Siamo ormai alla continua ricerca del diverso, stanchi dei soliti smartphone siamo tutti divenuti un po’ più esigenti e i principali produttori come Oppo lo sanno bene, tanto che per il nuovo top di gamma Find X3 Pro 5G ha portato una ventata di freschezza. Lo sto utilizzando ormai da un paio di settimane circa, quanto basta per raccontarvi cosa mi è piaciuto di più e cosa meno, seppur le mancanze siano ormai sempre più rare nella fascia più alta del mobile.
Per la casa cinese il 2021 potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione anche fuori dai confini, visto che in casa è addirittura divenuta leader di mercato dopo un clamoroso sorpasso ai danni dell’acciaccata Huawei. Ma la partita adesso si gioca anche in Europa, dove arrivano di fatto i modelli più costosi e adesso si alza il tiro grazie anche ad una Color OS 11.2 che si è smarcata molto dagli accenti asiatici del passato. Non è ancora perfetta, a scanso di equivoci, ma il salto in avanti è evidente per coloro che ne hanno seguito le evoluzioni negli ultimi anni.
Secondo le ultime rilevazioni di fine 2020 Oppo ha quasi raggiunto il 10% di quote di mercato anche in Italia, immesso una quantità notevole di terminali e preparato il terreno per un 2021 arrembante. Tanto che si è subito partiti con il botto e il primo smartphone arrotolabile funzionante, seppur ancora acerbo ma quasi pronto alla commercializzazione che potrebbe avvenire nella seconda parte dell’anno. Ma prima di sognare ad occhi aperti – e impegnare qualche migliaio di euro per portarselo a casa – è giusto tornare con i piedi per terra, parliamo quindi del protagonista di oggi, il Find X3 Pro 5G!
SOMMARIO
CHE LINEE!
Sul frontale c’è poco da fare, la parola d’ordine è “cornici risicate” e le uniche scelte che restano ai produttori per distinguersi dagli altri sono: la posizione del punch-hole per la fotocamera anteriore e l’opzione di un display piatto piuttosto che curvo. Oppo ha puntato su quest’ultimo con un vetro che si inarca leggermente, l’angolo è infatti inferiore rispetto al passato ma quanto basta per offrire quell’effetto “zero cornici” laterali che tanto piace a vista. Poco spazio quindi per i tocchi involontari.
Ma il bello è nel retro. La loro attenzione per le finiture è sempre stata maniacale e a questo giro non sono stati da meno: il protagonista è infatti il sistema delle fotocamere posteriori incassate nel monoblocco curvo in vetro Gorilla Glass 5. Quasi come fosse il muso di una supercar, quell’elemento dona il carattere e l’identità che forse mancava sul modello precedente, di certo lo arricchisce offrendo un’alternativa finora inedita.
Linee quindi più moderne rispetto agli stessi Galaxy S21 ed iPhone 12 – a mio modesto avviso – dove le ottiche staccano nettamente dalla back cover, nessuno scalino e protezione comunque massima da acqua e polvere grazie alla certificazione IP68. Da qualunque lato lo si guardi resta bello, aggressivo, anche se si decide di proteggerlo con la sua bella cover gommata presente in confezione. Un piccolo dettaglio, ma poi non così piccolo in tempi di confezioni striminzite e poco generose.
DISPLAY
A questo giro Oppo ha voluto puntare molto, moltissimo sul display, componente ormai centrale che qui vanta una profondità colore a 10bit e copertura DCI P3 del 98% secondo le nostre rilevazioni (la casa cinese parla del 100%). Particolare attenzione data dunque alla qualità e a tutti i suoi aspetti, dalla risoluzione massima QHD+ alla tecnologia di aggiornamento variabile che lo porta da un minimo di 5Hz ad un massimo di 120Hz.
Nel complesso è un display che offre ottima visibilità in tutte le condizioni, con un buon trattamento oleofobico e pochissime impronte che restano impresse (per nostra fortuna). Il sensore di luminosità lavora bene, è rapido e preciso nell’adattarsi in certi passaggi, aggiungo anche che l’Always-on è ben visibile anche in pieno giorno ed è anche personalizzabile tramite l’apposita sezione.
