C’è anche il telescopio Hubble tra le vittime dello shutdown negli Stati Uniti: il più celebre dei telescopi spaziali è in attesa della riparazione di un problema elettronico della sua fotocamera principale, la Wide Field Camera 3, il più importante strumento di Hubble e al quale si devono immagini eccezionali, come i celebri ‘pilastri della creazione‘ e la prima osservazione di Ultima Thule, ai confini del Sistema Solare, il corpo celeste raggiunto a Capodanno dalla sonda New Horizons della Nasa.
Il blocco dei finanziamenti alla maggior parte delle agenzie governative Usa, come la Nasa, potrebbe complicare gli sforzi per risolvere il problema, ma i funzionari sono ottimisti sul fatto che la telecamera sarà ripristinata, ha detto Tom Brown, responsabile dell’ufficio responsabile della missione e dello Space Telescope Science Institute di Baltimora. Il gruppo che gestisce Hubble è infatti ancora in servizio, ma i dipendenti della Nasa che ne fanno parte lavorano senza paga. A complicare le cose c’è il fatto che alcuni esperti della fotocamera, che potrebbero aiutare a risolvere il problema, sono in congedo.
“Stiamo mettendo su un gruppo di esperti che sono stati coinvolti nell’assemblaggio dello strumento e nei test di 10 anni fa”, ha detto Brown. Nei veicoli spaziali tutte le componenti critiche, come l’elettronica, sono sempre ridondanti e la fotocamera di Hubble non fa eccezione. Si tratta, ha rilevato, “di isolare il punto in cui si è verificato il problema e azionare il sistema di riserva”.
Progettato per fare osservazioni su un campo molto ampio, lo strumento è stato installato sul telescopio nel 2009 nella celebre missione di manutenzione da parte degli astronauti dello shuttle Atlantis. A quasi 29 anni dal suo lancio, Hubble continua a raccogliere dati scientifici di altissima qualità e, anche se ha cominciato a mostrare i segni dell’età, la Nasa vuole che la missione prosegua almeno fino al lancio del successore di Hubble, il James Webb Space Telescope, previsto nel 2021.