Wallet si può pagare anche senza rete dati, SIM nello smartphone e via dicendo. Con BNL (Hello Bank) su Android sono costretto a fare il login nell’app, con una connessione dati, e se la connessione è abbastanza buona con circa 5-6 tap e 20 secondi di attesa riesco ad entrare in una area riservata dove si può attivare l’NFC e pagare tramite l’app proprietaria.
Prima di questa procedura c’erano addirittura due app esterne: Hello Bank Pay e BNL Pay che erano due cose orride e male ottimizzate all’inversomile. American Express invece ha la sua app ma non un sistema di pagamento quindi deve essere usata obbligatoriamente in formato fisico.
Certo voi mi potreste dire: “vabbé ma cambia le banche e carte di credito, non lo smartphone” e se fosse solo questo il vantaggio di un iPhone avreste ragione, ma questa è solo la punta dell’iceberg. Inoltre viaggiando tutto l’anno per lavoro, con circa 50-60 viaggi, avere una American Express Platino è vitale.
Durante un viaggio stampa in Serbia l’agenzia che organizzava i transfer si è dimenticata di una fascia oraria e siamo partiti per l’aeroporto con circa un’ora di ritardo. Con l’Amex ho fatto passare circa 6-7 persone che erano con me al fast check-in e non abbiamo perso il volo.
A New York, l’anno scorso, per il lancio dei Razr 50 Ultra, c’erano i controlli bloccati. Con l’Amex Platino siamo passati tramite una Lounge con controlli interni ad essa, evitando il blocco e comunque circa 1-2 ore perse ai controlli e che probabilmente ci avrebbero fatto perdere anche il volo.
Se si è poi abili nel concatenare il cambio Oro/Platino con le dovute offerte non si paga praticamente mai il canone mensile che si può scalare con i punti membership. Una qualunque altra carta di credito non mi permetterebbe ciò.
SECONDO MOTIVO: LE APPLICAZIONI ESCLUSIVE
Ricollegandoci al discorso dei viaggi ecco che ci imbattiamo in alcune applicazioni esclusive e fatte dannatamente bene, come Flighty. Parliamo di una applicazione che ti permette di salvare i tuoi voli passati e futuri per vedere mille statistiche, avere gli orari di partenza a portata, eventuali ritardi, gli orari di atterraggio e tante infografiche più belle che realmente utili. C’è anche una variante PRO che sblocca tante altre funzioni al folle costo di 50€ l’anno o 299€ a vita. Puoi ad esempio avere le Live Activities nella dynamic island, previsioni di ritardo, assistente alle connessioni, check meteo e tanto altro.
Reputo superfluo pagare per ciò ma conosco tantissimi colleghi italiani che lo fanno e felicemente e tanti di loro pagherebbero volentieri anche per una variante su Android che però non esiste e non interessa agli sviluppatori. Uno perché l’app è graficamente divina, cosa che su Android non avverrebbe perché andrebbe ottimizzata per tanti, troppi dispositivi differenti e non avrebbe la stessa grafica di ogni interfaccia grafica Android, sarebbe impossibile un adattamento tale, inoltre su Android è ancora molto frequente l’utilizzo di APK Premium MOD.
In pratica vengono prese applicazioni con abbonamenti come Spotify o in questo caso sarebbe Flighty e con delle modifiche “illegali” l’app verrebbe resa gratuita con tutte le sue funzioni PRO. In questo caso i guadagni per gli sviluppatori diventerebbero addirittura perdite. Chi glielo fa fare?
E potremmo fare tanti altri esempi, soprattutto nel mondo fotografico: Leica, che negli anni ha collaborato sia con Huawei ed ora con Xiaomi, ha una sua applicazione specifica per scattare foto su iPhone. Leica LUX si chiama. Anche qui l’app si basa su una versione gratuita poco fruibile che diventa poi eccelsa appena paghiamo 70€ di abbonamento l’anno. Così facendo sblocchiamo cose incredibili come scatti tramite scienza colore LEICA, scatti con simulazione lenti LEICA ed una grafica con controlli sia automatici che manuali LEICA. Sì, c’è il supporto sia al RAW classico che al ProRAW di Apple. Folle spendere 70€? Eppure lo fanno in tanti. Su Android fatturerebbe 0€ e tutti la userebbero, o quasi, con l’apk modificato gratuito.
Non sapete utilizzare Lightroom e post-produrre le vostre foto è troppo complicato? Su iPhone potete scaricare Luminar di Skylum e con l’IA ottenete modifiche assurde, incredibili, fantascientifiche in modo automatico. La grafica è stupenda con delle simulazioni di ghiere con anche un feedback di vibrazione attivo. Preferite utilizzarla su iPad? L’interfaccia cambia e si adatta perfettamente a quel formato più squadrato. Qui il costo è più esiguo: circa 50€ per l’utilizzo “a vita”.
