In un mondo digitale che si sposta sempre più sui contenuti video, Oppo fa la scelta giusta e mette a disposizione un sistema estremamente stabilizzato sul suo nuovo Reno2. Non esiste modo migliore per raccontarlo delle stesse immagini, vi invito quindi a dare un’occhiata al video in evidenza e saggiare direttamente la bontà della stabilizzazione elettronica (EIS) associata a quella ottica (OIS).
Il protagonista è ovviamente uno smartphone e non una videocamera, oltre a quanto appena descritto c’è molto di più: una piacevole conferma per un brand in ascesa, anche in Europa, che deve ancora fare i conti con le sua natura asiatica. La ColorOS 6.1 resta lo scoglio da superare, con qualche buona introduzione software (vedi nel gaming) e alcuni limiti oggettivi che la casa deve affrettarsi a migliorare per competere davvero con i grandi anche fuori dalla Cina.
VIDEO CHE GODURIA
Parto subito da qui perché Reno2 fa davvero la differenza in questo comparto, è riuscita a trovare la giusta combinazione e mettere a disposizione dei video super stabilizzati alla massima risoluzione 4K a 30fps. Si potrebbe aprire una discussione sul fatto che non ci si può spingere fino ai 60fps, se non a 1080p, ma è giusto ricordare che sui midrange non è un reale problema e perfino Google ha deciso di non offrire questa opzione sui Pixel 4.
Oppo parla di stabilizzazione OIS + EIS grazie alla modalità Ultra Steady per video realizzati con la fotocamera principale da 48MP, la verità è che la stessa qualità si mantiene sfruttando anche il teleobiettivo con sensore d’immagine da 13MP. Il passaggio è abbastanza rapido anche in fase di registrazione, senza drammatiche perdite di messa a fuoco o problemi simili, entrambe possono essere usate in piena libertà. Un bel passo in avanti rispetto al Reno di prima generazione, criticato in fase di recensione per filmati poco stabilizzati e mancanza del OIS.
Stona la gestione della grandangolare per i video: non si può andare oltre i 1080p e, cosa ancora più curiosa, se si seleziona dalle impostazioni la massima risoluzione 4K (@30fps) e poi si clicca sull’icona della grandangolare si torna automaticamente in full HD (anche se poi si torna sulle altre due fotocamere che l’UHD lo supportano). Insomma un po’ di confusione che io stesso ho faticato a comprendere all’inizio.
4 FOTOCAMERE, 3 PUNTI DI VISTA
Cambia nella forma e nella sostanza il comparto fotografico; siamo passati da 2 a 4 sensori d’immagine, a questo giro trovano posto anche una Tele 2x ed una grandangolare, con tanto di quarto sensore monocromatico a chiudere il cerchio. Resta quindi a suo posto la principale con il solito e apprezzato Sony IMX586 da 48MP, capace di gran dettaglio e con un’ottica curata f/1.7 (OIS) che permette delle belle macro anche a distanza ridottissima.
Di default troviamo come al solito lo scatto in 4:3 ma a 12MP, se volessimo sfruttare al massimo il Reno2 bisogna selezionare la voce 48MP dalle impostazioni della fotocamera ed ottenere così scatti da 6000×8000 pixel. Precisa, rapida e con un’ottica elaborata che permette anche ottime macro ed un piacevole bokeh in background.
A seguire c’è la tele da 13MP con ottica 2x e apertura f/2.4 che offre uno sguardo più avanzato sui soggetti e offre un aiuto concreto anche in fase di registrazione dei video. Da apprezzare la temperatura omogenea tra questa e le altre componenti del sistema posteriore, i colori e la tinta risulta infatti la medesima.
C’è anche la possibilità di spingersi fino ad uno zoom 5x ibrido (o 20x solo in digitale), senza eccessiva perdita di dettaglio anche in condizioni di scarsa luminosità. Per darvi un’idea più precisa di tutti i diversi punti di vista ecco due gallerie che mettono a confronto le 4 posizioni a disposizione di chi scatta.
Ed ecco poi la grandangolare, una 8MP che di giorno fa bene il suo lavoro, non distorce troppo ai bordi e riesce a mantenere anche un discreto livello di dettaglio in condizioni di scarsa luminosità. Insomma un terzo punto di vista che offre maggior libertà d’azione rispetto al Reno di prima generazione, legato ad una dual-cam delle più classiche (la seconda fotocamera era un companion che fornisce informazioni sulla profondità di campo).
Infine c’è la fotocamera anteriore da 16MP con apertura f/2.0 che non cambia apparentemente di una virgola rispetto al modello precedente, conferma le buone capacità di scatto ed una discreta capacità di gestione delle luci. Soffre a volte nelle condizioni più sfavorevoli, come in controluce, motivo per cui è importante avere l’HDR sempre attivo in tali situazioni, così da ottenere un buon bilanciamento.
