La società guidata da Marco Alverà ha presentato il programma triennale: aumentano gli investimenti e viene rivisto al rialzo l’utile. Cresce il progetto SnamTec per il futuro dell’energia, tra biometano, mobilità sostenibile e idrogeno
Un piano di investimenti da 6,5 miliardi di euro, per lo sviluppo del sistema energetico italiano. Snam ha presentato il suo programma triennale 2019-2023, nel quale ha aumentato il monte complessivo degli investimenti (+14% rispetto al precedente piano) e ha rivisto al rialzo le stime per l’utile per il 2019 (1,08 miliardi) e per il 2020 (1,1). Il budget per gli investimenti, è stato spiegato, prevede 5,3 miliardi destinati al potenziamento della rete di trasporto del gas in Italia, core business della società controllata Cassa depositi e prestiti; altri 800 milioni andranno a rendere più performante stoccaggio e rigassificazione e 400 milioni saranno destinati a nuove opportunità legate alla transizione energetica, tra cui gli investimenti green in comuni italiani come Taranto dove Snam è disponibile a destinare fino a 40 milioni di euro.
Per SnamTec 1,4 miliardi
Il nuovo piano della società di San Donato Milanese cavalca lo scenario “favorevole” del comparto gas, come ha sottolineato l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà. A livello globale nel 2018 la domanda di gas è cresciuta del 4,9%, con un crollo dei prezzi all’ingrosso del 40% nel Regno Unito e del 33% negli altri principali mercati europei. In Italia per il 2019 si stima un aumento del consumo del 4,4% rispetto al 2018, un quadro complessivo – ha rivelato Alverà – che “ha meravigliato tutti in maniera positiva”.
Delle risorse messe a disposizione per gli investimenti, 1,4 miliardi di euro – il 20% del totale – sosterranno il progetto SnamTec (dove Tec sta per Tomorrow’s Energy Company). L’obiettivo è accelerare la capacità innovativa della società e cogliere le opportunità di sviluppo del sistema energetico, come la riduzione delle emissioni, la digitalizzazione della rete e la transizione energetica vera e propria, alla quale vengono destinati 400 milioni di euro (il doppio rispetto al precedente piano).
“L’incremento più significativo – ha spiegato Snam in una nota – riguarda il settore del biometano da rifiuti organici, scarti agricoli e agro-industriali, che avrà un ruolo strategico nel percorso di decarbonizzazione”, con investimenti previsti per 250 milioni contro i 100 del piano precedente per realizzare impianti per una capacità installata superiore ai 40 megawatt. Poi spazio alla mobilità sostenibile, con la realizzazione di 150 stazioni di rifornimento di metano e biometano che costeranno 50 milioni di euro e interventi sull’efficientamento energetico per altri 50 milioni.
La scommessa di Snam sull’idrogeno
Alverà, presentando il piano, ha ribadito di credere nelle potenzialità dell’idrogeno, un mercato definito “di nicchia” che però già vale “100 miliardi di dollari” nel mondo. “È sempre stata considerata la soluzione a tutti i problemi energetici, ma una soluzione fino a oggi molto cara. Noi crediamo – ha spiegato – che rappresenti una grande scommessa per il futuro”, grazie alle stime che prevedono per il prossimo decennio un crollo dei costi per la produzione e la manutenzione degli elettrolizzatori.
“Siamo convinti – ha sottolineato Alverà – che l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili darà un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi climatici. L’Europa e l’Italia potranno essere leader nello sviluppo della tecnologia: entro fine anno – ha annunciato l’ad – raddoppieremo la nostra sperimentazione nella rete di trasmissione, portando la miscela di idrogeno al 10%”.
Dividendo stabile, cedola a 0,23 euro per 2019
Per chi ha in portafoglio azioni Snam, la società va avanti con la sua politica dei dividendi, con la crescita della cedola prevista al 5% annuo al 2022, confermando il target precedente. Per l’esercizio 2019, nel dettaglio, si prevede per il 2020 la distribuzione di un dividendo complessivo pari a 0,2376 euro per azione (di cui il 40% a titolo di acconto a gennaio 2020 e il 60% a saldo a giugno 2020).
Sul fronte delle acquisizioni, invece, occhi puntati su nuove occasioni, ma senza rischiare. “Guardiamo a opportunità di crescita inorganica – ha spiegato Alverà – rispettando i nostri criteri molto rigidi: vogliamo mantenere la nostra struttura di rating attuale, vogliamo avere un rendimento su base risk adjusted superiore rispetto a quello delle nostre attività regolate in Italia e vogliamo che ci sia un valore aggiunto industriale. Siamo molto restrittivi e selettivi”, ha chiosato l’ad.
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