Moment è l’applicazione che per me fa davvero la differenza quando parliamo di video. Utilizzo l’iPhone come ormai “videocamera da viaggio” e questa applicazione è fondamentale, vitale. Cosa fa? Mi permette di registrare in AppleLOG 4K RES a 24/30/48/60fps, applicare una LUT sia visibile che applicabile e mi converte il tutto in un file .HEVC finale. Il risultato? Come registrare in ProRES, spostare i file sul MacBook/Notebook, applicare la LUT su Premiere Pro ed esportare il video.
Con Moment io non devo fare nulla di tutto ciò, clicco il tasto di registrazione due volte e ho la mia clip con qualità originaria elevatissima già compressa in .HEVC e con LUT applicata.
Non solo perché se indosso gli auricolari posso anche ascoltare in tempo reale l’audio catturato, controllare i canali sinistra/destra e cambiare i parametri manuali. Infine posso forzare io la lunghezza focale da utilizzare, così da non avere uno zoom 5X che in realtà viene fatto con la fotocamera 1X. L’applicazione funziona anche con i gimbal DJI nativamente, può avere un feedback aptico integrato nella griglia 3X3, ha l’output HDMI Clean Feed, ha il focus peaking, ha l’istogramma, ha il bracketing, potete scegliere il Sample Rate audio, la profondità bit audio, quale microfono preferire e anche utilizzare lenti anamorfiche.
Con una applicazione di questo tipo lo smartphone diventa una vera e propria videocamera professionale e tutto con solo un click e due swipe, nulla di complicato. Addirittura il tasto Camera Control ha più senso qui dal momento che hai dei controlli manuali sensati. Assurda la cura che ci può essere in una applicazione di questo tipo. E il Camera Control è stato ottimizzato così subito, non dopo un anno, il giorno stesso. Non devi aspettare per sfruttare una cosa. Potrei parlarvi anche delle app che sfruttano il LiDAR ma sarebbe eccessivo (anche perché non le utilizzo mai).
TERZO MOTIVO: LE APPLICAZIONI PROPRIETARIE
Il terzo motivo per il quale non abbandonerei l’iPhone sono le applicazioni proprietarie. Ma quanto sono fatte bene? E questo poi lo ricollegheremo al quarto motivo che già vi anticipo: Apple One.
Podcast di Apple c’è da una vita, funziona bene, ha una grafica pulita ed in linea con Apple Music e va bene così. Non c’è pubblicità, non ci sono funzioni strane, è una app semplice da utilizzare. Google negli ultimi anni ha spostato i podcast ovunque. C’era Google Podcast ma no, ora è in YouTube Music, che si chiama Music e richiama alla musica. Che bisogno c’era di unire le due cose? Che bisogno c’era di mettere tutto sotto una grafica totalmente differente? Perché YouTube Music ha una grafica che non c’entra nulla con tutte le altre app di Google?
Le app di iPhone sono quelle da una vita. Funzionano bene, non c’è bisogno di stravolgerle ogni due per tre. Ogni tanto viene aggiunta qualche funzione, è vero, ma viene anche in quel caso segnalata con un pop up enorme e due scritte semplici da comprendere. Capisci subito la nuova funzione, non devi andare a cercare informazioni in giro per il web.
L’altro giorno ho aperto “Numbers” che sarebbe Excel per capirci. C’era il pop up delle novità:
- Nuove e potenti funzioni: esegui calcoli più complessi con funzioni come ecc ecc
- Formule a matrice dinamica: i risultati di una formula si possono riversare su altre caselle con un trascinamento
- Esperienza migliorata di scrittura: con Apple Intelligence puoi usare gli strumenti di scrittura.
Semplice, comprensibile e apprezzabile. Se ne vuoi sapere di più c’è un rimando alla sezione supporto di Apple dove tutto viene spiegato ancora più approfonditamente. Non devi andare a cercarti i changelog nell’App Store o Play Store, è tutto descritto semplicemente.
Tra l’altro questo concetto di semplicità è riportato anche nella home page. Apple Music si chiama “Musica”. Apple Mappe si chiama “Mappe”. Il gestore delle password si chiama “Password”. Apple HomeKit si chiama “Casa”. Non puoi sbagliarti, se cerchi le impostazioni di casa non devi ricordarti “HomeKit”, vedi il simbolo di una casa, sotto c’è scritto casa ed è facile da collegare a ciò che stavamo cercando.
POCHE NUOVE IDEE MA FATTE BENE
Apple non rilascia lo stesso quantitativo di applicazioni di Google ma quelle poche che rilascia sono geniali e permettono anche di monetizzare nei giusti modi. “Inviti” è l’esempio più lampante. In Italia non conosco mezza persona che sfrutti questa nuova applicazione ma negli USA durante il mio ultimo viaggio ho scoperto che è super gettonata.
