Il videogioco del momento può contare su oltre 250 milioni di giocatori nel mondo. E nonostante sia giovanissimo è già (anche) ricchissimo: sviluppato da Epic Games nel 2017, Fortnite ha fruttato solo nel 2018 profitti per oltre 3 miliardi di dollari (il gioco in generale è gratuito, ma presenta parti a pagamento). Una cifra che sarà certamente superata nel 2019, anno d’oro di Fortnite, considerando che già a febbraio il gioco aveva polverizzato tutti i record, tenendo incollati allo schermo a giocare in contemporanea 10,8 milioni di persone. Con questi numeri è comprensibile che Fortnite abbia incuriosito anche gli scienziati. Se climatologi e geologi ne apprezzano il potenziale di divulgazione scientifica, gli psicologi cercano invece di capirne gli effetti sui giovani giocatori.
Fortnite Vs riscaldamento globale. Tale è il fascino di Fortnite che un gruppo di climatologi ha scelto di cavalcarne l’onda per combattere il cambiamento climatico. Il nome del team è Climate Fortnite Squad e il suo obiettivo è sfruttare Fortnite per divulgare informazioni scientifiche agli americani (e non solo). Del gruppo fa parte anche Henry Drake, dottore in ricerca in oceanografia al MIT, che ogni domenica per 2 ore si mette a giocare, coinvolgendo altre personalità legate alla climatologia – come Peter Griffith, direttore e fondatore del Carbon Cycle ed Ecosystems Office della NASA. Cosa fanno di speciale? Mentre giocano (e trasmettono in streaming le loro partite), fanno il punto sul cambiamento climatico, analizzandone le cause e anticipandone i possibili effetti futuri. In questo modo chi segue le loro partite ha accesso a informazioni preziose e, volendo, può inviare domande e chiedere chiarimenti: gli esperti a metà partità fanno una pausa nel gioco e rispondono.
Gli scienziati puntano sulla “novità” del mezzo e sperano di riuscire a sfruttarlo per arrivare a un pubblico che, altrimenti, sarebbe per loro difficilmente raggiungibile. Oltre il 60%dei giocatori di Fortnite infatti ha tra 18 e 24 anni (dati Verto Analytics, una società di ricerche di mercato): una fetta di pubblico ideale, perché secondo i ricercatori
Fortnite e meteoriti. Non sono soltanto i climatologi a buttarsi nella mischia del videogame del momento. Ci sono pure i geologi che hanno preso spunto dalla pioggia di meteoriti che apre la stagione 4 di Fortnite per una breve lezione alla portata di tutti: Trevor Nace, geologo e fondatore di Science Trends, in un articolo su Forbes ha provato a rispondere alla domanda su quanto fosse realistica, quella pioggia di meteoriti, e se sulla Terra fosse mai accaduta una cosa simile.
«I meteoroidi», continua il geologo, «sono detriti celesti o particelle di dimensioni variabili. Quelli di Fortnite erano molto più grandi del normale. Quando un meteoroide entra nell’atmosfera terrestre, l’attrito tra il meteoroide e i gas nella nostra atmosfera lo fa riscaldare fino al punto in cui inizia a brillare. Questo è ciò che chiamiamo “stella cadente”, una striscia di luce nel cielo notturno. Se il meteoroide è abbastanza grande da non disintegrarsi completamente durante l’ingresso nell’atmosfera terrestre, colpirà la Terra come meteorite. Un raggruppamento di questi meteoroidi che cadono verso la Terra è chiamato pioggia di meteoriti».
La pioggia di meteoriti in Fortnite ha lasciato il segno, producendo crateri visibili sull’isola dove il gioco è ambientato. Un evento davvero unico, ma qualcosa di simile si è verificato pure nella realtà: «Anche il nostro Pianeta fu bombardato da enormi meteoriti e asteroidi», spiega Nace, «che hanno segnato la superficie terrestre. Alcuni studi hanno dimostrato che i meteoriti hanno portato l’acqua sulla Terra nelle sue prime fasi, contribuendo a far ripartire la vita».
E i Rischi per la psiche? Un altro tema che ricorre quando si parla di Fortnite è se possa anche avere effetti collaterali sulla psiche di bambini e adolescenti. In un articolo pubblicato nel 2018 dal New York Times, la psicologa Lisa Damour, parlando dei motivi del successo straordinario del gioco, spiegava che Fortnite incorpora le caratteristiche tipiche che, come ben sanno i progettisti di giochi, garantiscono un vasto pubblico. Alcune sono ovvie: Fortnite ha una grafica di qualità, senso dell’umorismo e in più “avanza” rapidamente. Inoltre include funzionalità nascoste che stimolano la dipendenza: sono elementi legati al “fattore fortuna” che, come avviene per il gioco d’azzardo, rendono difficile il distacco per il giocatore.
Infine è l’aspetto fortemente sociale di Fortnite a rendere il gioco ancora più avvincente. Lo spiega in modo molto semplice Laurence Steinberg, professore di psicologia alla Temple University e uno dei maggiori esperti di adolescenza: «Qualunque cosa facciano i bambini, si divertono di più quando sono con altri bambini».
Dato il potere avvincente del gioco, i più giovani potrebbero aver bisogno di aiuto per limitare il loro coinvolgimento. Quindi, come dovrebbero intervenire i genitori? Anziché proibire di giocare a Fortnite, secondo lo psicologo, i genitori dovrebbero far sì che i figli si sentano coinvolti in altre attività importanti, come completare i compiti, essere fisicamente attivi, partecipare alla vita familiare e dormire a sufficienza… Il gioco stesso potrebbe diventare la classica “carota” (in contrapposizione all’altrettanto classico “bastone”) che gli adulti potrebbero utilizzare al momento opportuno come ricompensa per qualche comportamento “meritevole”.
come al casinò. Mike Brooks, psicologo e collaboratore di Psichology Today, cita poi il cosiddetto Effetto Vegas, la dipendenza che Fortnite suscita in alcuni giocatori: “Uno dei punti di forza di Fortnite”, scrive lo psicologo, “è l’Effetto Vegas: molte volte i giocatori si trovano a un passo dalla vittoria, il che è motivante perché li fa tornare a giocare pensando: “Oh, ci ero vicinissimo! Forse la prossima partita sarà quella in cui raggiungerò la vittoria”. Si tratta di un meccanismo presente in quasi tutti i videogame di successo.
PRO E CONTRO. Eppure Fortnite secondo Brooks avrebbe pure diversi benefici: “Incoraggia il lavoro di squadra e la cooperazione, perché spesso le persone si divertono di più quando giocano in gruppi o squadre. E poi Fortnite favorisce la comunicazione, sviluppa la capacità di risolvere problemi e la creatività, grazie ai diversi modi con cui si può raggiungere la vittoria”. I suoi aspetti negativi, in definitiva, sono quelli che derivano quando ci si dedica troppo a un attività, che si tratti di videogiochi o no.
Questo ha a che fare con i nostri bisogni fisiologici e psicologici, che sostanzialmente restano gli stessi di decine di migliaia di anni fa: abbiamo ancora bisogno di circa otto ore di sonno; gli adolescenti, in particolare, hanno bisogno di 9-10 ore di sonno e questo non è cambiato. Quindi il “problema di Fortnite” ha luogo quando adolescenti o bambini giocano di sera fino a tardi (nei periodi in cui si va a scuola) e non dormono abbastanza . Inoltre dedicarsi troppo al gioco potrebbe spingere gli adolescenti a non fare abbastanza attività fisica e a limitare le interazioni con le persone”.