Buone notizie anche per i gamers, a questo giro è stato implementato infatti un sistema di rilevamento del tocco e risposta capace di ridurre ulteriormente il lag e aumentare la piacevolezza di gioco (l’O-Sync Display Hyper Response Engine). Ottimi i valori rilevati con Calman, quindi delta E dei grigi poco sopra il valore 3 e quello dei colori invece su 2,4.
VELOCITÀ DI CROCIERA MASSIMA
Dopo un periodo congruo di utilizzo posso confermare che nulla è stato lasciato al caso e il sistema è stato ben calibrato, sia sotto il profilo software sia hardware. Su quest’ultimo non avevo particolari dubbi, Snapdragon 888 non pone certo limiti nella capacità di calcolo e si conferma il fulmine che ogni anno Qualcomm rende un po’ più veloce, affidabile e meno energivoro, ma la vera svolta di quest’anno è legata a mio avviso alle capacità multimediali del SoC.
Il triplo ISP e la possibilità di gestire una mole incredibile di dati ha permesso infatti di creare un sistema di fotocamere di grande pregio, ma di questo ve ne parlerò poco più sotto. Tornando a noi e alla risposta del sistema, non posso che confermare l’estrema reattività del launcher, animazioni e applicazioni; tuttavia non siamo in una gara di velocità e nessuno ha intenzione di cronometrare certe operazioni, conta l’insieme e come si arriva all’obiettivo. Nessun lag, nessuna imperfezione o rallentamento, dopo anni ho la percezione di avere il motore di una Ferrari sotto al cofano ed un telaio che lo contiene bene, ma potrebbe far di più.
Penso alla personalizzazione software della Color OS 11.2 (basata su Android 11) che ormai ha raggiunto una certa maturità e ha fatto salti da gigante rispetto al passato, ma manca ancora di qualcosa, necessita a mio avviso di una vera e propria identità e un po’ più attenzione per i dettagli. Se punti al bersaglio più grande, cosa che è già reale in Cina, allora devi saperlo dimostrare in tutto; penso a certe grafiche fin troppo minimal, certe funzioni un po’ troppo nascoste nelle impostazioni e la necessità di razionalizzare tutte le voci presenti. Insomma, ci siamo quasi.
SPECIFICHE TECNICHE
- SoC: Qualcomm Snapdragon 888
- Display: AMOLED da 6,7″, risoluzione 1440×3216 pixel (525ppi), frame rate adattivo 10-120Hz, supporto alla profondità di colore a 10-bit, Corning Gorilla Glass 5, certificazione HDR10+
- Memoria:
- 12GB di RAM LPDDR5
- 256GB UFS 3.1 (interna)
- Connettività: WiFi 6 HE160, BT 5.2, Dual Stereo Speakers, NFC, USB-C 3.1, GPS, Beidou, Glonass, Galileo, dual SIM
- Fotocamera anteriore: 32MP, f/2,4
- Fotocamera posteriore:
- Sensore 50MP, Sony IMX766, ottica grandangolare, f/1,8, OIS
- Sensore 50MP, Sony IMX766, ottica ultra grandangolare, f/2,2
- Sensore da 13MP, zoom ottico 2X, f/2,4
- Sensore da 3MP, ottica macro, zoom 25x, dotata di led intorno all’obiettivo, f/3,0
- Sensore impronte digitali: integrato nel display
- SIM: 2 SIM
- Resistenza: IP68
- Batteria: 4.500 mAh, supporto ricarica cablata a 65W SuperVOOC 2.0, ricarica wireless a 30W AirVOOC
- Dimensioni e peso: 163,4x74x8,3mm, peso di 193g
- Sistema operativo: Android 11 con interfaccia utente ColorOS 11.2
Un appunto lo faccio sul lettore d’impronte sotto al display, rapidissimo nel riconoscimento e sblocco ma posizionato fin troppo in basso. Sarà anche una questione di gusti ma le dimensioni degli smartphone odierni sono oggettivamente importanti e, metter così in basso un elemento che deve esser “pigiato”, porta ad un leggero sbilanciamento quando lo si tiene con una mano. Due o tre centimetri più in alto e sarei stato di certo più felice.
