L’ultima generazione di MacBook Pro non è stata sicuramente la più fortunata e, proprio per questo motivo, il nuovo MacBook Pro 16 è stato probabilmente il MacBook più anticipato di sempre, quello su cui si è creato il maggior hype e quello per cui i rumors si sono sprecati per mesi; tanto che il suo annuncio (qui il nostro articolo con le prime impressioni) è stato sostanzialmente solo una formalità. Poco male, Apple era in un certo senso chiamata a riscattarsi per le prestazioni altalenanti delle ultime generazioni e ha così pensato di accontentare gli utenti nella maniera più naturale possibile: ascoltando le loro lamentele e lavorando per migliorare proprio gli aspetti meno riusciti dei modelli precedenti.
Ecco sostanzialmente come nasce il nuovo MacBook Pro che è proprio per questo motivo il MacBook che stavamo aspettando e che in tanti avevano idealmente già messo nel carrello ancor prima che diventasse realtà. Io lo sto usando da un paio di settimane e ho potuto saggiarne le capacità nelle situazioni più disparate. Come sarà andata? Ve lo racconto subito.
LA MAGIC KEYBOARD CHE VORREI
Comincio subito parlandovi di uno di quegli aspetti che negli ultimi tre anni hanno causato ad Apple non pochi problemi, ovvero la tastiera. Lo sappiamo, il meccanismo di attivazione a farfalla che caratterizzava la tastiera degli ultimi modelli è stato un vero disastro. Gli utenti l’hanno criticato in lungo e in largo e la stessa Apple è stata costretta, di fronte all’evidenza, ad ammettere i propri errori. Era quindi quasi scontato che questo nuovo MacBook Pro portasse con sé una nuova tastiera come una delle principali novità. Così è stato e sono certo sarete curiosi di sapere se finalmente possiamo contare su un’esperienza d’uso all’altezza delle aspettative.
Non vi tengo oltre sulle spine e vi dico subito che a mio parere è assolutamente la miglior tastiera che Apple abbia mai inserito all’interno di un suo notebook. Si tratta della miglior tastiera per notebook in assoluto? Probabilmente no. Sicuramente è nelle migliori tre o quattro, ma proprio di recente ho provato una soluzione Lenovo (trovate qui la recensione) che ha alzato di molto l’asticella della mia valutazione in questo senso e, per quanto ben riuscita, questa nuova tastiera a forbice non raggiunge quel livello.
Intendiamoci bene, l’esperienza di digitazione è comunque estremamente soddisfacente. Se siete abituati alla tastiera dei MacBook della precedente generazione, non appena metterete le mani su questa nuova Magic Keyboard vi sembrerà di rinascere. E non per nulla Apple l’ha chiamata così; il feedback che abbiamo premendo questi tasti è infatti molto simile a quello prodotto dalla tastiera che viene venduta in bundle con gli iMac che si chiama per l’appunto Magic Keyboard.
La corsa è buona, oltre 1 mm, il feedback è leggermente attutito ma si sente e si percepisce benissimo quando abbiamo premuto a fondo un tasto. Occorre davvero pochissimo per abituarsi alla dimensione e alla spaziatura dei tasti e una volta presa confidenza sarà una delle tastiere con cui commetterete meno errori di battitura, questo ve lo posso assicurare. E poi finalmente questa tastiera è tornata a suonare come una vera tastiera.
E chiudo con due parole sul layout che non sarà fondamentale come il nuovo meccanismo che si nasconde sotto ai keycaps ma che permette di rendere tutta questa esperienza di digitazione ancora più ergonomica. Torna la croce direzionale a T rovesciata e il tasto Esc non è più integrato nella touchbar ma ha ora un suo spazio dedicato e separato. Stesso discorso per il pulsante di accensione con TouchID integrato che è posizionato all’estremità opposta della touchbar, anch’esso in un tasto separato.
COSTRUZIONE ANCORA IMPECCABILE, MA LE PORTE…
Non perderò molto tempo a parlarvi dell’aspetto estetico e dei materiali perchè a dire il vero non c’è molto da dire. Se avete posseduto un MacBook in passato, o più in generale un prodotto Apple, sapete benissimo che la qualità costruttiva è sempre di altissimo livello. La stessa cosa vale per questo nuovo MacBook Pro 16, che riprende esattamente le linee e il design dei suoi predecessori abbinandole alla stessa lega di alluminio per la scocca e il pannello dietro al display.
