Ho passato gli ultimi due mesi in compagnia dei nuovi Google Pixel 10, Google Pixel 10 Pro, iPhone 17 e iPhone Air. Quando abbiamo deciso quali confronti realizzare, abbiamo escluso subito quello tra i due modelli Pro: a nostro avviso, si rivolgono a due target di utenza ben distinti e sarebbe stato un contenuto puramente “acchiappa-click”. Io stesso, pur avendo criticato molto il Pixel 10 Pro per le sue mancanze software, alla fine ne ho acquistato uno, perché con i super sconti post-lancio era impossibile non farlo.
Confrontare l’iPhone 17 base e il Google Pixel 10, invece, ha molto più senso. Si posizionano su fasce di prezzo più appetibili e, soprattutto, i due “top di gamma economici” di Apple e Google hanno cercato di evolversi seguendo due percorsi totalmente differenti.
L’iPhone 17, dopo anni da “smartphone limitato”, inizia finalmente a guadagnare funzioni PRO, come il display OLED ProMotion con refresh rate da 1 a 120Hz. A questo si aggiungono componenti di altissimo livello, come la nuova selfie camera e il chip N1 per la connettività, in comune con i modelli superiori. È, a tutti gli effetti, l’“iPhone base più Pro di sempre”. Il punto che lo stacca dalla famiglia Pro è quasi solo la fotocamera: il sensore principale è leggermente più piccolo e, ovviamente, manca il teleobiettivo.
Il Google Pixel 10 segue un percorso opposto: cerca di apparire il più possibile come un Pro, con un’estetica quasi identica e tre fotocamere. Per farlo, però, perde uno dei suoi più grandi vantaggi storici: non ha più la stessa fotocamera principale e ultra-grandangolare dei modelli Pro. Per far spazio al teleobiettivo, i suoi sensori principali sono stati declassati al livello di quelli della serie “A”, smartphone da 300 euro. A questo si aggiungono altre rinunce: non guadagna un display LTPO e viene persino limitato via software sul Wi-Fi, perdendo il Wi-Fi 7 che i suoi predecessori avevano.
In sintesi, l’iPhone 17, pur rimanendo fedele alla sua natura di “modello base”, guadagna finalmente feature imprescindibili per un telefono da quasi 1000 euro: un display senza compromessi, una selfie camera di altissimo livello e una connettività al top. Il Pixel 10, invece, cerca di apparire come un modello più costoso, ma all’atto pratico, per alcuni aspetti, risulta persino un passo indietro rispetto al Pixel 9, che aveva Wi-Fi e fotocamere principali migliori.
Questa differenza di strategia diventa palese analizzando i prezzi. Apple vende l’iPhone 17 solo nel taglio da 256GB, ma allo stesso prezzo del 128GB dell’anno scorso. Google, invece, continua a proporre un modello base da 128GB con memorie lente (UFS 3.1), mentre la versione da 256GB costa 999 euro, 20 euro in più dell’iPhone 17 a parità di memoria.
Infine, c’è la questione dell’IA. Apple ne ha parlato poco, perché le novità sono scarse. Google punta tutto sull’IA, ma le funzioni più interessanti sono un’esclusiva del mercato americano. Risultato? Le funzioni “smart” disponibili sul Pixel 10 in Italia sono, paradossalmente, quasi tutte replicabili su un iPhone, semplicemente scaricando le app di Google.
INDICE
ESTETICA ED ERGONOMIA
Smartphone alla mano, la prima cosa che si nota è come il Google Pixel 10 sia più alto, largo e soprattutto spesso dell’iPhone 17. Ma è il peso a fare la differenza: i quasi 30 grammi in più del Pixel si sentono tutti, specialmente durante l’uso prolungato. Non c’è una vera ragione tecnica per questo peso maggiore, dato che entrambi sono costruiti in alluminio e vetro. Google si affida a un Gorilla Glass Victus 2, mentre Apple al suo nuovo Ceramic Shield 2.