Nessun limite sul fronte connettività, Snapdragon offre infatti il meglio del meglio sia come supporto alle reti di quinta generazione (SA/NSA) sia nel WiFi con l’ultimissimo standard 802.11ax e Bluetooth 5.2. Importante sottolineare che è dual SIM, lo slot è quello classico che può ospitare solo le due schedine e non c’è la possibilità di espandere la memoria, già sufficiente nel taglio base da 256GB.
Audio forte e preciso, sono infatti due gli speaker che riescono a spingere il suono in alto quando richiesto, senza particolari sbavature se non la cronica mancanza di bassi che su smartphone è pressoché scontata. Vibrazione forte e precisa ma viene utilizzato un motorino eccessivamente potente, fa comunque ben il suo lavoro.
RICARICA DA RECORD
Se ci si affida ad Oppo si ha ormai una certezza: la ricarica sarà rapida, anzi, rapidissima. La batteria da 4.500mAh (dual cell), che già da sola permette di affrontare serenamente una giornata anche stressante, si può infatti rivitalizzare in breve grazie alla collaudata tecnologia SuperVooc 2.0 che spinge l’adattatore proprietario (in confezione) a 65W. Ciò significa giocare su un piano completamente diverso rispetto al passato, con tempi che sono ormai una frazione rispetto alla concorrenza più blasonata ma tuttora ancorata a vecchi standard.
Mi è capitato, ad esempio, di dover uscire di casa con una certa fretta, cercare lo smartphone per casa e ritrovarlo con il simbolino rosso che indica la batteria scarica. E che si fa in questi casi se non si possiede un power bank? Semplice, si collega al caricabatterie per 5 o 10 minuti, tanto basta per passare da 0 al 50% e offrire così tante ore di autonomia. Nel video vi ho mostrato l’intera operazione in timelapse, ecco lo spaccato:
- in 2 min si raggiunge il 15% di carica
- in 5 min si raggiunge il 30% di carica
- in 10 min si raggiunge il 50% di carica
- in 15 min si raggiunge il 69% di carica
- in 20 min si raggiunge l’84% di carica
- in 27 min si raggiunge il 100% di carica
Oppo ha puntato prima degli altri su questo aspetto e dopo qualche anno possiamo tranquillamente asserire che la loro è stata una scommessa vincente; ricaricare in questo modo cambia completamente lo scenario e riduce minimamente l’ansia da ricarica. Per dare un’idea di quanto siano avanti rispetto ai due big Samsung e Apple basta ricordare che la ricarica wireless AirVooc di questo Find X3 Pro (fino a 30W) va potenzialmente oltre la soluzione cablata dei loro costosi top di gamma.
IL MICROSCOPIO, CHE DIVERTIMENTO
Prima di concentrarci sulle due fotocamere principali, entrambe dotate di sensore d’immagine Sony IMX 766 con ottiche differenti, credo sia importante iniziare dalla vera novità di questa tornata, ovvero il microscopio. Chiamato così all’interno dell’App nativa, la fotocamera da soli 3MP sfrutta delle microlenti per avvicinarsi oltremodo agli oggetti o elementi, tanto da assicurare un ingrandimento fino a 60x dall’originale.
Non confondiamo tuttavia questa soluzione con le classiche “macro”, è molto di più: primo perché il risultato ottenuto è eccellente, secondo perché l’autofocus e il LED attorno all’ottica aiutano a visualizzare i dettagli più minuti. Si entra così in un mondo del tutto inesplorato, quello in cui ogni cosa assume un’altra forma e ogni oggetto diventa interessante se guardato sotto tale lente.
Ammetto di essermi divertito molto a giocare con questa fotocamera, nonostante sia una funzione fine a se stessa, dedicata a chi, come me, è sempre curioso del mondo che lo circonda (anche quello più minuto).
