Il lavoro della task force istituita per studiare l’utilizzo di una app per il tracciamento dei contatti per evitare il diffondersi del coronavirus è alle fasi conclusive ed ora toccherà al governo decidere quale soluzione adottare. “Conto di ricevere nelle prossime ore la relazione finale che sarà mia cura inoltrare al presidente Conte e agli altri membri del governo”, ha spiegato la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Trasporti alla Camera.
Stessa sede nella quale il Garante per la Privacy, Antonello Soro, ha posto alcuni paletti, come la necessità di una legge o di un decreto legge per la sua implementazione e la necessità di un “consenso non condizionato” da parte del singolo cittadino. L’applicazione dovrebbe in sostanza consentire di tracciare i contatti di un soggetto positivo al coronavirus, attraverso una app scaricata sugli smartphone dei vari cittadini.
“Ci sarà una shortlist di app, ovvero una rosa di soluzioni tra cui scegliere“, ha spiegato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante per l’Italia all’Oms. L’utilizzo dello strumento dovrà, comunque, garantire il rispetto di alcune condizioni, a partire dalla volontarietà di partecipazione e dalla garanzia di anonimato. L’intero sistema dovrebbe essere, inoltre, gestito da uno o più soggetti pubblici.
Una volta “raggiunta la finalità perseguita – ha spiegato Pisano -, tutti i dati ovunque e in qualunque forma conservati, con l’eccezione di dati aggregati e pienamente anonimi a fini di ricerca o statistici, dovranno essere cancellati”. Condizione indispensabile è anche che la soluzione adottata sia effettivamente efficace sul piano epidemiologico. Il sistema potrebbe basarsi sulla tecnologia bluetooth, consentendo di identificare gli smartphone venuti a contatto con quello di un soggetto positivo.