Dai nostri test, abbiamo notato come il vetro del Pixel sia più suscettibile ai micro-graffi visibili in controluce; il nostro esemplare, dopo due mesi di uso saltuario, ne ha già parecchi. L’iPhone 17 è meno prono a graffiarsi, ma attenzione: in alcune situazioni, sembra che a “saltar via” sia il trattamento oleofobico, creando uno strano effetto. Sembrano graffi, ma vanno via con un panno, per poi ricomparire al primo contatto con le dita.
Cose in comune:
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Sono certificati IP68.
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Hanno i magneti per la ricarica e gli accessori wireless (MagSafe/Pixelsnap).
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Mantengono il carrellino per la SIM fisica (affiancata dall’eSIM).
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Hanno speaker stereo.
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Hanno un display da 6.3 pollici.
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Non hanno un sistema di dissipazione avanzato.
Dove si differenziano:
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Porta USB-C: L’iPhone 17 si ferma alla versione 2.0, mentre il Pixel 10 offre una 3.2 (entrambi hanno uscita video).
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Tasti extra: L’iPhone 17 ha il pulsante Azione e il tasto Camera Control, assenti sul Pixel.
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Sblocco: L’iPhone utilizza il riconoscimento del volto 3D (Face ID), mentre il Pixel ha un sensore di impronte sotto il display e la selfie camera con sblocco “sicuro”.
Per farla breve: l’iPhone 17 si sblocca soltanto con il volto, ma lo fa sempre in modo rapido e senza problemi. Questo permette di operare senza interruzioni, come quando un’app richiede l’autenticazione. Sul Pixel 10, in quei casi, bisogna spostare il dito sul sensore di impronte, un’operazione leggermente più lenta.
Attenzione però: anche il Pixel 10 può usare lo sblocco facciale 2D in modo sicuro per pagamenti e accessi, grazie al chip Titan. L’unico, grande limite è la fotocamera: se siete al buio e non vi riconosce, dovrete per forza usare l’impronta.
Parlando invece di “sporchevolezza”, possiamo dire che l’iPhone 17, con il suo frame e vetro entrambi opachi, non trattiene una singola impronta. Il Pixel 10 ha un frame opaco simile, ma il retro in vetro è lucido e si riempie di ditatecon estrema facilità.
I DUE DISPLAY OLED
Sia il Google Pixel 10 che l’iPhone 17 montano due eccellenti display OLED da 6.3 pollici, super luminosi, con un picco dichiarato di 3000 nit. Nell’uso quotidiano, però, si comportano diversamente: il Pixel riesce a spingersi fino a 2000 nit, mentre l’iPhone si ferma a circa 1700 nit per evitare di entrare troppo facilmente in protezione termica.
La qualità dei pannelli è quasi sovrapponibile. Cambia leggermente il formato (20:9 per il Pixel, 19.5:9 per l’iPhone) e la risoluzione, di poco superiore su quest’ultimo. Un fattore da non sottovalutare, però, è che l’iPhone gestisce meglio i riflessi, grazie a un nuovo trattamento anti-riflesso.
Si tratta di un vero e proprio “coating”, la cui durata andrà valutata negli anni. È possibile che il problema del “trattamento oleofobico che salta via”, di cui parlavamo, sia collegato proprio alla delicatezza di questo nuovo strato.
Il Pixel ha cornici leggermente più spesse attorno al display e, soprattutto, non è LTPO: il suo refresh rate non è veramente dinamico da 1 a 120Hz. L’iPhone, invece, ora ha cornici sottili come i modelli Pro e il display ProMotion, proprio come i Pro.
L’unico compromesso per l’iPhone è la Dynamic Island, che rimane sempre “tra i piedi” quando si guardano contenuti multimediali a schermo intero. Insomma, ci sono pro e contro che ognuno valuterà in modo diverso.
Da un punto di vista puramente oggettivo, però, ai punti, il display dell’iPhone è sicuramente quello da preferire.
