Se credete che l’orbita terrestre sia “esclusiva” di Elon Musk e dei suoi satelliti Starlink, beh, vi sbagliate di grosso. Lo spazio è particolarmente ambìto, privo di atmosfera ma ricco di dollari che possono derivare dai sistemi di telecomunicazione di nuova generazione. Così, a fianco della costellazione di Musk, nell’orbita bassa troviamo anche Project Kuiper, idea nata da Jeff Bezos sotto l’ombrello di Amazon che si pone l’obiettivo di fornire un servizio internet a banda larga su scala planetaria emettendo il segnale da 3.236 satelliti.
Già certificato FCC – conditio sine qua non per poter operare – il progetto è ora nel clou del suo sviluppo: Amazon ha mostrato infatti l’antenna che sarà messa a disposizione dei clienti, dispositivo fondamentale – come facile intuire – affinché il segnale venga recepito nel modo migliore possibile. Si tratta di un’antenna phased array a banda Ka (con frequenze tra 27 e 40GHz) basata su un’architettura di nuova concezione in grado di fornire velocità elevate di trasmissione e bassa latenza.
Sinora sono stati raggiunti 400Mbps ed è stato possibile riprodurre contenuti in 4K, ma in futuro si suppone che questi valori possano essere superati. Va infatti tenuto conto che al momento si sta utilizzando un satellite geostazionario 50 volte più lontano dalla Terra rispetto a dove saranno posizionati i satelliti Kuiper. Il segnale – e il servizio nel suo complesso – beneficerà certamente di questa maggior vicinanza alla superficie terrestre.
Amazon intende mantenere contenute sia le dimensioni e il peso dell’antenna, sia il suo costo. Anzi, è proprio la compattezza della soluzione implementata a consentire all’antenna stessa di avere un costo particolarmente basso. A differenza di altre soluzioni a banda Ka, l’antenna di Amazon adotta un approccio completamente diverso: le antenne di trasmissione e ricezione non vengono infatti schierate una accanto all’altra (elemento che porterebbe a un terminale di dimensioni maggiori e, dunque, a costi più elevati), ma sono sovrapposte una sull’altra. In questo modo il dispositivo resta compatto (30 centimetri di diametro), pur garantendo tutte le caratteristiche necessarie per la comunicazione con i satelliti.