Per utilizzarla devi obbligatoriamente avere un abbonamento perlomento da 0.99€/mese ad iCloud e fatto ciò puoi creare degli “Inviti” ovvero dei gruppi/evento super bellini graficamente e puoi creare un Album e Playlist condivisa. State organizzando una festa e volete che tutti i partecipanti condividano le foto in una unica grande cartella? Fatto. Volete che tutti aggiungano le canzoni da riprodurre in una unica playlist, consultabile da tutti, senza fare girare lo smartphone tra mille mani per creare una scaletta? Fatto.
Apple Inviti è una app davvero banale ma al tempo stesso geniale. Idem “Apple Music Classical”. Amate la musica classica? C’è una variante di Apple Music interamente dedicato a questo genere musicale. Fino a qualche giorno fa vi avrei parlato anche di AppleTV ma ora finalmente c’è anche su Android (ma ne parliamo dopo).
QUARTO MOTIVO: APPLE ONE FAMILY
Se avete familiari che utilizzano iPhone siete di fronte al migliore servizio di abbonamento dal rapporto qualità/prezzo. Apple One Family ha un costo di 25.95€ al mese. Nel mio caso, Apple One Premium, 34,95€. Entrambi gli abbonamenti sono condivisibili con 5 membri della vostra “Famiglia Apple”. Attenzione, non parliamo di cinque persone prese a casaccio ma cinque persone che dovete aggiungere al vostro nucleo familiare. Ci sono delle restrizioni particolari come la non possibilità di cambiare frequentemente nucleo familiare, per evitare che questa funzione venga abusata.
In ogni caso condividendo Apple One Family si ha un costo di 4.3€ al mese mentre Apple One Premium 5.8€. La differenza fra i due abbonamenti si risolve in 200GB di iCloud su Family e 2TB su Premium ed inoltre Apple Fitness+ presente sul Premium. Lo storage iCloud è condivisibile con gli altri membri della famiglia ma privato. Gli altri non vedranno cosa caricate in cloud, né avranno accesso alle vostre playlist Apple Music, per dire.
Un po’ come condividere Netflix con i familiari, ma ad un prezzo ridicolo. Soltanto per un piano Netflix Premium dovreste pagare 5€/mese ma qui avete Musica, Streaming, Giochi, Cloud e Fitness. Io da quando ho iPhone mi sono deciso pian piano a disdire ogni altro abbonamento (escluso Amazon che include Prime Video, Twitch, Amazon Shopping, Luna e Prime Gaming). Mi sono trovato a fine anno con circa 300-400€ in più che significano essenzialmente un bel po’ di cene fuori o un bel viaggetto. Mica poco.
Apple TV è vero non ha mille contenuti ma è meglio così. Quelle poche cose che escono sono incredibili: Silo, Scissione, Ted Lasso, Disclaimer, Shrinking, tantissima animazione di qualità per i più piccoli, Sunny, Dark Matter, The Morning Show, For All Mankind, Afterparty. Ore ed ore di intrattenimento di altissimo livello. Niente pubblicità,qualità elevatissima, app ottimizzata divinamente, contenuti pensati per essere visualizzati su iPhone, su iPad, su TV e App che si integra benissimo con gli altri servizi sotto una bellissima grafica, tematica con il resto dello smartphone.
Apple Music ha una qualità eccelsa, altroché Spotify e la sua compressione. Contenuti Dolby Atmos, lossless, testo dinamico, una sezione radio fornitissima, una buona gestione dei preferiti e della libreria. Una grafica per la ricerca chiara ed immediata. Tanta tanta roba. Manca qualcosina di “amatoriale” ma va bene anche così. Sì, ci sono anche i Replay mensili che tanto vi piacciono per essere condivisi sui social
QUINTO MOTIVO: LE AIRPODS
Ma in che senso le Airpods? Puoi utilizzarle anche su Android! Vero, ma con tante limitazioni. Nell’ultimo anno e mezzo ho utilizzato tantissimo le Google Pixel Buds Pro e Pro 2 con Pixel 8 e Pixel 9. Suonano benissimo, dopo che le equalizzi manualmente, ma hanno un limite: il rilevamento delle conversazioni.
Viviamo nell’era dell’intelligenza artificiale e mi volete dire che un paio di auricolari con dieci microfoni sopra non riescono a capire quando stiamo canticchiando il motivetto della nostra canzone preferita? Eh già, non riescono a farlo. E cosa succede se hai attivo il rilevamento delle conversazioni? Esatto, si blocca l’ascolto musicale.