LE FOTOCAMERE A CONFRONTO
Come anticipato, in ambito fotografico i due brand hanno seguito percorsi opposti. Il Pixel 10 ha cercato di rinnovarsi, aggiungendo un teleobiettivo 5X ma rinunciando a molta qualità sulla fotocamera principale e sull’ultra-grandangolare. L’iPhone 17, invece, è rimasto fedele al comparto posteriore del predecessore, ma ha rivoluzionato la selfie camera.
A nostro avviso, alla fine della fiera, la scelta conservativa di Apple è quella vincente. Lo si nota soprattutto dagli scatti 5X del Pixel 10, che non sono di altissima qualità. Il sensore utilizzato, infatti, non è quello dei modelli Pro, ma uno molto più piccolo.
La prova del nove? In notturna, spesso lo smartphone stesso preferisce fare uno zoom 5X digitale dal sensore principale, perché il risultato è migliore di quello che si otterrebbe con il suo teleobiettivo ottico.
Il fattore assurdo è che la fotocamera principale del Pixel 9 era talmente superiore a quella del Pixel 10 che, a volte, un suo crop digitale di giorno risulta preferibile allo scatto 5X ottico del nuovo modello. Questo perché il software di Google, quando parte da un hardware di qualità, fa miracoli.
E qui, secondo me, arriviamo al lato positivo della medaglia. Sebbene il Pixel 10 abbia subìto un downgrade hardware, nei miei test risulta comunque preferibile all’iPhone 17 per gli scatti quotidiani. La sua ultra-grandangolare non ha quella brutta vignettatura che a volte si nota sull’iPhone, e le foto sono molto più bilanciate nella gestione di ombre e alte luci.
Per gli amanti dei selfie, invece, c’è un vincitore netto, ed è l’iPhone 17. Il suo sensore multiformato (che permette di scattare in orizzontale tenendo il telefono in verticale), lo stabilizzatore ottico (OIS) e una modalità ritratto dai colori naturali fanno un’enorme differenza.
Il Google Pixel 10, come l’iPhone, ha l’autofocus, ma la sua modalità ritratto è un po’ troppo artificiale e i colori, specialmente in scene HDR, sono troppo carichi, a volte quasi irreali, con i volti che risultano eccessivamente contrastati. Chiaramente, anche qui, è una questione di gusto personale.
L’iPhone 17 vince indiscutibilmente quando si parla di video e, soprattutto, di supporto nelle app di terze parti. È in grado di registrare in 4K a 60fps HDR Dolby Vision con tutte e tre le fotocamere a sua disposizione (principale, ultra-grandangolare e frontale).
Il Pixel 10, anche dopo gli ultimi aggiornamenti, è molto più limitato. Può registrare in 4K/60fps con la fotocamera principale e il teleobiettivo, ma non con l’ultra-grandangolare. Inoltre, l’HDR si attiva soltanto scendendo a 4K/30fps. Rispetto ai modelli Pro, qui manca il “Video Boost” via software a compensare queste limitazioni hardware.
In ogni caso, i video registrati con il Pixel risultano molto più rumorosi e di qualità inferiore. Qui Google non può fare i miracoli di elaborazione software che fa per le foto, e vengono a galla tutti i limiti hardware dello smartphone. Per darvi un’idea, il suo zoom digitale 2X nei video è peggiore di quello di molti medio di gamma Android da 200-300 euro.
L’autofocus, infine, non è stabile e affidabile come quello dell’iPhone. Sul Pixel capita spesso di notare un fastidioso effetto “hunting”, con la messa a fuoco che “rimbalza” avanti e indietro, specialmente su oggetti inanimati in primo piano.
PRESTAZIONI ED AUTONOMIA
Il discorso fotografico ha già messo in luce i limiti hardware del Pixel 10. Il famoso passaggio dalle fonderie Samsung a quelle di TSMC, come avevamo previsto, non è stato una vera rivoluzione. La filosofia di Google è chiara: l’obiettivo è offrire la migliore esperienza software con le proprie funzioni di IA, e l’hardware non è un’area in cui eccellere, ma in cui cercare di “risparmiare il risparmiabile”.