La fotocamera Ultra Grandangolare è la seconda sorpresa del Find X3 Pro perché, come detto, possiede stranamente lo stesso sensore d’immagine della principale e permette un livello di dettaglio e precisione che altre wide-angle si sognano. Certamente meno luminoso con apertura f2.2, vanta l’autofocus, zero distorsione ed una precisione cromatica di altissimo livello, tanto che si scambia facilmente per la principale.
Curiosa limitazione sul fronte video, qualcosa che di certo potrà esser sistemato in un prossimo update: seppur si possa registrare in 4K a 60fps non è concesso passare alla principale o alla tele durante la registrazione. La qualità delle immagini è comunque molto alta, unico appunto su qualche artefatto che si rileva quando si compensano le vibrazioni (ad esempio se si cammina e registra).
La fotocamera principale sembra confermare le aspettative, desidero prendermi più tempo per poterla valutare nelle diverse situazioni e condizioni, ma vi anticipo che potrebbe giocarsela davvero con tutti. Molto interessanti anche gli scatti in RAW+ accessibili tramite la modalità Pro per i più esigenti, per stressarla a dovere la metteremo a confronto con alcuni dei migliori smartphone di quest’anno.
VIDEO
Stranamente Oppo non ha voluto osare e anche a questo giro resta fedele al 4K fino a 60fps. Ho avuto la possibilità di approfondire l’argomento con Rison Chen, Product Manager Oppo, nel corso di una tavola rotonda dedicata proprio a questo dispositivo. La loro posizione è molto chiara: l’ecosistema 6K e 8K è ancora in sviluppo sulle piattaforme più svariate, seppur alcuni dei principali produttori stiano già puntando sui TV di ultimissima generazione. Secondo Chen, oltretutto, potersi concentrare sul 4K gli ha permesso di raggiungere ad oggi una qualità altissima e colori migliori.
La verità è duplice. Se da un lato mi sento di dare ragione al Product Manager Oppo, visto che sono io il primo che gira video sempre in 4K nonostante abbia spesso a disposizione terminali che possono registrare in 8K, dall’altro è pur vero che per le transizioni ci vuol tempo e da qualche parte bisogna pur cominciare.
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Il Find X3 Pro riesce effettivamente a realizzare video alla massima risoluzione con una qualità e stabilizzazione impressionante, basta guardare questa breve clip che ho girato camminando normalmente per averne un’idea più precisa. Autofocus rapido e un’App nativa della fotocamera sempre più al passo con i tempi ma ancora migliorabile in certi dettagli, se guardo ad esempio le sue impostazioni per cambiare risoluzione o frequenza dei fotogrammi ho come l’impressione di avere del testo con troppi font.
CONCLUSIONI
Sarà disponibile in Italia a partire dai prossimi giorni al prezzo di 1.149 euro in Gloss Black e Blue (che vedete nelle nostre foto e video). Un posizionamento altissimo, al pari dei due leader di mercato Samsung e Apple, ma con un pacchetto dedicato che potrebbe far gola a molti: fino al 30 aprile, infatti, Oppo offrirà in bundle anche il Watch 46mm, la Cover Kevlar, il caricatore wireless OPPO AirVOOC 45W e tutta la protezione di OPPO Care (valore complessivo di 449€).
Pacchetto generoso ma certamente esigente, d’altronde il brand ha puntato in alto sin dal primo istante e le qualità del terminale non sono certo da meno se consideriamo la concorrenza diretta. La domanda resta tuttavia la medesima di sempre: ha senso spendere più di mille euro per uno smartphone quando i medio gamma circolano ormai a testa alta? Bussare Find X3 Neo e Lite per una risposta, fratelli minori che stiamo già provando e di cui parleremo più avanti.
Di certo Oppo ha messo un piede tra i grandi anche fuori dalla Cina e questa nuova famiglia Find X3 ne è la prova, tuttavia bisogna prima guadagnarsi la fiducia dei propri clienti prima di pretendere così tanto e per questo penso che il migliore dei tre potrà essere un vero valore aggiunto quando scenderà al di sotto del muro dei mille euro.
PRO E CONTRO
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VOTO 8,8
Oppo Find X3 Pro
VIDEO
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(aggiornamento del 19 marzo 2021, ore 22:59)