I campeggiatori lo sanno bene, uno dei punti deboli dei fornelli da campeggio è la loro fiamma scoperta, sensibile agli effetti del vento. Per ovviare a questo problema si sono scomodati nientemeno che al Design and Technology Lab dell’ETH di Zurigo, con un progetto universitario che ha prodotto Peakboil, il prototipo del fornelletto da campeggio più tecnologico del mondo, dotato di un accorgimento che gli consente di funzionare anche nel mezzo di una bufera di vento.
Increspato. Il cuore di Peakboil è il bruciatore, la cui forma è “increspata” in un modo che lo fa assomigliare vagamente a uno spremiagrumi. Rispetto a una comune forma cilindrica “liscia”, questa consente infatti di aumentare l’area di contatto tra la fiamma e il contenitore metallico dentro il quale il bruciatore stesso è incorporato (rendendo così più efficiente la trasmissione del calore).
Ma ecco la sfida principale: trovare un sistema di produzione in grado di realizzare una forma tanto virtuosa da un punto di vista “teorico”, quanto complessa da ottenere con le tecniche tradizionali.
L’UNICO MODO. La soluzione? Una tecnologia di produzione additiva, simile alla stampa 3D, che ha di fatto costruito il bruciatore strato per strato (ognuno spesso appena un trentesimo di millimetro), fondendo selettivamente la polvere di acciaio attraverso un raggio laser. «È solo grazie a questa tecnica che si possono ottenere forme complesse come quelle del nostro bruciatore», ha dichiarato Julian Ferchov, capo del progetto e ricercatore dell’ateneo elevetico.
Il primo prototipo di PeakBoil è stato messo alla prova sul campo, sulla vetta del monte Säntis (2.500 metri di altitudine) nel massiccio elvetico nordorientale: nonostante il fortissimo vento in vetta è stato in grado di far bollire dell’acqua senza battere ciglio.