Nelle ultime settimane ho utilizzato l’LG Swing (per esteso, LG Smart Monitor Swing 4K 32″), un dispositivo che cerca di rivoluzionare il mondo un po’ piatto dei monitor e di cambiare il paradigma che c’è dietro.
Parliamo di un monitor, non una TV, posizionato su un bellissimo ed elegantissimo stand che possiamo portare in giro per l’ufficio, la casa, in terrazza o in giardino.
È un prodotto che praticamente non ha competitor, se non l’LG StanbyMe 2, che però ha un concetto diverso: può essere usato a batteria, ha molte meno porte e un pannello con risoluzione e dimensioni inferiori.
Chiaro, si può comprare uno stand generico e un monitor a scelta per creare un ibrido simile, ma non avrà la stessa cura negli assemblaggi, nella scelta dei materiali, e probabilmente non avrà un display touch, né un software così ricco di funzioni come la WebOS 24 di LG, oltre alla possibilità di operare con un comodo telecomando.
Anche qui su HDBlog molti utenti erano impazienti di scoprirne il prezzo. Ecco, proprio il prezzo è il punto nevralgico: 999 euro al listino: a chi è veramente indirizzato?
Noi, in queste settimane, lo abbiamo sfruttato in modalità stand-alone per vedere i canali “TV” di LG, film e serie in streaming (Netflix, Prime Video, NOW), ascoltare musica su Apple Music e guardare Twitch, ma anche collegato a un computer (tramite cavo HDMI o type-c) o a uno smartphone per estenderne lo schermo.
Essendoci poi la piena compatibilità sia con AirPlay che con Google Cast, potete anche trasmettere lo schermo del vostro smartphone senza usare cavi, continuando a operare da remoto.
Riguardo a ciò, il monitor LG Swing è pienamente controllabile anche tramite l’app LG ThinQ, che funge da telecomando, mouse e launcher rapido per le applicazioni.
Insomma, la parola d’ordine è una sola: “versatilità”.
UNBOXING E MONTAGGIO
L’LG Swing arriva in una scatola piuttosto grande e pesante, ma aprirla e montare il monitor è davvero semplice: c’è la base, quattro viti per collegarla alla colonna che regge il monitor e, infine, il monitor in una scatola sigillata a parte.
Assemblare il tutto richiederà al più 10 minuti. Prima di chiudere il coperchio della base, sarete di fronte a un bivio: lasciare l’alimentatore (piuttosto grande) all’esterno, garantendovi circa due metri di cavo, oppure riporlo all’interno della base per nascondere il tutto, avendo però un cavo praticamente tre volte più corto.
Una volta rimosse tutte le sicurezze che tengono fermi i due snodi dello stand, il monitor è pronto all’uso. All’interno della confezione troviamo anche un telecomando (con batteria a bottone già inclusa) e la manualistica.
L’LG Swing supporta anche una webcam esterna opzionale, che si collega a un apposito connettore POGO posto sul retro e va acquistata a parte.
Molto apprezzata la presenza in confezione di due cavi: uno HDMI-HDMI e uno USB-C/USB-C che supporta l’uscita video.
DESIGN E MOBILITA’
Nel nostro ufficio abbiamo una TV LG da 75″, una lavagna tradizionale e vari monitor. Tutti questi dispositivi hanno un limite: sono fissi. Con l’LG Swing, invece, abbiamo un monitor che può sostituire ognuno di essi in ogni zona dell’ufficio, inclusa la sala di registrazione, dove può fungere da secondo schermo mobile per la fotocamera. I casi d’uso sono quasi infiniti.
Lo abbiamo sfruttato, ad esempio, anche come postazione “in piedi”, alzando lo schermo e utilizzando il touch. Quest’ultimo, va detto, non è dei più reattivi finché si resta all’interno di WebOS, che risulta un po’ appesantito nei task complessi, ma è molto più reattivo se utilizzato con un computer o uno smartphone collegati.
Accessori come mouse, tastiere o trackpad possono essere connessi in due modi: via USB o via Bluetooth. Chiaramente, il modo più consigliabile è quello diretto per evitare ritardi.
C’è però un appunto fondamentale da fare: se abbiamo connesso un computer e colleghiamo mouse e tastiera direttamente al monitor, questi andranno a operare su WebOS, e non sull’interfaccia del dispositivo che sta trasmettendo.
