La tecnologia corre veloce è un concetto che non vale soltanto per smartphone, smartwatch, notebook e affini ma che abbraccia sempre di più tutta una serie di altri mercati consumer. Un esempio lampante è il mondo delle auto che si sta tecnologicamente evolvendo non soltanto sotto il cofano, con l’avvento e la diffusione dell’elettrico, ma anche all’interno dell’abitacolo, dove a farla da padrone sono gli ADAS e i sistemi di infotainment sempre più connessi e integrati con i dispositivi che ci accompagnano nella quotidianità, ovvero gli smartphone.
Apple CarPlay e Android Auto sono i due strumenti di interfacciamento più utilizzati a bordo delle autovetture e sono ormai oltre 500 i modelli di auto a supportare questa tecnologia che, nelle ultime versioni, ci libera anche dai cavi grazie alla connettività wireless. Andiamo quindi a vedere cosa è cambiato nel corso del tempo analizzando velocemente le ultime versioni dei due sistemi di Apple e Google.
INTERFACCIA E FUNZIONI
Sia nel caso di Apple CarPlay sia per Android Auto le più recenti versioni hanno introdotto migliorie importanti a livello di interfaccia. Per realizzare questo contenuto ci siamo avvalsi della collaborazione di Hyundai che ci ha gentilmente fornito una Kona Hybrid (da noi provata a settembre) dotata di un fantastico display da 10,2 pollici di diagonale caratterizzato da una qualità altissima del pannello e da una reattività altrettanto buona ma, soprattutto, da un rapporto di forma decisamente allungato e perfetto per mettere in evidenza una delle differenze più importanti tra i due sistemi. Parlo del ridimensionamento e dell’adattamento dell’interfaccia alla forma e alla risoluzione del display.
Con l’ultima versione di CarPlay che, è giusto dirlo, si installa automaticamente con l’aggiornamento del vostro iPhone ad iOS 13, Apple introduce l’adattamento automatico alle diverse risoluzioni dei display delle auto compatibili. Questo significa che non avremo mai zone “morte” all’interno dell’interfaccia e tutto verrà automaticamente esteso ai confini dello schermo senza però distorcere le immagini. Tutto ciò non accade con Android Auto che è invece bloccato sui 16:9 e che su un display allungato come quello di Kona sfrutta solo una parte del pannello, oscurando la porzione eccedente.
Anche in termini di aspetto e funzionalità le due interfacce cambiano in maniera profonda. CarPlay introduce la Dashboard, mentre Android Auto mantiene sempre le app attive a pieno schermo come elemento principale ma offre ora la possibilità di visualizzare tutte quelle installate in una sorta di drawer.
Tra le due soluzioni preferisco la Dashboard di CarPlay che è divisa in due sezioni principali: una barra funzioni e una “scrivania”. La barra è sul lato sinistro e mostra l’orologio, le indicazioni sulla rete dati dello smartphone, un elenco delle ultime tre app aperte in ordine cronologico o rimaste aperte in background, e il tasto per passare dalla Dashboard al menu delle app. La “scrivania” è invece a destra e occupa in realtà l’80% dell’interfaccia. Qui troviamo sempre una finestra con la visualizzazione delle mappe, un riquadro con le indicazioni testuali per raggiungere i punti d’interesse e uno con i comandi per la musica.
Bella l’idea di questa Dashboard, male il fatto di non dare la possibilità di sfruttare mappe e indicazioni stradali di terze parti al suo interno. Sistemi di navigazione come Google Maps e Waze possono comunque essere utilizzati, ma non possono sostituire le informazioni sulla Dashboard che sono “bloccate” sulle mappe Apple. Al contrario, i controlli relativi ai player musicali si adattano e vengono sostituiti in base all’applicazione utilizzata per riprodurre la musica in quel momento.
Come detto sopra, su Android Auto non abbiamo la Dashboard ma troviamo un’interfaccia che potremmo definire app-centrica. Abbiamo un menu che contiene tutte le applicazioni compatibili e che possiamo scorrere con uno swipe verticale. Alla base di questo menu c’è la barra di navigazione che contiene una sorta di tasto home. Questo tasto, una volta premuto, porta all’ultima applicazione aperta o all’elenco delle applicazioni a seconda della schermata nella quale ci troviamo.
Su questa barra di navigazione troviamo poi l’icona dell’applicazione aperta più di recente, le indicazioni relative alle direzioni quando usiamo il navigatore, l’icona delle notifiche e il tasto per attivare l’assistente Google. Rispetto ad Apple Carplay apprezzo la possibilità di andare a rivedere le notifiche perse richiamandole a schermo e quindi interagire singolarmente con esse anche a posteriori.