E perché le Airpods capiscono quando stiamo cantando la nostra canzone preferita? No, non ci riescono neanche loro, ma con Apple Music, su iPhone, c’è un escamotage. Apple Music integra la modalità “KARAOKE” dove puoi abbassare o eliminare del tutto il parlato dei cantanti. Mettendo il parlato al 99% puoi sentire tranquillamente la canzone ma la modalità “KARAOKE” blocca il rilevamento delle conversazioni quando stiamo cantando. Posso finalmente canticchiare in ufficio ma far abbassare anche automaticamente il volume agli auricolari quando parlo con qualcuno. Che bello! E poi le AirPods hanno un audio spaziale atomico, ineguagliabile.. che bello anche questo! E che nervoso che su Android non ci sia nulla di simile, anche in-ear…
SESTO MOTIVO: LA GALLERIA DELLE FOTO
Se avete qualche amico con iPhone da anni probabilmente saprete che la loro galleria fotografica è un vero e proprio album dei ricordi. Io sono arrivato il mese scorso ad avere oltre 20000 foto e 5000 video. Avevo praticamente saturato l’1TB a disposizione sul mio iPhone 16 Pro. Dopo una attenta pulizia durata mezza giornata sono arrivato ad avere 9876 foto e 2748 video. Avere un quantitativo così elevato di foto e video richiede una cosa: la ricerca “smart”, avanzata, intelligente. La galleria fotografica di iPhone ad oggi è l’unica che potremmo definire tale.
Se scrivo “vaso con fiorellini viola” mi trova un video del 2023 con un vasetto dove all’interno sono custodite delle caramelle a forma di fiorellino viola. Se scrivo “cena con Giulia con fiorellini sulla tavola” mi ritrova la cena con Giulia dove avevamo dei fiorellini sulla tavola. Se scrivo “Yuna a Santa Severa” mi trova foto e video di Yuna sulla spiaggia di Santa Severa. Se scrivo “The Sphere” mi trova The Sphere a Las Vegas. Se scrivo “Vivo X200 Pro” trovo le foto del Vivo X200 Pro (ed i video). Google Foto è anni luce indietro, idem gli altri. Forse con Gemini cambierà qualcosa? Vedremo.
SETTIMO MOTIVO: NOTIFICHE CHIARE E PRIORITARIE
Il settimo motivo per il quale non abbandonerei l’iPhone e anzi, se mi trovo sullo stesso tavolo il mio iPhone 16 Pro e Google Pixel 9 Pro prendo in mano il primo, sono le notifiche. Gli Android li ho provati tutti e chi più e chi meno ha una gestione delle notifiche non ottimale per me. Già partendo dalla schermata di Blocco su iPhone ho una gestione chiara, pulita graficamente e con un ottimo colpo d’occhio.
Potete criticare quanto volete le notifiche dell’iPhone ma se anche aziende come Samsung stanno correndo ai ripari, dopo anni, seguendo la stessa filosofia, forse forse avevano ragione loro. Le notifiche devono essere ben distinte, facilmente leggibili e facilmente catalogabili. Avere 20 notifiche in colonna di Vinted non è bello, non è utile.
Se la notifica arrivare per la stessa cosa come “il tuo abito usato è stato messo nei preferiti” ha senso accorparle, come ha senso se si ricevono due proposte differenti per due articoli differenti avere due notifiche distinte, non sovrapposte. iPhone fa proprio ciò, con senso, mentre sugli altri viene lasciato tutto alla casualità. Ed eccoci allora lì a fare un doomscroll infinito delle notifiche.
Ad esempio su Google Pixel io finisco sempre per perdermi email e messaggi importanti. Non è possibile avere tutte le notifiche quasi uguali con dei mini loghi a differenziarle. Ok qui l’accorpamento è fatto sotto cartelle/app ed ha senso ma comunque sovrapponendosi troppo finisci per perderti qualcosa di vecchio.
Ogni produttore poi ha le sue notifiche e c’è chi fa meglio o peggio ma in linea generale iPhone è il telefono che continuo a prendere dalla scrivania se ne ho altri vicini e devo consultare qualche nuova notifica.
Le nuove notifiche prioritarie poi sono davvero eccellenti. Se la mia ragazza la mattina chiede cosa fare per cena viene catalogato come un classico messaggio di WhatsApp. Se alle 18:00 la mia ragazza chiede la stessa cosa invece arriva una notifica prioritaria che si sovrappone a tutto ed ha un bordo luminoso. Certo, perché alle 18:00 siamo molto vicini alla cena e quindi è importante che quella notifica sia letta il prima possibile. Semplice, comodo e di facile fruizione.
