VERSO IL VACCINO
Due o tre mesi per la prima sperimentazione del vaccino contro il coronavirus 2019-nCov, condotta su un piccolo numero di persone per verificarne la sicurezza: lo ha detto in un’intervista all’ANSA Anthony Fauci, uno dei più celebri immunologi del mondo e direttore del capo dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) che fa parte dei National Institutes of Health (Nih). “Stiamo lavorando con l’azienda biotecnologica Moderna e con la Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovation)”.
Punto di partenza nel cammino verso il vaccino, così come nella conoscenza del virus, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha chiamato Covid-19, è stata la sua mappa genetica: “le sequenze genetiche messe a disposizione dalla Cina hanno permesso di sviluppare rapidamente un test diagnostico” e “sono state utili nello sviluppare un vaccino preventivo”.
Il vaccino si basa su una delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, che utilizza la sequenza del materiale genetico del coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna). E’ quindi un vaccino sintetico, che non utilizza il virus ma l’informazione contenuta nelle mappa genetiche finora pubblicate sulle banche dati GenBank e Gisaid, entrambe liberamente accessibili alla comunità scientifica.
“Stiamo lavorando per sviluppare un vaccino a ‘Rna messaggero per il nuovo coronavirus”, ha detto Fauci. Attualmente, ha aggiunto, “anche altri Paesi e altre aziende stanno lavorando su un vaccino”.
Lo stesso Niaid “sta sostenendo ricercatori e aziende per sviluppare altri candidati vaccini”. “Per quanto riguarda il nostro lavoro con Moderna e Cepi, prevediamo di avere un vaccino sperimentale pronto per la fase 1 dei test clinici entro 2 o 3 mesi”. Questa prima tappa della sperimentazione clinica, ha osservato, “consisterà nel somministrare il vaccino a un piccolo di adulti sani negli Stati Uniti per vedere se è sicuro ed è in grado di indurre una risposta immunitaria.
Se questo avrà successo e l’epidemia non sarà conclusa potremo promuovere un test clinico più ampio, di fase 2, allo scopo di dimostrare l’efficacia (o meno) del vaccino in un arco di tempo che va da un anno a un anno e mezzo”. A questo punto, ha concluso il direttore del Niaid, “se il vaccino si sarà dimostrato efficace, saranno necessari ancora dei mesi per produrre una quantità di vaccino sufficiente per una vasta distribuzione”.
POSSIBILE LA TRASMISSIONE ASINTOMATICA
Ci sono elementi per sostenere che il nuovo coronavirus possa essere trasmesso anche per via asintomatica, ossia da chi pur avendo l’infezione non mostra ancora i sintomi, ha detto ancora Fauci. “In genere la maggior parte dei virus si trasmettono quando qualcuno ha i sintomi, ma con il nuovo coronavirus sembra esserci una trasmissione asintomatica”.
“Non sappiamo quanti casi si debbano alla trasmissione asintomatica o meno. Generalmente i virus sono
trasmessi da persone che hanno l’infezione e mostrano i sintomi”, ha osservato Fauci.
“C’è molto che non sappiamo sul nuovo coronavirus, compresa la sua specifica abilità nel trasmettersi”, ha detto ancora. “Sulla base delle prime conoscenze sospettiamo che la sua trasmissione sia simile a quella dell’influenza e di altri virus che aggrediscono le vie respiratorie, ossia per mezzo delle goccioline che si diffondono quando una persona che ha l’infezione tossisce o starnutisce, oppure toccando superfici, come le maniglie delle porte, sulle quali si è depositato il virus e quindi toccandosi il viso”.
Si è letto recentemente che il nuovo coronavirus sia presente anche nelle feci e nel vomito, “ma c’è ancora molto incertezza – ha osservato – sul fatto che il virus possa essere trasmesso attraverso queste modalità”.
LA LETALITA’ POTREBBE ESSERE INFERIORE AL 2%
Alla luce dei dati finora noti, il tasso di mortalità del coronavirus 2019-nCoV è del 2%, ma considerando i casi asintomatici o con sintomi molto lievi potrebbe essere inferiore, ha aggiunto Fauci.
Il tasso di letalità viene calcolato sulla base del rapporto fra il numero complessivo di casi e quello delle morti dovuti al virus. Individuare un valore preciso è difficile perché, ha osservato Fauci, “c’è molto che non sappiamo sul nuovo coronavirus”.
COME POTRA’ EVOLVERSI IL VIRUS?
Secondo l’immunologo è “impossibile prevedere come il virus potrà evolversi. La nostra speranza – ha aggiunto – è che le straordinarie misure di contenimento che la Cina ha messo in atto aiutino a evitare che l’epidemia possa trasformarsi in una pandemia. Ma dato che il virus è presente in 27 Paesi e si trasmette da uomo a uomo, potrebbe prendere piede e evolversi in una pandemia”.
L’emergere del Covid-19 è un altro episodio che si aggiunge alla lunga sequenza di virus comparsi nel corso della storia, “dalla peste bubbonica all’influenza del 1918. Non possiamo prevedere quali nuove malattie infettive compariranno né prevenire la comparsa di qualcosa di sconosciuto. Quello che possiamo fare – ha concluso – è imparare il più possibile sui virus emergenti, in modo da sviluppare rapidamente diagnostici, terapie e vaccini”.