La sensazione di solidità è assoluta. Credo che poche altre soluzioni sul mercato siano in grado di restituire la stessa impressione di qualità; anche restando nella stessa fascia di prezzo. Flettere il display è praticamente impossibile, il piano della tastiera è estremamente rigido e lo stesso vale per i poggia-polsi. Tutte le giunture, inoltre, combaciano perfettamente e non si nota il benché minimo scricchiolio nemmeno tentando di torcerlo dalle estremità.
Le dimensioni sono ovviamente superiori a quelle del modello precedente che era dotato di un pannello più piccolo. Complici le cornici del display un pochino più strette, si ha però un’impronta che può essere complessivamente paragonata a quella di un notebook da 15 pollici di pochi anni fa. Il peso è aumentato e tocca ora i 2,0 Kg ma vi posso assicurare che siamo ancora in un range che permette di trasportarlo nello zaino senza problemi.
E chiudo con una considerazione relativa alle porte di connessione presenti sulla scocca. Parliamo ancora “solamente” di quattro Thunderbolt 3 che non sono poche in termini numerici ma che comunque costringono l’utente a circondarsi di adattatori di ogni genere e tipo. In confezione non ne troverete nemmeno uno e quindi vi consiglio di acquistarne uno di quelli multipli che trovate online. La mancanza più grande è sicuramente quella di un lettore di schede di memoria in formato standard o micro; soprattutto perché si tratta di un prodotto particolarmente usato da videomaker, fotografi e grafici, che spesso devono riversare contenuti da questa tipologia di supporti.
HARDWARE E PRESTAZIONI
Ed eccoci arrivati a parlare di componenti e prestazioni. Il nuovo MacBook Pro 16 può essere configurato scegliendo tra due differenti processori Intel di nona generazione, che sono esattamente gli stessi modelli che potevano essere scelti per il modello da 15 pollici nel suo ultimo refresh. Parliamo quindi di un Core i7 dotato di 6 core e frequenza base di 2.6 GHz e un Core i9 con 8 core e frequenza base di 2.3 GHz. Il modello a nostra disposizione offre la CPU più potente delle due appena citate insieme a 16 GB di RAM DDR4, 1 TB di storage su SSD PCIe e scheda grafica AMD Radeon Pro 5500M nella versione con 4 GB di memoria video.
In fase di configurazione potete poi decidere di configurare il vostro MacBook con un massimo di 64 GB di RAM DDR4, ed è una scelta che va fatta in fase di acquisto perché le memorie sono saldate sulla scheda madre. Anche lo storage può essere aumentato fino ad un massimo di 8TB (sì, avete letto bene), ed è possibile scegliere una variante della Radeon Pro 5500M con 8 GB di memoria dedicata.
Ma veniamo al sodo. Come si comporta questo MacBook Pro quando messo sotto torchio? Sappiamo bene che il modello da 15″ di precedente generazione configurato con processore Core i9 ha avuto, e ha tutt’ora nonostante le diverse patch, molti problemi nel gestire le temperature generate da questa CPU, con prestazioni spesso condizionate da un sistema di raffreddamento non all’altezza. Apple ha quindi lavorato molto per migliorare questo aspetto e vi assicuro che non rimarrete delusi dai risultati ottenuti.
Il sistema di dissipazione del MacBook Pro 16 è stato completamente rivisto e, anche grazie al maggiore spazio a disposizione all’interno della scocca è stato dotato di nuove heatpipe con superficie più ampia e nuove ventole caratterizzate da lamelle di dimensioni maggiori, in grado di spostare più aria verso l’esterno senza essere più rumorose. I risultati sono molto buoni, tanto da poter permettere a Apple di far girare il Core i9 a frequenze elevate per molto più tempo di quanto siamo solitamente abituati a vedere in un notebook.