OTTAVO MOTIVO: Il FaceID (ma ha anche dei difetti)
Chiariamolo subito: il FaceID non è perfetto. Lo sarebbe se associato ad un sensore di impronte fisico che starebbe divinamente all’interno del nuovo Camera Control di iPhone 16. Allo stato attuale è una alternativa ma una di quelle comode in molte occasioni. Sbloccare lo smartphone per i pagamenti con lo sguardo è molto comodo. Così come alzare lo smartphone dal tavolo e trovarlo già sbloccato. Anche per questo spesso scelgo l’iPhone per consultare le notifiche, non devo fare nulla più che prenderlo in mano.
Proprio nella quotidianità mi accorgo di come sia molto piacevole averlo a disposizione e di come sia perfettamente integrato in tutto il sistema e in tutte le applicazioni terze. Fare qualche verifica con lo Spid per la partita iva diventa molto meno frustrante. Anziché dover mettere il pollicione sul sensore di impronte mille volte basta continuare a guardare lo smartphone. L’Honor Magic 7 Pro che integra entrambe le soluzioni è per me lo smartphone perfetto da questo punto di vista.
NONO MOTIVO: LA MESSAGGISTICA E LA FOTOCAMERA
Unisco questi due capitoli perché iPhone secondo me non è da anni lo smartphone migliore per scattare foto. Però è il più piacevole da utilizzare, ancora ad oggi, e facile da usare. Soprattutto quando utilizziamo app di messaggistica o social in combinazione con la fotocamera ci accorgiamo di ciò.
Messa a fuoco “alla Sony”, perfetta, una lama. Colori naturali e non finti, contrasto ed ombre non esagerate. Foto poco elaborate e che vanno benissimo per i social. Le foto hanno quell'”iPhone Look” che è super riconoscibile. Ero a New York con Lia, l’Art Director di Cosmopolitan Italia, e mi raccontava proprio di come le nuove generazioni riconoscono sui social i video e le foto dell’iPhone e vogliono quello. E un po’ li capisco. Anche io quando devo mandare una foto o un video su qualche app tipo WhatsApp con Android mi viene da piangere. L’esposizione è sempre casuale, la messa a fuoco ti tradisce spesso e casualmente.. non hai tra le mani un qualcosa di prevedibile come può essere l’iPhone.
Sì, in quel caso le ho fatto vedere quanto un Vivo X200 Pro con un mega teleobiettivo da 1/1.4″ rispetto ad uno da 1/3″ di iPhone potesse essere incredibile, fighissimo e ti permettesse di fare video meglio di iPhone ma niente. Le nuove generazioni sceglierebbero comunque i colori dell’iPhone, non fluo, e foto comunque più “reali” per quanto non perfette. Il Pixel Peeping è roba da vecchi, il dettaglio non interessa più a nessuno.
Chiudo poi citando anche mia madre: da quando ha scoperto che su iPhone, su WhatsApp basta uno swipe verso sinistra per vedere un messaggio a che ora è stato visualizzato e da chi, vuole un iPhone. Sul suo POCO al momento deve cliccare sul messaggio, attendere che venga selezionato, cliccare sui tre puntini in alto ed infine cliccare “Info”. Su iPhone basta uno swipe da destra a sinistra e raggiungi lo stesso menù.
Lo so cosa starete pensando: “eh ma su iPhone ci sono mille gesture differenti, non parli anche di quello?” Sì, ne parleremo, a volte mi provoca molta irritazione, ma è un problema non problema. O perlomeno è un problema tanto quanto alcune gesture che non ci sono su Android. Ad esempio su Prime Video su Android per zoomare o de-zoomare devi cliccare lo schermo, poi i tre puntini e poi cliccare Zoom. Su iPhone basta un doppio tap per la stessa funzione.
Altro problema che verrà sollevato: “eh ma se lavoro con Telegram e trasferisco file enormi non posso uscire fin quando il trasferimento non si esaurisce”. Vero anche questo e di ciò ne parleremo sempre in un futuro contenuto opposto al seguente. Tendenzialmente comunque nella vita quotidiana non è un problema. Chi utilizza iPhone probabilmente neanche saprà di ciò. Pensate che la mia ragazza utilizza iPhone da 5 anni e le ho fatto scoprire ieri che se trascina in alto le app ha le App Recenti.
Mi ero quasi scordato di un “dettaglio”. Su iPhone se stai mandando un video su WhatsApp, ad esempio, puoi ritagliarlo come vuoi. Da 16:9 puoi passare al 3:4, scegli tu col tuo ditone. Su Android devi farlo nella galleria e solo dopo mandarlo su WhatsApp.
Anche qui PRO e CONTRO. Tipo se scatti una foto con iPhone e non la lasci “elaborare” ma vai rapidamente su WhatsApp per inoltrarla potrebbe capitare che non la si può selezionare anche per 10 secondi. Ripeto, per tutto ciò ne parliamo in un contenuto dedicato.
