Al via in Italia la prima palestra interattiva e multisensoriale i-Gym per la riabilitazione di bimbi e ragazzi non vedenti e ipovedenti fino a 18 anni. È un progetto di 5 anni da un milione di euro, nato dall’accordo tra l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e la Fondazione Mondino Istituto Neurologico Nazionale di Pavia. Iit e Fondazione Mondino svilupperanno, grazie all’assunzione di quattro ricercatori, un laboratorio congiunto per testare le tecnologie di i-Gym, che sarà grande 60 metri quadrati e sarà la prima palestra hi-tech in Italia.
Il progetto è coordinato da Sabrina Signorini, del Centro di neuroftalmologia dell’età evolutiva della Fondazione Mondino, e Monica Gori, dell’Unità di ricerca per persone con disabilità visiva dell’Iit. Tra le attività che verranno sviluppate nella palestra i-Gym una nuova versione del famoso videogioco Pacman, che prevede l’applicazione di sensori indossati direttamente dai bambini con disabilità visive, per muoversi nello spazio guidati da stimoli multisensoriali, e la progettazione di colonne sensoriali che, attraverso l’utilizzo di luce, colore e vibrazioni, potranno aiutare i neonati con deficit visivo a imparare a camminare. “A causa di disabilità visive – spiegano i responsabili dell’i-Gym – i bambini ipovedenti e non vedenti imparano infatti a camminare più tardi, compromettendo così il loro normale sviluppo. Oggi non esistono dispositivi che possano essere usati a partire dalla nascita, ed è quindi fondamentale – concludono – intervenire precocemente per facilitare il corretto sviluppo delle loro funzioni motorie, sociali e cognitive”.
“Stiamo sviluppando tecnologie nuove basate su sistemi multisensoriali che, attraverso l’utilizzo contemporaneo di udito e tatto, permettano di rendere tecnologici approcci di riabilitazione tradizionali”, ha spiegato all’ANSA Monica Gori. “Grazie ad esempio a sensori indossabili con suoni, vibrazioni e luci, i bambini possono infatti imparare, divertendosi, a esplorare lo spazio intorno a loro e a evitare ostacoli”, ha precisato la ricercatrice dell’Iit. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sono 285 milioni, circa il 4% della popolazione mondiale, le persone con disabilità visiva severa. Quasi 19 milioni di loro sono bambini. A causa delle disabilità visive, molti di questi bimbi ipovedenti e non vedenti imparano a camminare in ritardo, anche di un anno, compromettendo così il loro normale sviluppo.
“Oggi non esistono dispositivi che possano essere utilizzati a partire dalla nascita, ed è quindi fondamentale – precisa Gori – intervenire precocemente per facilitare il corretto sviluppo delle funzioni motorie, sociali e cognitive di questi bambini. Migliorare la loro capacità di interagire con il mondo esterno, infatti, aiuta a migliorare le capacità sociali dei bambini. La nostra idea per il futuro – ha concluso la ricercatrice – è utilizzare questa palestra tecnologica non solo in ospedale, ma anche nelle abitazioni”.