Il nostro stress test che coinvolge contemporaneamente CPU e GPU mostra come, grazie ad una messa a punto decisamente spinta, si riesca a far girare tutti i core del processore ad una frequenza media che sfiora i 4.0 GHz per tutta la durata del test che, in questo caso sono ben 10 minuti. Il consumo medio è di circa 70 watt, mentre le temperature sono sempre ampiamente sopra i 90 gradi, con alcuni picchi a 100 e una media di 97/98 gradi.
Risultato indubbiamente interessante, che viene ulteriormente valorizzato dal fatto che nonostante queste temperature non si verificano mai episodi di throttling che portano ad un degrado delle prestazioni. Ho provato ad aprire durante il test una istanza di Chrome con 4-5 tab aperte in contemporanea e non ho notato incertezze o rallentamenti nemmeno per un istante.
Differenze importanti quindi rispetto al modello da 15 pollici, che riguardano la CPU ma anche la GPU. La nuova Radeon Pro 5500M offre infatti prestazioni nettamente migliori rispetto alla precedente Radeon Pro Vega 20 e a questo proposito vi lascio i risultati di un paio di benchmark generici con cui potete farvi un’idea delle differenze in termini numerici.
MacBook Pro 16 Intel Core i9 / Radeon Pro 5500M |
MacBook Pro 15 Intel Core i9 / Radeon Pro Vega 20 |
|
---|---|---|
GeekBench 5 |
1239 | 1070 |
Unigine Valley 1.0 | 24619 | 23458 |
Cinebench R20 | 3446 | 3057 |
All’atto pratico questa nuova gestione dell’hardware permette di avere prestazioni all’altezza in ogni tipo di situazione. Nell’utilizzo di tutti i giorni si è sempre parlato di una macchina da lavoro ottima, e ora anche quando la spingiamo al limite riesce a portare a termine ogni compito con un’efficienza incredibile, senza essere mai troppo rumorosa e con temperature che, all’esterno, non vanno mai oltre i 42-43 gradi nella parte alta della scocca e sulla tastiera. Tutto questo ulteriormente amplificato quando utilizziamo software ottimizzati come quelli sviluppati dalla stessa Apple.
Un render di un filmato 8K di poco più di 30 secondi viene portato a termine in circa 1 minuto e 20 secondi utilizzando Adobe Premiere Pro che, in molte situazioni non riesce a sfruttare a pieno l’accelerazione hardware. Lo stesso identico filmato esportato con le medesime impostazioni viene invece renderizzato in circa 45 secondi utilizzando Final Cut (senza pre-render). Per non parlare della gestione della timeline che con il software Apple risulta più fluida e permette di muoversi rapidissimamente all’interno dell’anteprima a risoluzione nativa.
Questo non vuol dire che le prestazioni con software come Premiere Pro non siano buone, anzi, quando occorre tirare fuori i muscoli questo MacBook Pro non si tira indietro e i risultati sono tranquillamente paragonabili a quelli di macchine Windows di pari livello hardware, come il più recente XPS 15. Non possiamo però negare che una migliore ottimizzazione che permetterebbe di sfruttare pienamente le capacità di questo MacBook sarebbe sicuramente gradita (toc! toc! Adobe ci senti?).
Per concludere, anche le memorie sono molto veloci. Il nostro modello è quello che offre SSD NVMe PCIe da 1 TB di capacità ma come già anticipato si può arrivare fino a 8 TB ma state molto attenti perché aumentare lo storage in fase di configurazione porta il prezzo a lievitare in maniera esponenziale. Testando il nostro disco utilizzando il software Black Magic abbiamo rilevato velocità di letture e scrittura sequenziali pari a circa 2900 e 2750 MB/s.
NUOVI SPEAKER E MICROFONI: WOW!
Da sempre i MacBook, specialmente quelli della linea Pro, sono un riferimento nella categoria notebook in termini di qualità e potenza dell’audio ma vi posso assicurare che per quante volte abbiate ascoltato il suono prodotto dagli speaker di un MacBook non riuscirete comunque ad immaginarvi cosa è riuscita a fare Apple con il nuovo Pro 16. Le due ampie griglie ai lati della tastiera nascondono sei nuovi speaker, con due coppie di woofer posizionati uno in direzione opposta all’altro in modo da cancellare le vibrazioni prodotte.