DESIGN ACCATTIVANTE E POP-UP A PINNA DI SQUALO
Il segno distintivo è rimasto: anche Reno2 ha una fotocamera pop-up che Oppo chiama “a pinna di squalo”, una soluzione efficace, rapida e silenziosa che riscuote successo su chi la vede per la prima volta. Il grande vantaggio è ovviamente quello di avere un display senza interruzioni, un Amoled FHD+ in 20:9 da 6,5 pollici con cornici sottilissime e un rapporto schermo-superficie del 93,1%.
Al bando notch e fori, non mi stancherò mai di dire che dopo aver provato qualcosa di simile è difficile – certamente fastidioso – tornare indietro; possiamo discutere per ore di quanto siano funzionali i notch di iPhone 11, G8s e Mate 30 Pro, a mio parere è sempre meglio affidarsi ad un modulino mobile come questo a scomparsa.
Mi piace la colorazione Luminous Black che ho in prova, un nero particolare tendente al blu notte con richiamo blu elettrico sia lungo il perimetro della back cover sia attorno alla striscia centrale che racchiude logo del brand e inserto in ceramica a proteggere il vetro Gorilla Glass 5 curvo. Attenzione per le linee morbide che segue la prima generazione, se non fosse per la nuova tinta e il sistema quad-camera non sarebbero infatti facilmente distinguibili.
Pop-up che poi apre al sistema di sblocco con il riconoscimento del volto (in 2D), un procedimento rapido e funzionale che non ha particolari controindicazioni, il meccanismo è sempre più solido e più discreto.
LA RICARICA SUPER VELOCE NON MANCA MAI
Oppo ha aumentato leggermente la capacità della batteria rispetto alla generazione precedente, Reno2 monta infatti una 4.000mAh (contro i 3.765mAh del precedente) e, soprattutto, si affida all’apprezzato sistema Vooc 3.0 (40W) che la ricarica del 50% in mezzora netta. Non è un record ma sono valori apprezzabili per un medio gamma, vi ricordo che la casa cinese è leader in questa tecnologia e ben presto porterà sul mercato i primi smartphone con ricarica SuperVooC 2.0 a 65W, capaci di dimezzare letteralmente i tempi (da 0 al 100% in 30 minuti). Ma è chiaro che dovremo attendere un top di gamma per arrivare a tanto.
L’autonomia è comunque ottima, nel corso della mia prova sono sempre arrivato tranquillamente a fine giornata anche nelle giornate più impegnative, dove ho stressato il terminale più del solito.
- Sistema operativo: Android 9 Pie su ColorOS 6.1
- Dimensioni: 160 x 74.3 x 9.5 mm per 189 grammi
- Display: AMOLED da 6,5″ FullHD+ (2400×1080) in 20:9, Corning Gorilla Glass 6, densità di 405ppi
- SoC: Snapdragon 730 octa-core a 2,2GHz
- GPU: Adreno 618
- Memoria: 8GB di RAM LPDDR4X – 256GB UFS 2.1
- Rete: Dual SIM
- Sblocco: Sensore delle impronte digitali su display 3a gen
- Connettività: 4G VoLTE, WiFI 802.11ac, Bluetooth 5, USB Type-C, GPS+GLONASS, NFC, jack da 3,5mm
- Batteria: 4000mAh con VOOC 3.0 (40W)
- Fotocamera anteriore: 16MP con flash frontale
- Doppia cam posteriore: 48MP con sensore 1/2.25 Sony IMX586 (OIS+EIS) apertura f/1.7, + 13MP Tele f/2.4 + 8MP grandangolare (113°) + 2MP per ritratti
COSA FUNZIONA BENE
Schermo senza interruzioni significa potersi godere contenuti multimediali e giochi senza distrazioni, un vantaggio che tengo a sottolineare ogni qual volta ci si trova davanti a questa soluzione. Mi piace poi il piccolo menu che compare effettuando uno swipe verso il centro del display quando siamo a tutto schermo, mi permette di rispondere ai messaggi senza interrompere la visione di un contenuto o una fase di gioco, effettuare uno screenshot, attivare il non disturbare o registrare lo schermo. Le applicazioni di messagistica sfruttano il Picture-in-Picture e sono molto reattive.
La ColorOS 6.1 è poi reattiva in tutte le operazioni, grazie a Snapdragon 730G non abbiamo certo dei compromessi in termini di capacità di calcolo e 8GB di RAM sono più che sufficienti. Basta uno swipe con tre dita sul display per dividere lo schermo in due, soluzione rapida e funzionale che vorrei vedere su tanti altri Android.