Non sappiamo se sia un bug o una scelta voluta (ma non avrebbe molto senso), fatto sta che è un vero peccato. Significa che, quando userete lo Swing come estensione del vostro notebook, le sue tre porte USB-C non vi aiuteranno a liberare quelle del portatile.
Queste porte (poste sopra i due ingressi HDMI) hanno un’ottima uscita a 65W, quindi sono perfette per la ricarica, ma inutili per gestire gli accessori del PC.
Tornando sulla mobilità: lo Swing si muove tramite delle rotelle integrate, ovviamente, ed il monitor si installa con il sistema chiamato “OneClick” (per estrarlo e inserirlo basta veramente un click). Il peso complessivo è di 21,2 kg, con il pannello che da solo ne pesa 6,1. Il braccio regolabile offre un’ampia libertà di movimento, con inclinazioni da -20° a +50° e una regolazione in altezza fino a 329mm.
È integrato anche l’Auto Pivot, un sensore che rileva automaticamente l’orientamento dello schermo, permettendo di sfruttarlo sia in orizzontale che in verticale. Attenzione, però, se lo collegate a un PC Windows: in questo caso l’adattamento al verticale va forzato via software, dal momento che non c’è lo switch automatico su molti computer.
L’unico aspetto che mina la mobilità, come accennato, è il suo dipendere dalla corrente e avere un filo che, se nascosto nella base, risulta piuttosto corto.
IL DISPLAY 4K TOUCHSCREEN
Il pannello IPS è da 31,5 pollici per la precisione, e la risoluzione 4K UHD (3840 x 2160) permette di avere una densità di 140 pixel per pollice, più che sufficiente per testi nitidi e dettagli accurati. È una risoluzione ideale sia per il lavoro che per la fruizione di contenuti multimediali.
Le cornici qui sono quelle nere di un classico monitor ed il display è a filo con la scocca, risultando molto elegante.
La copertura dello spazio colore DCI-P3 è del 95% e avete molta versatilità nel tarare il pannello, grazie a preset professionali come il “FILMMAKER MODE”, assenti sull’altra soluzione più portatile.
C’è il supporto all’HDR10, anche se il picco di luminosità di 350 nit nel quotidiano è adeguato per gli ambienti interni, ma non eccelso. Il tempo di risposta GTG è di 5ms e il refresh rate si ferma a 60Hz. Questo significa che, chiaramente, non parliamo di un pannello nato per il gaming (per quello, LG ha le sue soluzioni UltraGear).
Tuttavia, WebOS è ricco di applicazioni dedicate proprio al cloud gaming, come Amazon Luna, Geforce NOW o Xbox. Ci sono anche dei “mini-game” nativi nell’App Store, ma sono trascurabili.
Noi abbiamo fatto qualche partita sfruttando il piano Xbox Ultimate e, onestamente, l’esperienza è stata positiva: la navigazione nei menù del Game Pass è stata gradevole e videogiocare è stato “ok”. Per quanto non sia una soluzione che nasce per questo, non vi vieterà affatto di godervi i vostri giochi in cloud. Se avete il divano occupato o volete giocare in una postazione diversa dal solito, è una soluzione comunque ottima.
L’unico aspetto negativo di questo pannello, secondo me, è la protezione che è applicata sopra di esso, o perlomeno il suo trattamento. L’LG Swing trattiene davvero molti riflessi se usato con lo schermo rivolto verso una fonte di luce o, più semplicemente, una finestra. Se vi capita di lavorare spesso in tali condizioni, è un aspetto da tenere assolutamente in considerazione.
A tutto tondo, questo è l’unico contro che personalmente mi ha deluso, specialmente considerando il prezzo di vendita.
Se l’ambiente di lavoro è quello di un ufficio, per scopi di presentazione, o in fiera come dispositivo per mostrare il proprio media kit, è un prodotto consigliabilissimo. Anzi, in quegli ambienti è probabile che le luci siano molto più controllate e che i riflessi siano ridotti al minimo.
Noi l’abbiamo trovato molto comodo anche in questi casi: con il browser integrato abbiamo potuto sfruttare le email, la suite di Google e Microsoft e anche le varie piattaforme di IA come Gemini o Perplexity, tutto senza dover collegare un PC.