Speaker e woofer suonano davvero da paura. Il volume è molto alto e la qualità incredibile per degli altoparlanti così piccoli. Il suono è pulito e basta davvero solo l’audio di questo MacBook Pro per riempire una stanza di medie dimensioni. Ascoltare musica e guardare film con questo notebook è un’esperienza estremamente avvolgente.
Un’altra delle caratteristiche che mi ha sopreso di questo set di altoparlanti è poi la spazialità. L’effetto stereo è ottimo e la separazione dei canali tanto distinta da far sembrare le due sorgenti molto più lontane tra loro di quello che realmente sono. Se vi capiterà di avere un nuovo MacBook Pro tra le mani cercate la demo Dolby Atmos su YouTube e ascoltatela al massimo volume, vi assicuro che l’effetto sorround è impressionante se pensate di avere tra le mani un notebook. Si tratta del miglior audio nella sua categoria? ASSOLUTAMENTE!
Ma non finisce qui. Apple ha migliorato anche i microfoni inserendo un array composto da tre unità nella scocca di questo MacBook Pro. E anche qui, come per gli speaker, i risultati sono sicuramente impressionanti. Sfruttando solamente i microfoni interni e il registratore di note vocali pre-installato abbiamo registrato alcuni sample vocali e musicali e le clip ottenute sono di grandissima qualità. Il segnale è pulito, non gracchia mai e sfrutta la barriera offerta dal display per ottenere una sorta di effetto di risonanza, risultando così ancora più corposo.
IL DISPLAY E’ SEMPRE UNA GARANZIA
Prima di andare ad analizzare le prestazioni dello schermo che troviamo a bordo di questo MacBook Pro da 16″ è necessaria una premessa. Per effettuare le misure è necessario utilizzare il software CalMAN in abbinamento all’applicazione Client3, necessaria per ricevere tutte le schermate inviate dal portatile che fa girare CalMAN a quello che si vuole effettivamente valutare. Client3 non è al momento compatibile con MacOS Catalina poiché disponibile unicamente in versione a 32-bit.
Anche CalMAN non è disponibile per sistemi MacOS. Per eseguire le misure abbiamo fatto ricorso a sistemi “non convenzionali”: abbiamo insertito manualmente le schermate tramite una penna USB, un procedimento lungo e tedioso che non è semplice da replicare per tutti gli scenari. Servirebbero infatti oltre un centinaio di immagini per ogni spazio colore, saturazioni, sfumature e color checker. Abbiamo quindi eseguito i test principali e rimandiamo una valutazione più approfondita ad un secondo momento, quando l’applicazione verrà aggiornata e si potrà valutare tutto il pacchetto in dettaglio, senza il rischio di incappare in elementi di incertezza che altre soluzioni implicano, come ad esempio l’utilizzo di una macchina virtuale con Windows.
Sulla scala dei grigi abbiamo valutato alcuni dei profili presenti, come LCD Colori e Adobe RGB. L’errore medio che abbiamo registrato è un DeltaE di 3,1 con un valore massimo rilevato di 4 sul segnale al 95 e 100%, appena sopra la soglia del visibile, dimostrazione di come Apple sia sempre molto attenta nel fornire prodotti calibrati di fabbrica in maniera accurata. Il livello di profondità del nero è 0,3 nits mentre la luminosità massima supera i 400 nits. Il rapporto di contrasto è quindi pari a circa 1.200:1, un valore ottimo se consideriamo che si tratta di un pannello IPS.
La fedeltà cromatica è buona: la copertura dello spazio sRGB è pressocchè completa (99,9%). Il DeltaE passa dallo 0,6 del rosso al 2,2 del ciano, qundi sempre sotto la soglia critica di 3. Anche gli spazi colore più ampi vengono gestiti piuttosto bene: la copertura del DCI-P3 è pari al 98,73% xy e 98,83% uv. Complessivamente questo “primo approccio” evidenzia quindi numerosi elementi positivi che ci portano a pensare che questo MacBook Pro da 16 pollici è sicuramente in grado di garantire una buona fedeltà nel riprodurre le immagini.