Ecco quindi un Tensor G5 con una struttura della CPU ancorata a qualche generazione fa e con il discusso passaggio da una GPU ARM stabile a una PowerVR che ha ancora enormi problemi di driver e supporto. La TPU, la parte dedicata all’IA, è migliorata, e non di poco, ma il suo potenziale è sfruttabile al massimo soltanto da Google stessa. Gli sviluppatori di terze parti non possono accedere a quel famoso +60% di performance.
L’iPhone 17, invece, continua sulla sua strada: integrare la stessa soluzione dei modelli Pro, ma con piccole rinunceche l’utente comune non noterà mai, come un po’ di cache in meno e un core disattivato sulla GPU. Parliamo comunque di uno dei SoC migliori sul mercato, prodotto anche lui da TSMC sul nodo a 3nm N3P, inaugurato proprio da Apple.
A coadiuvare il tutto troviamo RAM LPDDR5x e memorie NVMe, che sono nettamente più veloci a partire dal taglio da 512GB in su. Google, al contrario, fa un compromesso molto più evidente, montando le lente UFS 3.1 sul modello da 128GB e delle UFS 4.0 “medie” sui tagli superiori.
Scheda tecnica a parte, possiamo affermare che entrambi sono ottimi telefoni per l’uso quotidiano con social, app di messaggistica e documenti. Entrambi, però, hanno dei difetti. Il Pixel soffre di microlag più frequenti, specialmente nel taglio da 128GB con memorie lente, che a volte mette in crisi persino la galleria fotografica. L’iPhone 17, invece, ha una gestione a volte non perfetta del cambio di refresh rate in app come X, anche se è un difetto difficile da percepire.
Il vero avvertimento, però, è un altro. Entrambi gli smartphone, avendo meno RAM dei rispettivi modelli Pro, rischiano nel giro di un paio d’anni di venire esclusi da alcune delle novità software e di intelligenza artificiale più pesanti. Lo abbiamo già visto accadere con Pixel 8 e iPhone 15. Pensateci bene in ottica futura.
AUTONOMIA A CONFRONTO
Il Google Pixel 10 ha una batteria da 4970mAh, mentre l’iPhone 17 si ferma a “soli” 3692mAh. Attenzione, però, a non giudicare l’autonomia solo da questi numeri. Nella vita reale, in molti contesti, è l’iPhone 17 ad avere la meglio, e il motivo risiede nell’hardware: il sistema Tensor G5 + Modem Exynos consuma di più del sistema A19 + Modem Qualcomm.
Videogiocando, l’iPhone 17 quasi raddoppia l’autonomia del Pixel 10, che è davvero poco ottimizzato lato GPU. Anche nella riproduzione video, il Pixel consuma quasi il doppio. Nell’uso social o misto le differenze si assottigliano, ma in generale l’iPhone ottiene risultati migliori con una batteria molto più piccola, specialmente sotto rete dati. Occhio però alle temperature: sotto stress, l’iPhone 17 scalda parecchio, paradossalmente anche più del Pixel 10.
Parlando di ricarica, entrambi non sono fulminei, ma l’iPhone è in vantaggio: in 30 minuti raggiunge il 60%, contro il 45% del Pixel. La vera differenza è sulla ricarica wireless: l’iPhone 17 arriva a 25W con lo standard Qi2, mentre il Pixel si ferma a 15W.
ATTENTI AI CICLI DI RICARICA
Sappiamo bene di come Apple limiti le prestazioni dello smartphone quando la capacità della batteria scende sotto l’80%, ma per arrivare a tale soglia di utilizzo ci vuole un bel po’. Il mio iPhone 14 Pro acquistato a fine 2022 è ancora all’84%. L’iPhone 16 Pro che abbiamo utilizzato dalla sua uscita ha quasi 200 cicli di ricarica ed è ancora con il 100% di capacità.
