La nuova gamma di dispositivi Echo, giunti alla quarta generazione, era stata presentata qualche settimana fa insieme a una serie di altre novità a marchio Amazon che spaziavano dalla nuova Fire Stick alle telecamere di sicurezza.
La parola d’ordine, come sempre quando si parla dei dispositivi Echo, è smart home, perché l’obiettivo è implementare un ecosistema casalingo in grado di gestire l’ambiente domestico tramite i comandi vocali impartiti ad Alexa, l’assistente virtuale di casa Amazon.
La quarta generazione della serie Echo comprende dunque quattro dispositivi: il classico Echo, i piccoli Echo dot con e senza orologio a LED e l’Echo Show 10. Per quest’ultimo ci sarà da attendere ancora un po’, ma in redazione sono arrivati degli esemplari dei primi tre e noi li abbiamo messi subito all’opera, eccoli qui.
DESIGN
La prima cosa che colpisce l’osservatore è senz’altro l’aspetto: la nuova serie Echo ha abbandonato le linee cilindriche delle generazioni precedenti per abbracciare un design tondeggiante che personalmente trovo molto piacevole e moderno; è uno di quei casi in cui l’aspetto estetico va a braccetto con la funzionalità, dato che la forma sferica permette di posizionare woofer e tweeter in modo da emettere un suono ancora più avvolgente per l’ascoltatore.
Torna anche in questa generazione il rivestimento in tessuto che ricopre gli altoparlanti ed è riciclato al 100%, proprio come l’alluminio (100%) e, in parte, le plastiche (50%). La qualità costruttiva è buona e i materiali sono piacevoli al tatto. La striscia LED che mostra lo stato dello smart speaker (inattivo=spento, in ascolto=blu/azzurro, microfono disattivato=rosso, pairing=arancione) è stata posta alla base della calotta sferica e sfrutta il piano su cui è appoggiata per riflettere la luce.
Sull’estremità superiore dei nuovi Echo si ritrovano anche i 4 pulsanti che permettono di regolare il volume, evocare Alexa e disattivare il microfono (quest’ultima opzione illumina di rosso l’area sottostante al pulsante, un effetto piacevole alla vista). I pulsanti sono in rilievo, il che è ottimo per sfruttarli anche in condizioni di scarsa luminosità, come potrebbe accadere ad esempio per gestire un Echo messo sul comodino senza dover necessariamente accendere la luce.
FUNZIONALITÀ
Il più potente dei tre è senz’altro il nuovo Echo, che racchiude in unico dispositivo le caratteristiche peculiari dei predecessori Echo ed Echo Plus di terza generazione. Monta un woofer da 3” e due tweeter che ne migliorano l’audio, offrendo un suono Stereo Dolby da un unico dispositivo con alti nitidi, medi dinamici e bassi profondi.
Proprio come Echo Studio, il nuovo Echo rileva automaticamente l’acustica della stanza per ottimizzare la riproduzione audio, e ottenere un suono che si adatta allo spazio a disposizione. Sul retro sono presenti l’ingresso per l’alimentazione e quello AUX da 3,5 mm, che può essere configurato come IN o come OUT direttamente dall’app di Alexa per smartphone: un’ottima cosa, perché in questo modo Echo può essere usato come speaker dello smartphone o, all’occorrenza, del PC.
A bordo ci sono il sensore di temperatura per creare delle routine legate a questo aspetto (per visualizzarla è necessario consultare l’app) e un processore AZ1 Neural Edge che entrerà a regime entro la fine del 2020 accelerando le operazioni di machine learning e velocizzando e migliorando così le interazioni con Alexa.
Infine, per la prima volta Echo include un hub per la casa intelligente con supporto a Zigbee, e dispone anche della connettività Bluetooth: ciò permette di utilizzarlo per gestire una vera e propria rete di dispositivi per la smart home, anche di altre marche, come ad esempio le Philips che ci sono in redazione e che vanno molto d’accordo con Alexa, aiutandoci a creare variegati per i nostri sfondi.
Poi ci sono i due fratelli minori, i nuovi Echo Dot: uno semplice, l’altro con orologio a LED, si distinguono solo per quest’ultima caratteristica. Hanno lo stesso design e la stessa finitura in tessuto del fratello maggiore, e un altoparlante frontale da 41 mm. Il display LED presente nella versione “con orologio” consente di controllare, oltre all’orario, anche la temperatura esterna e le sveglie e i timer impostati. Tutti e tre i dispositivi consentono di spegnere la sveglia con un tocco, funzione molto apprezzata dagli utenti.
Se ne userete almeno due nella stessa stanza, gli Echo Dot possono poi essere configurati tramite app per ottenere un effetto stereo, selezionando canale destro e canale sinistro per un’esperienza avvolgente; è anche possibile impostare la riproduzione su “Ovunque”, per sentire la stessa musica all’unisono su tutti i dispositivi (e in tutte le stanze, se li avrete distribuiti in giro per la casa).
C’è stato anche un occhio di riguardo per l’ambiente: oltre ai materiali riciclati, Echo ha un Low Power Mode che permette di risparmiare energia durante i periodi di inattività, ed entro la fine del 2020 sarà implementato nell’app un pannello di controllo energetico che permetterà di monitorare l’energia consumata dai dispositivi della smart home.
PREZZI
Ultimo capitolo, quello dei prezzi: si parte dai 59 euro di Echo Dot per arrivare ai 69 euro di Echo Dot con orologio e ai 99 euro dell’Echo più grande. Le colorazioni disponibili sono tre: antracite, bianco ghiaccio e ceruleo (Echo Dot con orologio invece si limita alle ultime due). I preordini sono già iniziati, e le spedizioni inizieranno a stretto giro.
Se non avete uno smart speaker con Alexa a bordo e desiderate entrare nel mondo della smart home, questa ultima generazione di Echo è senz’altro una buona proposta, offre le tante funzionalità dell’assistente vocale di Amazon all’interno di un prodotto dal design accattivante e dalle prestazioni audio migliorate.
Se invece avete già qualche “parente” della famiglia Echo potrete decidere di allargare la vostra famiglia di altoparlanti smart con una di queste ultime proposte, se vi piace il design rinnovato; dal mio punto di vista invece, escluso il lato estetico, non ha senso parlare di “sostituzione” di un Echo di 3^ generazione, visto che le funzionalità sono più o meno le stesse, racchiuse in guscio nuovo con qualche miglioria audio e che, dopotutto, l’obiettivo è creare un ecosistema.
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