DECIMO MOTIVO: INTEGRAZIONE SISTEMA-APP
Ok, Siri non è ancora intelligente, ma non è neanche così scemotta. Così come l’integrazione di tutte le applicazioni di sistema e le applicazioni terze. Come vi dicevo prima mi capita spesso di viaggiare in aereo e tutte le volte quello che accade è la seguente routine: check-in nell’applicazione della compagnia X, la data viene automaticamente segnata nel calendario ed il giorno della partenza navigo con la macchina fino al mio fido parcheggio aeroportuale.
Siri o comunque iOS ha appreso questa mia routine e ora quando sono in prossimità di un volo e salgo in macchina mi suggerisce e preimposta la navigazione verso il suddetto parcheggio. Lo smartphone, con le informazioni a sua disposizione, è davvero “smart” e agisce al posto mio, mi anticipa. Non parliamo di Intelligenza Artificiale ma reputo funzioni come queste più intelligenti di tutte quelle che ci propinano i vari produttori ad oggi fra sbobinature AI farlocche e traduzioni in tempo reale con parole a casaccio.
Su iOS le applicazioni di terze parti sembrano una naturale estensione di quelle proprietarie. Tutto si integra perfettamente, non vengono richiesti servizi specifici fuori da quelli proprietari, o vengono proposti come alternativa, e non si avverte mai questo distacco da una applicazione e quindi sviluppatore all’altra/o.
Occhio, questo non significa che non ci siano bug. iOS è pieno di bug, come anche le app hanno bug. Escono forse meno che su Android ma ce ne sono. Però si ha una esperienza a tutto tondo più soddisfacente. Esempio a caso? App “PrezziBenzina”, bruttina su entrambi i sistemi: su iOS c’è una animazione per il menù a tendina chiara e pulitissima. Su Android c’è una animazione a trasparenza con swipe in apertura, un po’ laggosa, e in chiusura c’è solo lo swipe, sparisce la trasparenza. Perché?
LE APP DI GOOGLE.. SONO MEGLIO SU IOS!
Fa molto ridere scrivere ciò ma purtroppo è così. Google Chrome credo sia uno degli esempi più divertenti e frustranti che possa fare, da utente storico di Android. Non solo c’è una grafica curatissima, una sezione “Novità” dove sai ogni volta come l’applicazione viene migliorata, mentre su Android sembra che sia fatto tutto di nascosto e senza voler dire niente a nessuno, ma ci sono della animazioni incredibili.
Trascinando verso il basso si ha accesso alla ricarica, una nuova scheda o la chiusura della scheda. Su Android tirando giù c’è solo la rotellina che indica come la pagina web si stia ricaricando. Su iOS con un gesto puoi fare tre cose. Su Android con un gesto fai solo una cosa e per fare le altre due devi fare altri dieci gesti e tap vari. Assurdo. Senza senso.
Volete ricaricare le mail recenti su “GMail” per vedere se c’è qualche novità? Su iOS c’è un feedback di vibrazione il quale vi avverte che potete rilasciare e che il ricaricamento avverrà senza problemi. Su Android, casa di Google e Google Mail, non c’è nulla.
Threads, ok qui parliamo di una app di Meta, ha lo stesso ricaricamento della pagina tramite la @ logo dell’azienda, ma solo su iPhone c’è un feedback aptico che si amplifica e “trema” in base a quanto stiamo tirando in basso la pagina. Su Android c’è un solo “stock” quando abbiamo raggiunto il massimo trascinamento.
E potrei farvi altri mille esempi.. è davvero una tristezza vedere quanto descritto.
UNDICESIMO MOTIVO: CARPLAY VINCE SU ANDROID AUTO
Come per la galleria fotografica anche qui continuerò a preferire CarPlay fin quando Android Auto non integrerà Google Gemini. Ok Siri non è intelligente ma perlomeno funziona per quell’ABC richiesto. Allo stato attuale Google Assistant è un corpo in decomposizione lasciato in mezzo al deserto.
Su quasi tutti gli ultimi smartphone Android che sto provando faccio altamente fatica anche soltanto a chiedere “naviga al punto X” poiché, ipotizzo, va in conflitto con Gemini sullo smartphone e quello che mi ritrovo è una risposta in inglese maccheronico, seppur lo smartphone sia impostato in Italiano, “ups i did not understand”. Siamo seri?
Con gli Honor a volte facendo un po’ di commissioni, con sali e scendi dall’automobile, mi ritrovo con la schermata completamente nera e devo resettare il tutto.. insomma è una esperienza frustrante ad oggi Android Auto. Gemini risolverà il tutto? Può essere ma se sarà lo si valuterà in futuro. Ad oggi se devo navigare lo faccio con CarPlay, poche storie. Anche la fluidità e le animazioni sono fantastiche (al netto di tenere lo smartphone in ottima temperatura perché d’estate, senza aria condizionata, spesso l’iPhone va in blocco temperatura con CarPlay).
