Avere tantissima luce naturale in casa è sicuramente un bel plus, anche e soprattutto per la bolletta che scende drasticamente. Il contro, personalmente, è che nell’appartamento che ho scelto a Milano ci sono delle finestre enormi e spesso difficili da pulire. Parliamo di una colonna intera con un totale di otto finestre quadrate, alte 1 metro ciascuna. La casa si sviluppa su due piani, con le finestre superiori quasi impossibili da aprire e, quindi, anche da pulire. Con una scala, chiaramente, tutto diventerebbe più facile, ma averne una così alta richiederebbe anche uno spazio dove stoccarla e, essendo in affitto, il tutto diventa molto complicato.
Dopo aver assistito a miriadi di presentazioni di robot lavavetri, ho deciso di provarne uno e abbiamo contattato Dreame che ci ha fornito un Dreame C1 Station da provare (ma questa recensione è comunque indipendente). Perché questa “station”? E in che modo un robot lavavetri può migliorare la mia situazione?
Sono domande lecite. Alla prima posso rispondere che è uno dei prodotti più completi e di fascia medio-alta; quindi, già da questa prova possiamo capire l’efficacia di soluzioni simili. La seconda domanda, invece, me la sono posta io in primis, poiché tutti e otto i blocchi delle mie finestre sono scollegati, quindi per un robot “a ventosa” non c’è modo di passare da un vetro all’altro senza che sia io a spostarlo.
Questo comporta anche che le due finestre esterne in alto rimangono comunque inaccessibili senza una scala, seppur con una di queste la pulizia dovrebbe risultare più semplice e rapida.
COME FUNZIONANO I ROBOT LAVAVETRI “A VENTOSA”?
I robot come questo C1 di Dreame restano attaccati ai vetri grazie a un sistema di aspirazione molto potente (5500Pa in questo caso) che genera una pressione negativa, mantenendoli “aggrappati” a superfici lisce come il vetro (ma sono adatti anche a marmo o piastrelle più ruvide).
Quando andiamo ad “incollare” il robot al vetro, c’è una fase iniziale in cui dobbiamo continuare a tenerlo premuto, finché non sentiamo che il grip è ottimale. Anche durante la pulizia, se il robot dovesse perdere aderenza, ce lo notifica immediatamente con un comando vocale ripetuto.
NESSUN PERICOLO DI CADUTA!
Nel caso di questo Dreame C1 Station, non c’è da temere nessun eventuale malfunzionamento. Potrebbe capitare che, mentre il robot lava le finestre, noi andiamo a farci una doccia… ma se in quei 10-20 minuti c’è un problema di grip?
Il robot cerca di rimanere immobile, sfruttando l’enorme batteria della “Station”, che agisce come un power bankdedicato. Non solo: la Station ha una ventosa di sicurezza (testata fino a 800N) che la tiene incollata al pavimento. Anche se il robot dovesse staccarsi, non cadrà, poiché la base funge da contrappeso.
Infine, c’è anche un cavo anti-caduta che sopporta carichi fino a 140kg e che va fissato attorno a un punto saldo, come una colonna o una ringhiera, per una sicurezza totale.
LA STATION COME RICARICA, SISTEMA ANTI-CADUTA E STOCCAGGIO.
La Station, oltre alle funzioni di ricarica (come un power bank) e anti-caduta (grazie alla ventosa), permette chiaramente anche di riporre il robot e il suo cavo, che si ritrae automaticamente fino a sparire.
All’interno della Station troviamo poi:
Il peso totale della Station è di 7.6 kg, con una batteria interna da 7800mAh, mentre il robot da solo pesa 1.6 kg. La batteria si ricarica completamente in circa 4 ore.
IL ROBOT PIU’ NEL DETTAGLIO
Il Dreame C1 ha una forma quadrata e superiormente presenta una piacevolissima maniglia in similpelle, utile per maneggiarlo durante l’aggancio e lo sgancio dalle superfici. Il resto della parte superiore è coperto da una lastra lucida che sembra vetro (ma è plastica), mentre il corpo è realizzato con plastiche bianche opache, ma rigide e ben corpose, non “vuote”.
Il robot non si è sporcato molto in queste settimane, un buon segno. Sui lati trovano spazio dei sistemi antiurto, simili a quelli dei robot aspirapolvere, che attutiscono i contatti con i bordi delle finestre. Non solo: sempre sui lati, troviamo due spruzzini per il detergente, posizionati in direzioni opposte.
