Le stelle cadenti della cometa di Halley, le Eta Aquaridi, hanno salutato la Terra. hanno infatti raggiunto il picco di attività all’alba del 5 maggio. A partire dalle 4,00 del mattino, a ridosso del tramonto della Luna e poco prima del sorgere del Sole, c’è stata una stretta finestra di osservazione che permesso di vedere le meteore più brillanti. “E’ uno sciame famoso perché è legato alla cometa di Halley che si lega anche a un altro sciame, quello delle Orionidi, meteore visibili in autunno”, ha detto all’ANSA l’astrofisico Gianluca Masi, fondatore e responsabile del Virtual Telescope.
Ogni volta che la cometa di Halley visita il Sistema Solare interno, ogni 76 anni, lascia dietro di sé una scia di frammenti. Quando la Terra incrocia lungo la sua orbita questa nube di detriti, questi bruciano nell’impatto con l’atmosfera, producendo la scia luminosa tipica delle stelle cadenti. Il nome di queste meteore è legato alla costellazione dalla quale sembrano scaturire, quella dell’Aquario.
“E’ una costellazione bassa sull’orizzonte e per l’osservazione – ha spiegato Masi – è certamente favorito l’emisfero australe rispetto a quello settentrionale”. Per la stessa ragione, aggiunge, in Italia queste meteore si vedono meglio dalle regioni meridionali. Inoltre, rileva l’astrofisico, “sulla pioggia di Eta Aquaridi di quest’anno incombe la luce della Luna quasi piena. Il plenilunio è infatti il 7 maggio”.