I CONSUMI IN ATTIVO E STANDBY
Un aspetto che probabilmente ignorerete in ufficio, ma non a casa, sono i consumi. È giusto, quindi, dedicare un capitolo conclusivo a questo argomento.
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In modalità SDR (Standard Dynamic Range), l’LG Swing consuma circa 30 kWh per 1000 ore di utilizzo, corrispondente alla Classe di efficienza energetica F.
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In modalità HDR (High Dynamic Range), i consumi salgono a 45 kWh per 1000 ore, scendendo in Classe G.
Quando lasciamo il monitor in “Sleep Mode” (standby rapido), abbiamo registrato un consumo di 0,005 kWh, che scende a un quasi trascurabile 0,003 kWh con lo Swing completamente spento ma collegato alla corrente.
Questi dati sono stati ottenuti da nostri monitoraggi, con impostazioni standard (e luminosità al massimo in HDR) e senza disattivare Wi-Fi o Bluetooth.
GLI SPEAKER CE LI SIAMO DIMENTICATI?
Parlando di consumi, è giusto citare anche gli speaker: sono due, da 5W ciascuno. Chiaramente influiscono sui consumi, ma in modo del tutto trascurabile. Come qualità, però, hanno bassi quasi assenti, alti non brillanti e puntano tutto sui medi.
Il risultato è un po’ deludente. Certo, è già un “plus” avere altoparlanti integrati su un monitor da 32 pollici (dove spesso sono assenti), ma se volete sfruttare l’LG Swing per guardare film e serie TV, il nostro consiglio è uno solo: è bene dotarsi di un sistema audio di terze parti.
UN PRODOTTO DI NICCHIA MA CONSIGLIATO
In conclusione, l’LG Swing 4K è sicuramente un prodotto di nicchia, ma consigliatissimo. Il fatto di essere considerato “di nicchia”, a nostro parere, deriva più dal prezzo che dall’interesse reale, perché un dispositivo di questo tipo può far gola a tantissime persone.
Io in primis, in casa, l’ho trovato molto pratico seppur il filo non lunghissimo a volte può essere una scomodità. Se però penso a questo prodotto per un ufficio, è chiaramente vincente, ed è sicuramente una soluzione superiore a un “accrocchio” di stand generico con sopra un monitor montato alla bell’e meglio.
Questo Swing, per quanto non economico, risulta curatissimo in primis dall’estetica, e ciò significa che non andrà a rovinare il design del vostro ufficio o della vostra casa, ma al più si integrerà molto bene. Anche qui, come sullo StanbyMe 2, potete avere dei “wallpaper” di design durante lo standby, ma si nota come non sia la sua funzione chiave (sul telecomando, ad esempio, manca un tasto dedicato, presente invece quello per le sorgenti).
Anche il touch è una bella aggiunta, come tutto sommato il software, WebOS 24. È vero, abbiamo visto come in alcune occasioni possa risultare pesante e non perfettamente ottimizzato, ma vi offre comunque un pacchetto d’esperienza completissimo: canali “simil-TV”, app di streaming, giochi in cloud, la suite Office, piena compatibilità con AirPlay e Google Cast, due speaker (spesso assenti sui monitor), un controllo IR e il supporto a una webcam ausiliaria tramite POGO pin.
Forse, lasciare l’opzione di poterlo alimentare anche tramite un caricatore PD rapido (considerando i consumi, uno da 65W sarebbe bastato) sarebbe stato un bel plus per molti. Certo, è probabile che l’azienda abbia optato per la soluzione dell’alimentatore AC/DC per una questione di massima sicurezza, e può starci, considerando l’uso prolungato che si può fare di uno strumento del genere.
Vi invitiamo a toccare con mano uno di questi LG Swing, se ne avete l’opportunità. Un conto è vederli in video e in foto, un altro è osservarli dal vivo. Soltanto con uno sguardo ravvicinato si può notare la cura riposta nei minimi particolari, come la base forgiata in metallo, perfetta in ogni sua curvatura.
Le rotelle, un elemento sottoposto a molto stress, le abbiamo messe a dura prova con svariati chilometri su cemento e sono ancora intatte come il primo giorno.
Insomma, uno strumento “figo”, di design, ma pensato anche per resistere nel tempo. Brava LG per l’idea. L’auspicio è di vedere sempre più soluzioni di questo tipo, così da avere alternative sia in termini di funzionalità che, magari, di dimensioni.
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