Una delle funzioni che usiamo maggiormente sui nostri smartphone è la fotocamera con cui ogni giorno fermiamo istanti da condividere, catturiamo un momento della nostra vita, ci facciamo tanti selfie. Pur non essendo dei fotografi professionisti, tuttavia, siamo sempre alla ricerca della foto perfetta, pronti a scattarne un notevole quantitativo prima di scegliere quella giusta.
Realizzare delle belle foto con uno smartphone oggi non è difficile. La qualità dei sensori è salita esponenzialmente e ci sono anche tante funzionalità software che ci danno una mano. Ma c’è qualcosa che la tecnologia non può offrire per realizzare una foto perfetta:
“La tecnica è fondamentale, ma è fondamentale avere qualcosa da dire”
Questo è il pensiero di Daniele Molineris, fotografo professionista, con cui ho avuto modo di farmi una piacevole chiacchierata, parlando proprio di come sia possibile scattare foto professionali anche con uno smartphone, foto che non siano solo belle ma che abbiano uno scopo ben preciso, catturate per mostrare, per raccontare, per trasmettere qualcosa.
Non servono sempre luoghi o posti speciali, spesso basta guardarsi intorno e pensare a come si potrebbe rendere interessante la scena che abbiamo di fronte.
Partendo dalla tecnica, secondo Daniele è innanzitutto necessario conoscere bene il prodotto che si utilizza, fin dove può arrivare. Anche lui, all’inizio era un po’ scettico nel pensare che con uno smartphone avrebbe potuto scattare delle belle foto. In realtà, oggi alcune le fa molto volentieri, fermo restando di sapere sempre quale tipo di foto può permettersi di fare.
Per intenderci, inutile sperare di risucire a scattare una foto sportiva con un soggetto perfettamente a fuoco e tutto il resto sfocato come sarebbe possibile con un obiettivo da 300mm ed apertura f/2.8. Ma se abbiamo un paesaggio in cui all’interno avviene un’attività sportiva, come spesso accade, allora in quel caso li funziona bene.
Per realizzare le foto che mi ha mostrato, Daniele ha utilizzato un iPhone 11 Pro Max. Lo scorso anno aveva un iPhone XS Max. Usa prevalentemente l’app nativa, ideale per il punta e scatta ma quando ci sono quei minuti in più che lo permettono, si affida ad app tipo ProCamera che offre molti controlli manuali oltre a salvare il formato RAW che consente di salvare la foto grezza, nella sua forma originaria, senza nessun tipo di modifica da parte di algoritmi.
Il formato RAW è l’ideale per lavorare successivamente sulle immagini, una fase utile per fare emergere il meglio in uno scatto. Su iPhone, Daniele si affida ormai solo a Lightroom Mobile di Adobe, un’app che è riuscito fin da subito ad utilizzare al meglio conoscendone già bene la versione desktop con tutti i suoi vari profili e preset. Anche il questo caso, comunque, il discorso resta sempre quello di conoscere bene gli strumenti, trovare quindi il giusto feeling con un’app che consenta di ottimizzare il proprio “workflow”, sia per quanto riguarda la qualità finale che il tempo impiegato nell’editing.
Ma veniamo agli scatti. Daniele mi ha mostrato la sua galleria fotografica e scorrendola ne ho scelti alcuni che mi hanno fatto fermare, che hanno catturato la mia attenzione. Per ognuna di queste foto ho voluto che Daniele mi raccontasse come sono nate, quali sono state le difficoltà o le attenzioni scelte per realizzarle.
GLI SCATTI
“Mostrare la strada percorsa è un buon modo per aggiungere storia ad una fotografia”. E questo possiamo prenderlo subito come un primo interessante consiglio per la realizzazione delle nostre foto. In questo il soggetto era vicino e alle sue spalle tutta la cresta di salita.
“In questa foto l’iPhone ha tenuto benissimo le alte luci della neve e Lightroom mi ha permesso di recuperare i dettagli, anche nel primo piano”
“Alcune situazioni bisogna andarle a cercare”. In questo caso, grazie all’app Sun Seeker, Daniele ha controllato la posizione e l’ora in cui sarebbe sorto il sole ed è partito dal bivacco in tempo per poter sfruttare le luci migliori per lo shooting.
Mentre aspettavamo il sole ho scattato questa fotografia. Grazie all’ultragrandangolo sono riuscito ad avere un primo piano interessante che accompagna lo sguardo verso il Cervino e il massiccio del Monte Rosa che inizia ad essere illuminato dal sole.
“Vale sempre la pena provare”. Non servono sempre luoghi o posti speciali, spesso basta guardarsi intorno e pensare a come si potrebbe rendere interessante la scena che abbiamo di fronte.
Questo è il garage di casa poco prima di un’uscita in bici, è bastato sottoesporre già in fase di scatto ho ottenuto questa luce interessante. Ho chiuso ulteriormente i neri in Lightroom per eliminare quasi completamente ciò che poteva disturbare e il risultato è stato sopra le aspettative.
Questa è stata una delle foto che mi ha particolarmente impressionato. Ho chiesto a Daniele come l’ha realizzata.
