Pronta la mappa 3D del coronavirus SarsCoV2: è la struttura molecolare di una delle armi che il virus usa per entrare nelle cellule. Conoscerla è importante per mettere a punto farmaci e vaccino. Pubblicato su Science, il risultato è stato ottenuto nell’Università del Texas ad Austin con l’Istituto americano per la ricerca sulle malattie infettive (Niaid), parte dei National Institutes of Health (Nih).
La mappa riproduce nei dettagli la struttura di una delle proteine che si trovano sulla superficie del virus, chiamate ‘spike’ (punta o spina) e che funzionano come minuscoli grimaldelli che permettono al coronavirus di scardinare le porte d’ingresso delle cellule del sistema respiratorio umano per penetrare al loro interno e moltiplicarsi. Gli autori della scoperta, coordinati da Jason McLellan sono lo studente Daniel Wrapp e il ricercatore Nianshuang Wang, entrambi dell’Università del Texas.
Tutti sono attualmente impegnati nella ricerca sul vaccino contro il nuovo coronavirus. Conoscere la struttura della proteina che il virus utilizza come grimaldello significa avere un materiale prezioso per sollecitare la formazione di anticorpi. La molecola può inoltre essere utilizzata come una sorta di calamita molecolare per attrarre gli anticorpi presenti nel sangue di chi ha avuto l’infezione, raccoglierli e utilizzarli per combattere la malattia provocata dal virus, la Covid-19.
Da anni, inoltre, il gruppo di MvLellan sta studiando altri coronavirus, compreso quello che nel 2015 ha scatenato la Mers, e il parente più stretto del SarsCoV2, ossia il coronavirus che nel 2002-2003 è stato responsabile della Sars. Per questo da tempo i ricercatori avevano messo a punto la tecnica che permette di rendere più facile e preciso lo studio della proteina, tanto da riprodurla appena due settimane dopo la pubblicazione della prima sequenza del virus da parte della Cina, all’inizio di gennaio.
Dodici giorni più tardi avevano ottenuto la struttura molecolare e avevano presentato l’articolo scientifico alla rivista Science per la pubblicazione; la rivista ha accelerato il processo di revisione da parte della comunità scientifica e ha anticipato la pubblicazione di un giorno, rispetto alla tradizionale cadenza settimanale di uscita. E’ un esempio eloquente della corsa alla condivisione dei dati da parte di chi sta cercando di mettere a punto contromisure efficaci per combattere il nuovo virus.