Tiene d’occhio le chat e identifica i potenziali molestatori.
Che il web non sia un giardino dell’Eden, del tutto privo di pericoli, è una triste ma dure realtà che tutti dovrebbero ormai avere chiaro.
Tali pericoli sono ancora maggiori per i soggetti più vulnerabili, come i bambini, che, non riconoscendo i segnali d’allarme, possono finire preda con relativa facilità di chi si aggira per la Rete cercando vittime per la propria brama, spesso sessuale.
La cronaca, in questi anni, ha fornito diversi esempi di questo comportamento, ma ora la tecnologia può venire in aiuto di quanti lavorano per far scomparire il fenomeno dell’adescamento pedofilo in Internet.
La tecnologia in questione si chiama Project Artemis ed è uscita dai laboratori di Microsoft, che ha iniziato a testarla su Xbox Live e nelle chat di Skype.
Artemis è un sistema automatico che analizza le espressioni usate per comunicare dai vari partecipanti alle chat. Se individua modi di esprimersi che rimandano a quelli tipicamente usati dai potenziali molestatori, che proprio nelle conversazioni online vanno a caccia di vittime, assegna un «punteggio di rischio» all’autore delle frasi.
Tale punteggio serve per distinguere e organizzare in una sorta di graduatoria i contenuti che hanno bisogno di essere verificati da un addetto umano, ed eventualmente segnalati alle forze dell’ordine.
A partire dal 10 gennaio, Project Artemis, per ora attivo solo per le conversazioni che avvengono in inglese via Skype o Xbox Live, è disponibile su licenza gratuita per l’uso da parte di altre aziende attraverso l’organizzazione no profit Thorn, il cui scopo è affrontare lo sfruttamento sessuale dei bambini.