Domenica 30 giugno si celebra l’Asteroid Day, la giornata internazionale indetta dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza sugli asteroidi e la necessità di sorvegliare quelli potenzialmente pericolosi per la Terra. Tante le iniziative previste in Italia e nel mondo, proprio nelle ore in cui si puntano i telescopi verso lo sciame meteorico delle beta Tauridi, diventato un ‘osservato speciale’ perché potrebbe teoricamente celare pericolosi ‘sassi cosmici’ come quello che il 30 giugno 1908 cadde in Siberia, a Tunguska, provocando il più terribile impatto della storia moderna, con 80 milioni di alberi rasi al suolo in un’area di oltre 2.000 chilometri quadrati.
A suggerirlo è uno studio della canadese Western University, in via di pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Come ogni estate, tra fine giugno e inizio luglio, la Terra sta attraversando lo sciame delle beta Tauridi generato dalla cometa 2P/Encke. Nelle prossime settimane, secondo i calcoli degli astronomi, la Terra si avvicinerà a 30 milioni di chilometri dal centro dello sciame: questo sarà l’incontro più ravvicinato dal 1975, nonché il momento più favorevole allo studio delle beta Tauridi almeno fino al 2030, dunque un’occasione unica per valutare i reali rischi che possono celarsi nello sciame. “Diversi ricercatori sostengono che l’oggetto responsabile dell’impatto di Tunguska provenga dalle Tauridi e le osservazioni delle prossime settimane ne cercheranno la conferma, ma non ci sono rischi di impatto imminente”, rassicura Ian Carnelli, responsabile Programma Studi Generali dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
Grande attenzione è invece posta sugli oltre 20.000 oggetti vicini alla Terra (Near-Earth objects, Neo) attualmente noti, di cui oltre 800 sono considerati potenzialmente pericolosi: contro di loro l’Esa sta sviluppando un sistema di difesa planetaria che comprende una rete di telescopi, un Centro di controllo dei Neo e una missione di deflessione di asteroidi con la Nasa.
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“L’11 luglio, nello stabilimento di OHB Italia di Turate, presenteremo il primo telescopio ‘a occhio di mosca’ FlyEye, che con le sue 16 telecamere permetterà di scansionare l’intera volta celeste ogni due giorni”, spiega Carnelli. “Lo strumento è quasi pronto e sarà installato entro la metà del 2020 in Sicilia sul Monte Mufara: in coppia con un altro telescopio che sarà installato in Cile, permetterà di identificare con un anticipo di 2-3 settimane quei piccoli asteroidi che possono rappresentare un pericolo imminente”.
Preparativi sono in corso anche per la missione Hera con la quale l’Esa parteciperà all’esperimento di deviazione dell’asteroide Didimo insieme alla Nasa. “Nelle ultime due settimane abbiamo avuto un’importante accelerazione”, racconta Carnelli. “Ci sono nuovi Paesi che hanno chiesto di poter partecipare al progetto e finora abbiamo già raccolto 6,6 milioni di euro: a settembre partiremo con la fase B2 del programma per progettare e realizzare il modello di qualifica del satellite che sarà sottoposto a test in vista della realizzazione del modello di volo che andrà nello spazio”.