
La decisione della Commissione Europea di accettare gli impegni di Microsoft riguardo alla separazione di Teams dalle suite Office 365 e Microsoft 365, annunciata lo scorso 12 settembre, segna la conclusione di un’indagine antitrust durata cinque anni ed evita così potenziali sanzioni pecuniarie significative per l’azienda americana. Questa mossa, che rende gli impegni legalmente vincolanti ai sensi delle norme antitrust UE, deriva da una denuncia presentata da Slack nel 2020, che accusava Microsoft di pratiche anticoncorrenziali attraverso il bundling di Teams con le sue suite di produttività.
La Commissione ha rilevato che l’integrazione di Teams in Microsoft 365 forniva un «vantaggio competitivo ingiustificato» in termini di distribuzione, favorendo la piattaforma di collaborazione rispetto a rivali come Slack, Zoom o Google Workspace. In particolare, l’indagine del 2023 ha evidenziato come l’integrazione nativa con applicazioni come Outlook, Excel, Word e SharePoint rendesse difficile per gli utenti migrare verso alternative, consolidando la posizione dominante di Microsoft nel mercato della comunicazione aziendale, un settore che ha visto una crescita esponenziale durante la pandemia di COVID-19.
Microsoft, già soggetta a precedenti indagini (come quella sul browser Explorer o su Windows Media Player), ha inizialmente proposto nel maggio 2024 di offrire versioni delle suite senza Teams a prezzi ridotti, ma la Commissione ha richiesto concessioni aggiuntive dopo un test di mercato formale. Queste includono un aumento del 50% della differenza di prezzo tra le suite con e senza Teams, applicabile anche ai pacchetti business, per rendere l’opzione senza Teams più attraente. Inoltre, i siti web Microsoft che promuovono suite con Teams dovranno mostrare in modo prominente le alternative senza, eliminando potenziali bias nella visibilità.
Le modifiche tecniche e operative sono al centro degli impegni, che si estendono per sette anni per la maggior parte delle disposizioni, e fino a dieci anni per quelle relative a interoperabilità e portabilità dei dati. Microsoft si impegna a fornire API e standard aperti per l’interoperabilità tra Teams (o alternative) e le sue applicazioni core, permettendo l’integrazione di Office Web Apps (come Word, Excel e PowerPoint) in piattaforme concorrenti. Ciò significa che tool come Slack potranno integrare funzionalità Microsoft senza frizioni, facilitando la migrazione di dati come chat, file condivisi e calendari. Gli utenti potranno estrarre i messaggi e i contenuti da Teams in formati standard (ad esempio JSON o XML) per importarli in soluzioni rivali, riducendo i costi di switching stimati in precedenza fino al 30% del valore del contratto. Per i clienti con licenze a lungo termine, Microsoft introdurrà procedure semplificate per il passaggio a suite senza Teams, con supporto dedicato per la transizione entro il 1 novembre 2025, data di entrata in vigore globale delle misure.
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Prossimamente l’azienda pubblicherà informazioni dettagliate su portabilità e interoperabilità sui suoi siti per sviluppatori, inclusi esempi di codice e documentazione API, per facilitare l’adozione da parte di terze parti. La Commissione europea monitorerà l’attuazione con audit annuali, e violazioni potrebbero portare a multe fino al 10% del fatturato globale (circa 25 miliardi di euro). Inoltre, la privacy dei dati durante la portabilità deve rispettare il GDPR, con Microsoft che si impegna a non imporre sconti condizionati all’uso esclusivo di Teams. In sintesi, questo accordo non solo risolve una disputa specifica ma contribuisce a un framework regolatorio più equilibrato, promuovendo concorrenza senza ricorrere a sanzioni punitive, e offrendo agli utenti aziendali strumenti più flessibili per la produttività digitale.
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