Mettendo da parte l’analisi tecnica non possiamo comunque che apprezzare la qualità di questo pannello che restituisce un’esperienza visiva estremamente appagante in tutte le situazioni. Insomma, il compagno perfetto per il comparto audio di cui vi ho appena parlato.
AUTONOMIA
E veniamo all’autonomia che è sempre stata uno dei punti di forza dei notebook Apple. All’interno di questo MacBook Pro 16 troviamo una batteria da ben 99.8 Wh, e di più non si può davvero pretendere. 100 Wh è infatti il limite imposto dalla FAA per poter portare imbarcare il notebook come bagaglio a mano. Detto questo l’autonomia non è da record ma è assolutamente soddisfacente.
Con luminosità automatica in un ambiente mediamente luminoso e un uso lavorativo standard fatto di navigazione, videoscrittura, musica in streaming e qualche video su YouTube io sono arrivato a 8 ore e mezza di utilizzo, portando quindi a termine quel che potrebbe essere considerata una giornata tipo. Ovviamente alzando il carico di lavoro questa autonomia diminuisce e utilizzando il MacBook al massimo delle sue possibilità la batteria si scarica in un’ora e mezza abbondante.
Autonomia Apple MacBook Pro 16
Consumo orario | Autonomia | |
Internet Work in Wi-Fi | -11,6% | 8,6 ore |
YouTube / Netflix | – 9,8 % | 10,2 ore |
Rendering / Giochi | – 62,5 % | 1,6 ore |
Draining in standby (Connected Standby Off) | -0.1% | 41 giorni |
Luminosità schermo al 50% (circa 120 nit), audio al 50%.
In confezione troviamo poi il nuovo caricatore da 96W con cavo Type-C per il quale Apple ha compiuto un’altra piccola impresa mantenendo le stesse identiche dimensioni del modello da 87W aumentando però la capacità di ricarica. Con il notebook in standby occorrono quindi circa due ore per caricare completamente la batteria.
IN DEFINITIVA: IL MACBOOK PRO PIU’ TRASPARENTE DI SEMPRE
Sì, avete letto bene, questo è indubbiamente il MacBook Pro più trasparente di sempre. Ovviamente non nel senso letterale del termine, il prodotto in sé è più concreto che mai. L’idea che voglio infatti far passare è che questa è una macchina della quale vi dimenticherete presto perchè semplicemente vi metterà talmente a vostro agio che l’unica cosa a cui dovrete pensare sarà il vostro lavoro o il contenuto che state sviluppando.
Sono tante le cose che sono migliorate o cambiate rispetto al modello precedente e tutte vanno proprio in questa direzione: soddisfare le richieste dell’utente e rendere l’esperienza d’uso più naturale possibile. Ovviamente tutto questo funziona ancora meglio se il MacBook Pro viene circondato da tutti gli altri prodotti dell’ecosistema; ma questo è un argomento ormai assodato.
Arriviamo quindi al prezzo, che è come sempre molto alto ma che per la prima volta da anni non è aumentato rispetto alla scorsa generazione pur offrendo dei tagli di memoria di quantità doppia. Il modello a nostra disposizione costa 3299 euro ma si può arrivare molto più in alto aumentando RAM e storage. Se avessi la disponibilità economica necessaria opterei probabilmente per il modello con Core i9, 32 GB di RAM, Radeon Pro 5500 M con 8GB di memoria e SSD da 1TB, per un costo complessivo di 3779 euro.
A chi consiglio quindi il nuovo MacBook Pro 16? Sicuramente a chi non ha limiti di budget e vuole un prodotto che gli permetta di scendere a pochissimi compromessi in termini di potenza di calcolo pur mantenendo un’ottima autonomia quando staccato dall’alimentazione. Ma anche a chi già possiede il modello da 15 pollici e non è soddisfatto al 100% per via di tutti quegli aspetti (tastiera, prestazioni ecc.) che qui sono stati migliorati. Se rientrate in questa categoria cercate di rivendere a buon prezzo il vostro modello e investite qualche centinaio di euro nella differenza; non resterete sicuramente delusi.
PRO E CONTRO
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