Ricordo questa fotografia, è stata la prima volta che ho provato ad usare lo smartphone per fotografare lo sport. Stavo facendo un servizio fotografico e ad un certo punto ho provato a scattare qualche fotografia anche con l’iPhone. Con ProCamera ho scattato in DNG per salvare il maggior numero di dettagli dato che la luce non era semplice. Ho editato con Lightroom sulla via del ritorno ed arrivati alla macchina avevo già la mia fotografia pronta.
“E’ fondamentale sapersi guardare attorno”. A volte basta una semplice intuizione per valorizzare uno scatto.
Questa è una piazza in una giornata di fine estate, la luce era abbastanza forte e vidi quel quadrato di luce molto luminoso. Per rendere la fotografia interessante ho chiesto ai ragazzi di correre nel centro dello spot luminoso. Ho sottoesposto di parecchio e il risultato è stato quello voluto. Con Lightroom ho poi cercato di recuperare le ombre sui due soggetti e dare ai vetri un po’ di contrasto in più.
“Lo smartphone è sempre a portata di mano”, anche in bicicletta, così quando capita qualcosa di interessante o si attraversa un tratto particolarmente bello si può utilizzare anche mentre si è in sella.
In questo caso il buio del bosco mi ha permesso di alzare un po’ il tempo di esposizione ed essendo anche io in movimento, di ottenere questa specie di panning che rende l’immagine un più dinamica.
“Poi ci sono situazioni in cui basta scattare senza pensarci troppo”. Trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Il sole del primo mattino e l’assenza di vento tipica delle prime ore del giorno regalano a questa vista mozzafiato sul Monte Bianco dal Lac De Cheserys le condizioni perfette, a patto di arrivare li per tempo.
“I tramonti sul mare sono un cliché”, ma bastano due persone che corrono sul molo per raccontare qualcosa di più di un semplice tramonto.
Se poi sei sull’adriatico e sai che da quella parte il sole sorge, puoi farti un’idea dell’ora a cui ci siamo alzati per scattare queste fotografie. Anche in questo caso sottoesporre un po’ la scena mi ha permesso di preservare il sole e scattare sdraiato a terra di avere le due silhouette che si stagliano sul cielo
“Spesso pensiamo che le giornate di sole siano le migliori”, ma invece bisognerebbe provare a sfruttare il brutto tempo e la sua luce perché capita sovente che aiuti a regalare alla scena qualcosa di più.
Questa strada toscana non avrebbe avuto gli stessi colori sotto il sole diretto. Bisogna però mettere in conto di rimanere sotto il temporale.
“È sempre molto importante tutta la scena che fotografiamo, non solo il soggetto”, soprattutto quando si utilizza l’ultra grandangolo.
In questo caso avere il soggetto in primo piano, con la salita che ha percorso alle sue spalle e sullo sfondo il Cervino rende quest’immagine completa. Il grandangolo di iPhone distorce parecchio, bisogna fare attenzione ad usarlo quando si fotografano le persone, e ci sono dei limiti entro i quali riesco ad accettare questa distorsione.
“Prestare attenzione alla composizione e all’esposizione” sono le uniche due regole basilari per fotografare con uno smartphone, non c’è molto altro a cui badare.
Lavorare per sottrazione, togliendo gli elementi di disturbo credo sia la cosa più importante per queste fotografie, quindi facciamo attenzione a non includere nell’inquadratura elementi che non aggiungono niente o che disturbano la fotografia, a volte basta cambiare obiettivo ma sovente basta fare qualche passo in più. Ciò che non si vede, nelle foto, non esiste.
“La preparazione, il riposo, la fatica sono tutti elementi importanti per comunicare qualcosa”.
Questa giornata era fredda e nebbiosa, eravamo in cima alla salita e ci stavamo preparando a scendere, mi piaceva questo momento di calma, così come mi piacciono tutti i momenti che precedono o seguono l’azione. In questo caso ricordo bene che per incorniciare meglio la scena sono andato in mezzo alle felci, per avere qualcosa in primo piano che desse tridimensionalità alla scena.
“Non serve fotografare solo ciò che è esteticamente bello o di cui sappiamo che troveremo un consenso”
In questo collage c’è il racconto di una giornata in bici. Si percepisce il paesaggio, l’estetica delle strade di montagna, ma anche la fatica e il sudore. Precedere di un po’ ci permette di comporre la scena al meglio, ma anche seguire e scattare in movimento ci permette di essere dentro la scena e non trascurare i dettagli, è ciò che completa il lavoro.
Il tempo della mia chiacchierata con Daniele è finito ma resterei ad ascoltarlo per ore così come capita quando ti rendi conto che di fronte hai una persona da cui molto da imparare.
Questi pochi consigli valgono nel momento in cui proviamo a trovare il nostro modo di fotografare, la tecnica è fondamentale, ma è fondamentale avere qualcosa da dire. Cercare esclusivamente la fotografia che funziona sui social non ci permetterà di tornare a casa con dei ricordi autentici delle nostre esperienze. Se invece proviamo a raccontare una storia, così come è avvenuta, riguardare quelle foto ci scalderà un po’ il cuore.
INTERVALLO
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