Google ha deciso che dal Pixel 9A ogni futuro Google Pixel avrà un degrado controllato della batteria, quello che viene chiamato “Battery Health Program”. Probabilmente lo spauracchio di ulteriori politiche di richiamo dopo i Pixel 4a, Pixel 6a e Pixel 7a con le batterie gonfie, che son costati tantissimi soldi è stato impattante (pensate che per un Pixel 7a richiamato, probabilmente acquistato a 300-500 dollari, l’azienda americana offriva un rimborso di 200 dollari).
In pratica Google, una volta che il vostro Pixel raggiunge i 200 cicli di ricarica, a prescindere che la batteria sia ancora in perfetta salute o meno, va a limitare la tensione, in parole povere voi leggerete ancora “batteria carica al 100%” ma in realtà sarà 99%, poi 95%, poi 85% e così via, seppur lo smartphone mostrerà sempre 100%. Questo comporterà anche dei tagli di prestazione, come su iPhone.
La politica rimane molto dubbia perché non è disattivabile e perché non tiene conto della manutenzione: come avete letto prima il nostro iPhone 16 Pro è vicino ai 200 cicli di ricarica ma è ancora al 100% di capacità massima dal momento che lo abbiamo sempre caricato attentamente e facendo noi una ottima manutenzione. La nostra ricompensa è quindi quella di avere ancora una ottima autonomia come il day one. Se avessimo avuto lo stesso comportamento con un Pixel 10 ci troveremmo ora ad affrontare il primo scaglione di limite alla batteria, anche se essa fosse stata in perfette condizioni.
Per noi la scelta di Apple rimane chiaramente la più razionale ma dall’altra parte è probabile che Google sia stata costretta a tale politica di limitazione dati i problemi con le batterie passate, come vengono inserite all’interno degli smartphone e la qualità intrinseca di esse, data magari da fornitori dubbi ed economici. I cinesi da questo punto di vista rimangono l’avanguardia con smartphone che si ricaricano a 120W da due anni o più e sempre tali smartphone ad oggi hanno ancora capacità superiori o pari ad iPhone e Pixel delle stesse annate.. caricati a 5, 15 o 25W.
LA SCELTA SI FA SOPRATTUTTO IN BASE AL SOFTWARE
Come vi dissi tempo fa: “Se iOS fosse all’interno di uno Xiaomi, non esiterei un secondo a comprarlo e a decretarlo il super best-buy della vita”. E, dall’altro lato: “Se Android fosse all’interno di un iPhone, parleremmo di uno dei telefoni più dimenticabili della storia”.
L’iPhone 17 è un prodotto hardware quasi perfetto se lo si confronta con il suo passato, ma è innegabile che uno Xiaomi 15, uscito quasi un anno fa, sia tecnicamente superiore su quasi ogni aspetto: display a 12 bit, batterie al silicio-carbonio da quasi 7000mAh, fotocamere tele-macro, USB-C 3.2, sistemi di dissipazione avanzatissimi… la lista è infinita.
Se uno Xiaomi 15 avesse a bordo iOS, farebbe sembrare l’iPhone 17 un telefono di un paio di anni fa. Viceversa, l’hardware dell’iPhone 17, inserito nel caotico panorama Android, lo renderebbe uno dei tanti, per molti del tutto dimenticabile. È iOS, e solo iOS, a renderlo speciale.
Questo incipit è essenziale, perché delinea come la scelta tra iPhone 17 e Pixel 10, alla fine, non si basi sui dettagli hardware, ma principalmente sul software. iOS e Android sono sempre più simili, ma rimangono molto distanti, dalla filosofia delle gesture a quella delle applicazioni. iOS continua ad avere un App Store molto più ricco e curato, essendo per molti sviluppatori l’unica vera fonte di guadagno, mentre su Android è ancora troppo diffusa la pirateria.
Google è ben conscia di questa situazione e, infatti, Android sta diventando sempre più “chiuso”, mentre, paradossalmente, iOS è sempre più “aperto” (più per merito dell’Unione Europea che per volontà di Apple).
