Si sente sempre la raccomandazione di lavarsi bene le mani per almeno 20 secondi. Ma anche asciugarle è fondamentale, perché si rimuove il bagnato, potenziale veicolo di patogeni, e perché la frizione elimina tracce eventualmente rimaste. E in ospedale conta anche il tipo di asciugamano
(foto: Candace Gottschalck via Getty Images)
Lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone, per almeno 20 secondi, è uno strumento per ridurre in maniera significativa i contagi. Durante l’emergenza coronavirus l’abbiamo ripetuto – o meglio lo hanno ripetuto, le autorità – ormai numerosissime volte. Tuttavia, non solo lavarle, ma anche asciugarle è importante ed è una parte integrante del processo che porta alla loro pulizia completa di questo “tramite” delle infezioni. Lo hanno confermato due ricercatori inglesi, dell’università di Swansea, in uno studio pubblicato sul Journal of Infection Prevention.
Asciugare le mani aiuta a rimuovere i patogeni
I due autori inglesi, John Gammon e Julian Hunt, hanno svolto una revisione di numerosi risultati scientifici sull’argomento e hanno confermato che asciugare bene le mani con un asciugamano pulito è fondamentale per una corretta igiene delle mani e dunque per la rimozione di eventuali patogeni. Questo perché da un lato si elimina il bagnato, che di fatto può essere un veicolo di microorganismi anche non buoni per noi. Dall’altro, inoltre, è proprio la frizione che si applica quando ci si asciuga in grado di rimuovere ulteriormente possibili tracce di patogeni. E non asciugarle o non asciugarle con cura può far male anche alla pelle, aumentando in certi casi, soprattutto se lo si fa ripetutamente, il rischio di dermatite da contatto. L’analisi odierna riguarda soprattutto l’eliminazione di batteri, anche se gli autori hanno specificato, in un articolo, appena pubblicato su The Conversation, che i risultati possono essere rilevanti ed estesi anche al caso del nuovo coronavirus Sars-CoV-2.
Le infezioni ospedaliere, in generale più pericolose
Ma anche il come si asciugano può fare la differenza, soprattutto in ospedale: certi metodi potrebbero essere più efficaci di altri. I due ricercatori hanno analizzato le pubblicazioni che affrontano l’argomento dal punto di vista di cosa succede in ospedale. Qui per varie ragioni – la presenza di ceppi resistenti, la maggiore fragilità delle persone che sono malate e ricoverate, ad esempio hanno ferite chirurgiche – i rischio di infezioni anche importanti è più elevato. Le infezioni ospedaliere sono la più frequente e grave complicanza dell’assistenza sanitaria secondo l’Istituto superiore di sanità – ovviamente precisiamo che, soprattutto per i pazienti ricoverati con il coronavirus, vengono mettono in atto protocolli specifici affinché il virus non si trasmetta ad altri pazienti o al personale medico.
Per questo, se ci rechiamo in ospedali o cliniche anche per una semplice visita o per andare a trovare un parente, ecco cosa dobbiamo sapere su come asciugarci le mani.
Come asciugare le mani
Dunque qual è il modo di asciugarsi le mani che protegge di più? La carta assorbente, ovvero le salviette di carta, è preferibile ed è lo strumento da utilizzare in ospedale, sia se si va a fare una visita sia per i sanitari sia per i pazienti ricoverati. Mentre l’asciugamano elettrico – l’aria calda o i jet dryer – come anche l’asciugamano a rullo, quello che si riavvolge, non sono raccomandati nelle strutture sanitarie.
L’asciugamano elettrico e quello a rullo
L’asciugamano elettrico è spesso considerato più sostenibili, tuttavia può aumentare la dispersione di particelle e di microorganismi nell’aria, contaminando l’ambiente. Il risultato vale soprattutto per altri patogeni e negli ospedali, mentre riguardo al nuovo coronavirus non c’è alcuna prova che rimanga nell’aria, come spiegato precedentemente. L’asciugamano a rullo o rotolo è sconsigliato in ospedale perché quando è completamente arrotolato ci si asciuga di nuovo con una parte già utilizzata. E questo potrebbe essere una sorgente di un contatto con eventuali patogeni.
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