DODICESIMO MOTIVO: PICTURE IN PICTURE
Il Picture-In-Picture su iPhone funziona meglio. O perlomeno, funziona. Mi correggo, funziona senza sotterfugi. Esempio banale ma divertente è Prime Video. Su molti smartphone Android per far attivare il Picture-In-Picture (che da qui in poi chiameremo PiP) dobbiamo far finta di andare nelle app recenti e poi fare uno swipe verso la home. Se dall’applicazione infatti andate direttamente alla home non avrete il PiP, l’app si chiuderà. Tutto ciò ovviamente avviene senza animazioni perché è un bug, non dovrebbe funzionare così ma da quattro anni è l’unico modo per farlo funzionare. QUATTRO ANNI e non è stato risolto. Gravissimo.
Attualmente sul mio Pixel 9 Pro non ho problemi, devo solo attendere circa 4-5 secondi per farlo comparire. Su altri smartphone in prova sotto embargo devo ancora utilizzare quel sotterfugio. Questa incertezza non aiuta ed è confusionaria a dir poco.
Utilizzate DAZN? Su Android niente PiP. State vedendo un piccolo estratto di un documentario o telegiornale su X (ex Twitter)? Su Android niente PiP se chiudete l’app. Dovete cliccare il tasto PiP che però è terribile, avete un mini video poco qualitativo e buggato.
Potrei continuare anche qui all’infinito.. parliamo di una funzione base e per applicazioni identiche.. come è possibile che possano esserci così tante differenze? Come è possibile che Prime Video sia buggata da oltre quattro anni su Android e nessuno fa nulla?
TREDICESIMO MOTIVO: LA GESTIONE DELLE PASSWORD
Lo so, lo so, anche Android con Google Passkey ha il suo gestore delle Password, ma è più caotico. Spesso non entra in azione, a volte si confonde con i login e se avete Aruba PEC, Aruba WebSite e Aruba Fatturazione lo saprete meglio di me con account suggeriti a caso.
Inoltre non su tutti i telefoni funziona sempre perfettamente. Samsung predilige il suo passkey, Honor ogni tanto si scorda di suggerire il passkey e alla fine della fiera finisce soltanto che questa esperienza diventa frustrante rispetto a quella che si può avere con Password di iPhone. Non parliamo di una differenza abissale, chiaro, ma è più preciso.
Per Trello e Delta ad esempio ho un problema su Android: continua a salvarsi il nome utente e non l’email o a volte il contrario. O nel caso specifico di Trello non salva proprio nulla se non la password e quindi alla fine devo inserire tutto a mano. Non parliamo di una pecca gravissima però se capita con delle app dai log-in frequenti vi costringe ad una configurazione manuale delle password, poco intuitiva e “smart”.
QUATTORDICESIMO MOTIVO: IL MAG SAFE
Ok, non utilizzo tantissimi accessori MagSafe ma quando servono è comodissimo averlo a disposizione. Sì, è vero, esistono le cover con il Mag Safe anche per i dispositivi Android, ma non è come averlo nativo. Con un frame in titanio e un apple ceramic shield glass super resistente non dovrei pormi troppi interrogativi sulla resistenza dello smartphone e spesso mi piace uscire di casa senza cover e con il Wallet MagSafe attaccato al telefono. L’unica azienda a quanto pare che ha replicato ciò, nel mondo Android, è HMD su uno smartphone forse neanche venduto in Italia. Per davvero? Parliamo di un banale magnete dietro la back cover, sarebbe ora trovarlo integrato anche sui top di gamma Android, soprattutto ora che è arrivato il Qi2.
QUINDICESIMO MOTIVO (importante): ACCESSIBILITA’
iPhone è uno degli smartphone se non lo smartphone con più riguardo a chi ha bisogno di assistenza nel quotidiano. Non solo ci sono tantissime funzioni dedicate, che approfondiremo tra poco perché alcune sono geniali, ma anche altre funzioni vengono poi pubblicizzate per l’accessibilità.
Ad esempio la modalità AZIONE della videocamera, la modalità “stile Action Camera” che permette di registrare con la ultragrandangolare ed ottenere poi una super stabilizzazione digitale. Apple ci ha fatto addirittura una campagna marketing sul poter utilizzare questa modalità per “aiutare” chi è affetto dal morbo di Parkinson. Nasce per questo? No. Pubblicizzarla in questo modo ha effetto? Sì. E a conti fatti è anche quella che stabilizza meglio in una situazione di quel tipo, paragonato a S25 e Pixel 9 Pro.
