La navetta Starliner della Boeing non potrà raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale: lo detto l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstin. La navetta non è però perduta e si sta lavorando per farla rientrare a Terra, nella base dell’Esercito Usa di White Sands nel Nuovo Messico nel giro di 48 ore. “Abbiamo programmato il rientro a White Sands entro due giorni – ha precisato Jim Chilton della Boeing nella conferenza stampa congiunta con la Nasa – se potremo stare più a lungo e fare più test, lo faremo”. La navetta costruita dalla Boeing per la Nasa ha lasciato la base di Cape Canaveral (Florida) con un lanciatore Atlas V alle 12,37 italiane. La capsula, senza equipaggio, era diretta alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), dove ad accoglierla la aspettavano i sei membri dell’equipaggio al comando di Luca Parmitano, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Ma nonostante il lancio sia avvenuto senza alcun problema non è entrata nell’orbita prevista, anche se ora si trova in una configurazione stabile, come scrive la Nasa sul suo sito. I tecnici della Nasa e della Boeing stanno cercando di definire cosa è successo.
Con la Crew Dragon della SpaceX doveva restituire agli Stati Uniti la capacità di trasportare uomini nello spazio. Il test doveva essere definitivo prima di poter dare il via libera al trasporto degli astronauti e il suo successo doveva dare il via libera al primo volo di un equipaggio con un veicolo americano dopo l’uscita di scena dello Space Shuttle, nel 2011.
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L’obiettivo di questo test di volo era provare la capacità dei sistemi operativi della Starliner in orbita, come quelli di attracco alla Iss, comunicazione, controllo ambientale e propulsione, e raccogliere dati che certifichino la capacità della navetta di trasportare sulla Stazione Spaziale e riportare indietro sulla Terra un equipaggio umano.
A bordo della Starliner c’è Rosie (chiamata così in onore di Rosie la Rivettatrice, icona culturale degli Stati Uniti, che rappresenta le donne americane che lavoravano nelle fabbriche durante la seconda guerra mondiale), una sorta di manichino con l’aspetto di un astronauta, vestito con la tuta, che darà informazioni importanti sull’esperienza di volo per l’equipaggio grazie ai suoi 15 sensori. Con lei a bordo c’è anche un enorme peluche di Snoopy spaziale.