Negli ultimi mesi sto anche notando una tendenza particolare: il multitasking in background su iOS funziona sempre meglio (come i caricamenti di file su Telegram che proseguono anche se si chiude l’app), mentre su Android, anche su top di gamma come Pixel 10 e Samsung S25, sto iniziando a riscontrare blocchi e problemi.
Non starò qui a decretare se, alla fine, sia meglio iOS o Android; questo potete saperlo soltanto voi, in base alle vostre esigenze. C’è chi preferirà l’esperienza semplice e completa di iOS e chi quella, più ricca di funzioni ma non sempre ben implementata, di Android.
Posso però darvi la mia opinione sulle interfacce: la Pixel Experience non è la migliore in ambito Android. Personalmente, trovo la One UI di Samsung e la ColorOS/OxygenOS di OPPO/OnePlus preferibili: più complete, coerenti e con meno bug.
E da utente che preferisce iOS e lo reputa il vero motivo per cui acquistare un iPhone, posso dirvi che iOS 26 è ancora da migliorare, e tanto. È pieno di glitch grafici, piccoli bug e problemi vari, ed è a tratti confusionario, con un effetto trasparenza che cambia continuamente alla ricerca della sua forma finale. macOS “Tahoe”, al confronto, è un sistema operativo molto più maturo.
CONSIDERAZIONI ULTERIORI E CONCLUSIONI
Prima di passare alle conclusioni affrontiamo quattro temi importanti ma che ho trascurato dal momento che sono ottimi su entrambi e quindi trascurabili in un fattore di scelta tra i due:
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Ricezione: Simile, ma l’iPhone 17 è più stabile nei cambi di cella in situazioni critiche, come un viaggio in treno ad alta velocità.
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Microfoni: Qualità sovrapponibile.
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Speaker: Preferisco il Pixel 10, che ha più volume e corposità.
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Vibrazione: Qualitativamente simile, ma a mio gusto è meglio integrata e più piacevole sul Pixel 10.
Infine, la porta USB-C. Quella 3.2 con uscita video del Pixel ha molto senso in vista della futura modalità desktop in versione “stabile”. Attenzione però: anche se l’iPhone si ferma a una lenta USB 2.0, supporta comunque l’uscita video. La velocità di trasferimento dati, probabilmente, è stata limitata volutamente da Apple per spingere i creator a scegliere i modelli Pro.
Google Pixel 10
Apple iPhone 17
Alla fine della fiera, entrambi i modelli sono delle ottime porte d’ingresso al mondo dei top di gamma dei rispettivi brand, e nessuno dei due fa sentire troppo la mancanza delle funzioni esclusive dei modelli Pro. Io, onestamente, consiglierei a chiunque di valutare attentamente se abbia davvero bisogno di un “Pro”. Anzi, in molti casi potrei persino consigliare un Pixel 9a rispetto al nuovo Pixel 10: non ha il teleobiettivo, ma le fotocamere principali sono le stesse e il processore non è stato stravolto. Consigliare un iPhone 16E al posto di un 17, invece, è molto più complicato: il risparmio è notevole, ma le rinunce, quest’anno, sono davvero tante.
Ricordiamo i listini: 899 euro per il Pixel 10 e 979 euro per l’iPhone 17. A parità di memoria, i prezzi si equivalgono. Attenzione, però, alle promozioni: i Pixel 10 sono in perenne sconto fin dal day one, mentre gli iPhone 17 caleranno di prezzo molto più lentamente.
La nostra scelta finale? Pixel 10 se si punta al massimo risparmio senza perdere troppo nell’esperienza quotidiana; iPhone 17 se si vuole rimanere nell’ecosistema Apple o se è il vostro primo iPhone e non volete spendere le cifre di un Pro. In entrambi i casi, si casca in piedi, perché entrambi i progetti sono diventati molto maturi. E il design dei Pixel, a nostro parere, ha fatto un ulteriore passo in avanti, risultando più originale e riconoscibile, senza essere “pacchiano” come quello di altri brand asiatici.
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(aggiornamento del 09 ottobre 2025, ore 22:22)