Avete problemi con il “motion sickness”, quella sensazione di malessere quando siete su un mezzo pubblico o automobile? Quante volte durante lunghi viaggi mia sorella si lamentava di non poter leggere o visualizzare il Game Boy mentre andavamo da qualche parte in vacanza.. beh oggi non avrebbe di questi problemi.. visualizzando il display dell’iPhone! Attivando l’opzione relativa a contrastare il motion sickness compaiono alcuni pallini neri sul display, poco fastidiosi. Questi pallini sono animati e rappresentano il movimento del veicolo tra curve, accelerazioni e frenate. Il movimento è in senso opposto al veicolo così da contrastare il movimento.
Abbiamo problemi uditivi mentre siamo alla guida? Come su ogni Android possiamo collegare dei dispositivi medici, ma non solo, si possono anche ricevere alert testuali, come notifiche, con il riconoscimento di allarmi, clacson, sirene o altro che non potremmo percepire magari mentre siamo al volante della nostra auto.
Volete controllare lo smartphone con gli occhi? Potete farlo, un po’ come con le notifiche dell’Honor Magic 7 Pro. Qui si può comandare ogni cosa però non è proprio semplicissimo né affidabilissimo. Però è una opzione in più e offre un modo ulteriore per interagire con lo smartphone.
Potrei fare mille esempi di questo tipo ma in ogni caso Apple cerca di rendere l’iPhone utilizzabile e gradevole da utilizzare a tutti, anche a chi ha qualche problematica fisica. Il lampeggiare delle alte luci ci dà fastidio, mentre vediamo dei video? C’è la funzione “Attenuazioni luci lampeggianti automatica” che riconosce quelle scene ed evita di renderle “brillanti”.
IPHONE NON E’ UNO SMARTPHONE PERFETTO, MA E’ SMART.
Spesso mi interrogo sul termine “Smartphone”. Sono davvero intelligenti? Con l’Intelligenza Artificiale ci stiamo avvicinando a quell’idea ma ad oggi lo smartphone non è indipendente, non ci aiuta concretamente in modo proattivo o perlomeno, per farlo divenire proattivo dobbiamo comunque dargli noi tantissimi imput e suggerimenti.
iPhone, rispetto agli smartphone Android, è quello che sembra “più smart”. Il fattore di predirre i nostri movimenti e consigliarmi già il parcheggio dell’aeroporto è un esempio chiaro e lampante di cosa e come dovrebbe funzionare una IA Agentica, un assaggio di cosa potrebbe fare una Siri veramente intelligente partendo da ciò.
iPhone è un telefono “naturale” da utilizzare e se usciamo fuori dagli schemi del “super smanettone” è chiaro come ad oggi sia ancora il telefono più semplice e gradevole da consigliare a chiunque e quel chiunque si troverà di fronte ad una curva di apprendimento davvero banale. Questa facilità nell’usare un iPhone può diventare anche vera e propria noia, tanto che molti amici “smanettoni” come me non riescono a vivere soltanto con un iPhone in tasca, hanno bisogno di provare altro, di cambiare, ma poi tornano sempre ad iPhone. O lo lasciano configurato come smartphone principale.
Amo Android, amo quell’idea di libertà ed amo tantissime cose che su iPhone non ho, o su iPhone funzionano peggio. La tastiera dell’iPhone è lenta, lentissima se utilizzata assieme al Risparmio Energetico. Le applicazioni in background non funzionano proprio in background, e per il trasferimento di alcuni file per lavoro ogni tanto è una vera noia. La ricarica è lenta, a volte troppo lenta, mentre su Android posso arrivare addirittura a 120W. Le fotocamere qui sono le stesse da anni ed alcune hanno lo stesso problema da anni, come la fotocamera principale che ha una distanza di messa a fuoco esageratamente elevata.
Qualche applicazione come Facebook integra differenti gesture, non sempre naturali. Quando lo utilizzi sotto al sole capita che il display vada in protezione energetica, ancora ad oggi, non è perfetto. Però tutti i suoi PRO bilanciano e sovrastano nettamente i CONTRO. E viceversa i PRO di Android spesso non riescono a soverchiare i CONTRO neanche del proprio sistema, non convincendomi mai del tutto a tornare ad utilizzare solo e soltanto uno smartphone Android.
Col tempo cambierà questa mia idea? Può essere, probabilmente Android guadagnerà terreno sempre di più arrivando sullo stesso livello. Ma lo deve fare con il software, con il curare determinate funzioni. Qui come vedete non abbiamo praticamente mai parlato di hardware ed è forse qualcosa su cui dovremmo tutti riflettere. Come sull’Intelligenza Artificiale. Per voi è davvero essenziale? Fa la differenza?
Apple iPhone 16 Pro
E adesso la domanda è: vorreste vedere i 15 motivi per cui Android dovrebbe essere preferito?
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