IMPOSTAZIONI E CONNESSIONE
A livello di connessione al sistema di infotainment non cambia sostanzialmente nulla. A meno che non siate tra i fortunati possessori di un modello di auto già compatibile con la versione wireless di CarPlay e Android Auto (già vista con Ford Sync 4, ad esempio), infatti, dovrete comunque ricorrere al caro vecchio cavo. Una volta collegato lo smartphone alla presa USB, si attiva in automatico l’interfaccia dell’uno o dell’altro sistema in base al sistema operativo del dispositivo utilizzato. Il passaggio a quest’ultima è rapidissimo e in pochi secondi si è pronti per sfruttarne tutte le funzionalità.
Una delle novità introdotte con la nuova versione di CarPlay risiede nel fatto di poter continuare ad interagire con lo smartphone anche quando è attiva l’interfaccia auto. L’infotainment e lo smartphone agiscono quindi come due entità completamente separate tra loro. La stessa cosa succede con Android Auto ma non si tratta di una novità.
Un’altra grossa differenza tra i due sistemi è invece dato dalla modalità di accesso alle impostazioni. Su Apple CarPlay abbiamo infatti un vero e proprio menu di impostazione, piuttosto scarno a dire il vero, ma che permette di regolare i principali parametri direttamente on-board. Tra questi troviamo altre novità come la modalità non disturbare, che disattiva completamente le notifiche, o la possibilità di passare dal tema chiaro a quello scuro o di far scegliere in autonomia al sistema quale tema utilizzare in base all’orario e alla luce presente nell’abitacolo.
Completamente differente l’approccio della versione Android che, premendo sull’icona relativa alle impostazioni, ci invita a continuare le operazioni dallo smartphone. Qui non abbiamo la possibilità di scegliere tra tema chiaro o scuro ma troviamo, come per CarPlay, la modalità non disturbare. In definitiva un sistema decisamente meno immediato ed intuitivo.
Sicuramente da citare anche l’opzione introdotta da Apple che permette di scorporare alcuni elementi dell’interfaccia per inserirli in uno schermo secondario come come il cluster o l’HUD.
ASSISTENTI CHE FATICANO AD ‘ASSISTERE’
Se c’è un aspetto su cui gli sviluppatori di entrambi i sistemi devono sicuramente ancora lavorare è quello legato agli assistenti vocali. Il discorso è qui generico perché l’esperienza utente non è ancora soddisfacente con nessuno dei due. Sia l’assistente Google che Siri dovrebbero infatti, in uno scenario ideale, sostituire completamente l’interazione manuale con il display e permetterci di fare tutto utilizzando solamente i comandi vocali.
La verità è che siamo ancora molto ma molto lontani dal poter escludere completamente il touchscreen. Anche le operazioni più importanti come l’ascolto delle notifiche e l’interazione con esse non sono per nulla semplici e sono afflitte generalmente da molti problemi. Lentezza nelle risposte ai comandi, necessità di impartire comandi ben precisi e una ancora scarsa quantità di “contenuti” su entrambe le piattaforme sono solo alcune delle lacune da colmare. Colpa della lingua italiana, in parte magari anche sì, ma resta comunque un aspetto su cui lavorare e migliorarsi.
Interazione a parte, CarPlay introduce comunque due piccole ma utili novità relative a Siri e alla sua interfaccia. La prima riguarda la visualizzazione, meno invasiva, che si attiva in trasparenza permettendo comunque di continuare ad osservare le informazioni a schermo. La seconda è invece relativa all’attivazione e riguarda principalmente i produttori di auto che possono ora inserire il comando “Ehi Siri” tra quelli supportati e riconosciuti direttamente dal microfono integrato nell’automobile.
CHI VINCE?
In conclusione, dopo aver provato entrambi i sistemi per diversi giorni, posso dire di preferire Apple CarPlay che, in questa ultima versione, offre secondo me un’esperienza utente maggiormente appagante. Dell’alternativa Apple preferisco il design dell’interfaccia, la presenza della Dashboard e la possibilità di modificare alcune delle impostazioni direttamente dallo schermo presente a bordo dell’auto. Non mi è invece piaciuto il fatto di essere obbligati ad utilizzare le mappe Apple in tutte le applicazioni integrate, come il calendario, e nella Dashboard.
Passando ad Android Auto ho invece apprezzato molto il sistema di gestione delle notifiche e la nuova configurazione che permette di avere accesso ad un elenco delle applicazioni. Sicuramente da migliorare, invece, la modalità di accesso alle impostazioni e l’adattamento alle diverse dimensioni e risoluzioni dei display integrati nelle auto.
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