La famosa chiave di attivazione che iniziava con FCKGW si diffuse per colpa della noncuranza del gigante di Redmond.

La storia del codice di attivazione più famoso e controverso di Windows XP, il celebre FCKGW-RHQQ2-YXRKT-8TG6W-2B7Q8, è stata finalmente chiarita da un ex sviluppatore Microsoft. In un post su X, il programmatore Dave Plummer ha rivelato che il codice non fu frutto di una generazione automatica né di un exploit esterno, ma il risultato di un errore interno: un’immagine ISO di Windows XP Professional Corporate Edition contenente una chiave valida fu caricata per sbaglio su un server accessibile al pubblico.
Il codice, che iniziava con la sequenza “FCKGW” — facilmente interpretabile come un insulto implicito — divenne virale nei primi anni 2000, diffondendosi su forum, reti peer-to-peer e siti warez. La sua popolarità non derivava solo dalla sua efficacia, ma anche dalla sua struttura: era una chiave valida per la versione Corporate che non richiedeva attivazione online e ciò la rendeva particolarmente appetibile per la pirateria.
Secondo il racconto dello sviluppatore, il leak avvenne durante una fase di test interno, quando un’immagine ISO destinata a un partner OEM fu erroneamente caricata su un server FTP non protetto. Il file fu rapidamente individuato e copiato da utenti esterni, che ne estrassero la chiave e la diffusero. Microsoft si accorse dell’incidente solo dopo che il codice era già stato ampiamente condiviso. La sequenza “FCKGW”, peraltro, non fu scelta intenzionalmente: era parte di un algoritmo di generazione automatica delle chiavi, e la sua coincidenza con un’espressione volgare fu del tutto casuale. Tuttavia, la sua presenza contribuì a rendere il codice memorabile e a consolidarne la fama.
Microsoft reagì a tutto ciò introducendo con Windows XP SP1 il sistema di attivazione obbligatoria, che rendeva inutilizzabili molte chiavi non ufficiali. Il codice FCKGW tuttavia continuò a circolare per anni, diventando una sorta di simbolo della tensione tra l’esigenza di proteggere il software e la pirateria informatica. Ancora oggi è citato in articoli, meme e discussioni come esempio di come un errore umano possa avere conseguenze durature.
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