Con una serie di modifiche alle direttive precedenti è entrata in vigore il 7 gennaio il New Deal per i consumatori dell’ecommerce voluto dall’Unione Europea. Tra le norme ci sono maggiore trasparenza riguardo alla comunicazione sui prodotti e su i venditori così come sui prezzi
Per tutelare i sempre più numerosi consumatori che scelgono di fare acquisti online usando strumenti digitali, è entrata in vigore il 7 gennaio la normativa dell’Unione europea per proteggere chi sceglie l’ecommerce. Dal 7 gennaio sono infatti attive le nuove norme previste nel quadro del cosiddetto New Deal per i consumatori e definite dall’Ue al fine di dare maggiori garanzie ai clienti di siti di ecommerce e adeguare le norme attuali all’evoluzione degli strumenti digitali.
Nel complesso, le nuove norme serviranno a garantire una maggiore trasparenza nel settore del commercio elettronico. Un capitolo importante riguarda le modifiche ad alcune direttive precedenti. In particolare, con le nuove regole sarà più chiaro, per chi acquista, stabilire se i prodotti o i servizi sono venduti da un commerciante o da un privato, e saranno vietate le recensioni o le sponsorizzazioni false. Allo stesso modo, commercianti non potranno applicare riduzioni di prezzo ingannevoli e dovranno sempre indicare il prezzo precedente alla riduzione, mentre i siti di comparazione avranno l’obbligo di informare i consumatori sui criteri di classificazione.
Il nuovo inquadramento prevede anche una semplificazione delle pratiche di ricorso da parte dei consumatori nei confronti dei commercianti che adottano comportamenti illeciti e lesivi dei diritti di chi acquista online. Sempre in questa direzione, la normativa garantisce misure di compensazione, come il risarcimento delle vittime di pratiche commerciali sleali, e la possibilità di sanzioni effettive per i commercianti.
Proprio riguardo alle sanzioni si è espresso anche Didier Reynders, Commissario europeo per la Giustizia, dicendo che “Le imprese che violano su larga scala le norme UE a tutela dei consumatori rischiano un’ammenda pari ad almeno il 4% del proprio fatturato annuo. Si tratta di una sanzione sufficientemente dissuasiva ed efficace per evitare che operatori commerciali disonesti possano ingannare.”
Dal canto suo, la Vicepresidente europea responsabile per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, invita ora tutti i paesi europei a fare la loro parte, e ricorda che “per proteggere i consumatori dai commercianti disonesti e dagli imbroglioni on line è però necessario che le nuove norme siano applicate con rigore, invito dunque tutti gli Stati membri a garantirne l’applicazione tempestiva.”
I paesi dell’Unione hanno ora due anni di tempo per adeguarsi e recepire la direttiva voluta da Bruxelles, e saranno singolarmente chiamati a definire anche il quadro normativo relativo delle sanzioni nel caso di violazione delle norme.
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