Inferiormente troviamo il sistema “a ventosa”, i due cingoli gommati che permettono al robot di muoversi rimanendo ancorato, l’attacco a velcro per il panno in microfibra e, infine, le quattro spazzole circolari rotanti chiamate “CornerClean”. Queste ultime non sono motorizzate, ma ruotano grazie al semplice contatto con la superficie: mentre il robot si muove lungo i bordi, le spazzole puliscono gli angoli, offrendo una copertura dichiarata superiore al 90% dell’area.
Il serbatoio interno da 80ml serve a mantenere umido il panno tramite gli spruzzini laterali. Io, nei miei test, ho comunque preferito usare anche uno spray detergente a parte per migliorare il risultato. Va detto che il panno va comunque bagnato a mano prima di iniziare, e gli spruzzini automatici non bastano a mantenerlo umido a lungo: dopo aver pulito due delle mie grandi vetrate, ho dovuto ribagnarlo manualmente.
TIPOLOGIE DI PULIZIA: SI SFRUTTA L’APP O I BOTTONI
Tramite i tre tasti posti sulla station possiamo avviare il robot, far riavvolgere il filo (lungo 5 metri) e cambiare le modalità di pulizia. Io ho deciso comunque di sfruttare l’app Dreamehome, che permette di effettuare aggiornamenti software e, soprattutto, di poter scegliere sia il tipo di pulizia (profonda o rapida), sia se effettuare uno, due o tre passaggi.
Durante i miei test, ho sempre effettuato pulizie profonde con tre passaggi e ho potuto osservare come l’autonomia dichiarata (fino a 180 minuti) sia effettivamente congrua. Nei miei test mi sono avvicinato ai 160 minuti, senza includere i tempi di inutilizzo da acceso.
Tramite l’app possiamo anche comandare il robot manualmente, e questo è un aspetto chiave. Si può interagire con il Dreame C1 anche tramite comandi vocali, ma soltanto in inglese. Il robot stesso, inoltre, parla in inglese ed è molto prolisso.
Il robot lavavetri proverà sempre a tornare al punto di partenza dopo aver completato la pulizia. Per me questo era essenziale, dato che per le finestre più alte, anche solo 10 centimetri di scostamento avrebbero significato non riuscire a recuperarlo. Devo ammettere che, dopo una trentina di lavaggi, il robot non sempre ritorna alla sua posizione originaria esatta. Fortunatamente, tramite il comando manuale dall’app, sono sempre riuscito a farlo avvicinare a me il più possibile. Tenete però in considerazione questo aspetto, soprattutto per le vetrate esterne.
Il robot, per il resto, ha anche un tasto fisico dedicato al Play/Pausa (o all’interruzione totale), affiancato da un comodo LED verde/rosso che indica lo stato operativo.
MA ALLA FINE PULISCE BENE?
Questi robot lavavetri non sono male, ma l’azienda stessa li consiglia per pulizie regolari, non per rimuovere incrostazioni o sporco profondo. Questo anche perché il panno, come detto, è statico: non c’è un rullo attivo costantemente bagnato. Il risultato è che, sebbene la pulizia sia di buon livello, rimarrà inevitabilmente qualche piccolo alone, quasi impercettibile, sulla finestra.
Ad oggi, insomma, non abbiamo ancora la stessa qualità di una pulizia manuale, ma se pensiamo a quanto tempo risparmiamo, è un compromesso accettabile. Un’operazione che prima facevo una volta al mese, adesso posso farla settimanalmente, senza fatica e in modo semplice.
Vale i 599 euro di listino? Probabilmente no, finché sarete comunque costretti a staccarlo e riattaccarlo manualmente per ogni finestra. Ma al momento, non esistono tecnologie alternative per questa tipologia di robot.
Il punto critico, quindi, non è tanto il piccolo alone, quanto il dover comunque “stare un minimo dietro” al robot, per staccarlo e riattaccarlo su ogni nuova finestra. Il robot pulisce per voi, ma voi dovete preparare la sua pulizia e spostarlo ogni volta. Se i robot aspirapolvere ormai ci fanno quasi dimenticare delle pulizie, qui un po’ di manutenzione manuale rimane.
Il sabato, in ogni caso, mentre cucino o mi guardo una partita sul divano, devo giusto perdere quei 5 minuti per lo “stacca e attacca”, ma per il resto posso godermi un po’ di più il tempo libero.
Quell’oretta in più guadagnata ogni weekend vale il prezzo alto di ingresso? Fatemelo sapere qui sotto nei commenti. E se avete idee su come questi robot possano evolversi, per abbandonare il sistema a ventosa, fatemi sapere le vostre idee più creative!

















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