C’è il lettore d’impronte sotto al display, sempre molto rapido e ben posizionato; Oppo parla di una terza generazione che beneficia di un display più luminoso ed una letture più rapida dei polpastrelli, io non posso che confermare la rapidità della risposta. Mi piace poi che all’interno della confezione sia inclusa una cover che esula dalle solite in gomma trasparente che ingiallisce nel giro di una settimana, è in simil pelle con cuciture che richiamano l’elemento centrale della back cover e protegge bene il dispositivo. Qualcuno la troverà ingombrante, nessuno ci costringe di certo ad usarla ma averla subito a disposizione aiuta nella scelta.
Non manca nulla sul fronte connettività con slot dual-SIM, WiFi ac dual-band, Bluetooth 5.0, USB Type-C e jack audio da 3,5 mm posto in basso. Vibrazione forte, decisa, si può scegliere il livello di intensità in base alle proprie preferenze, io metto sempre tutto al massimo. Comparto audio nella media, lo speaker è uno soltanto e vanta un volume discreto, anche la capsula auricolare assicura un audio di buona qualità.
COSA BISOGNA MIGLIORARE
Le lacune sono per lo più software e legate alla ColorOS 6.1 che ancora non si è evoluta – a mio parere – nella giusta direzione. Al di là dei gusti estetici per alcuni elementi che adesso discuterò, ci sono delle mancanze che Oppo deve e può risolvere con qualche semplice aggiornamento. Ad esempio: c’è l’Always On Display, sempre apprezzato, ma non ci sono opzioni di personalizzazione di questo widget e non vengono mostrate gran parte delle notifiche. Vedo l’icona della cornetta se ho una chiamata persa, non vedo invece le icone di Gmail, WhatsApp, Telegram e tante altre app nonostante ci siano delle loro notifiche non lette li ad attendermi.
L’alternativa c’è ma non mi entusiasma: è possibile leggere tutte le notifiche che arrivano ma si paga la scelta con un maggior consumo visto che alla ricezione si accende tutto il display. La batteria non sarà molto d’accordo.
I Quick Settings in “stile Windows Phone” sono preistoria; capisco che ogni produttore voglia dare un’identità precisa ai propri dispositivi e in Asia tale approccio risulta vincente, ma dalle nostre parti le esigenze sono ben diverse e lo hanno capito anche altri brand cinesi (vedi Huawei con la EMUI 10). La direzione è ormai quella offerta da Android stock, con qualche libertà e personalizzazione, risulta difficile pensare ad altro.
Lo stesso vale per le impostazioni, con icone piccole e poco visibili a prima occhiata, graficamente la sezione è migliorabile come lo è anche l’applicazione nativa della fotocamera: non la boccio del tutto, capisco la scelta di focalizzarsi sulle tre principali modalità (Foto, Video e Ritratto) ma trovo poco chiare le opzioni in alto che attivano grandangolare/macro, “colore abbagliante”, filtri e impostazioni. L’utilizzo di qualche swipe in più per i comandi potrebbe fornire un ulteriore aiuto nella navigabilità.
CONCLUSIONI
In queste settimane di utilizzo sono state diverse le persone che mi hanno chiesto quale smartphone stessi usando, incuriosite dalla fotocamera pop-up “trasversale” che è diventata icona di questo brand. Con Reno2 si è alzata l’asticella in tutte le direzioni, c’era da aspettarselo, forse non così presto visto che i primi Reno li abbiamo visti ad inizio di quest’anno ma Oppo “ha fretta” di mostrare i muscoli.
Pian piano la casa cinese si sta piazzando con i suoi prodotti nelle diverse fasce di prezzo, sia online sia negli store fisici, costruendo mattone su mattone una storia che in Europa è ancora tutta da scrivere. Non so quanto saranno incisive le vendite di Reno2, ma scommetto che saranno ben pochi quelli che rimarranno scontenti dopo averlo acquistato: foto e video assimilabili a quelle di un top di gamma, ottima autonomia e il resto della scheda tecnica non è certo da meno.
Qui non manca quasi nulla, Reno2 è la dimostrazione che spendere oltre 500 euro può esser superfluo se non offri qualcosa che sia effettivamente rivoluzionario, capace di sorprendere. Ma prima di prendere tutti i 9 in pagella serve un cambio di marcia sul software, una ventata di freschezza nella UI che renda giustizia a questo e a tutti gli altri Oppo.
PRO E CONTRO
VOTO 8,4
Oppo Reno2
VIDEO
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(aggiornamento del 30 ottobre 2019, ore 11:36)