(ANSA) – ROMA, 20 MAR – Dopo la blockchain e i bitcoin, la
nuova mania tecnologia è l’Nft. Un acronimo di tre lettere che
significa ‘Non Fungible Token’, un certificato digitale che sta
diventando la nuova frontiera dell’autenticazione di qualunque
cosa, da un quadro a una canzone a un modello di scarpe, che
potrebbe aiutare l’economia di diversi settori, in primis
l’arte. Secondo un report della NonFungible Corporation e
dell’Atelier Bnp Paribas, nel 2020 gli scambi del mercato Nft
hanno superato i 250 milioni di dollari, un aumento di quattro
volte rispetto al 2019.
La tecnologia risale al 2017, ma la popolarità è cresciuta
di recente grazie a due personaggi in vista nel mondo
dell’hitech: il patron di Tesla Elon Musk e l’amministratore
delegato di Twitter Jack Dorsey. Il primo, pochi giorni ha messo
in vendita su Twitter una canzone techno ispirata all’Nft.
Dorsey, invece, ha messo all’asta il suo primo tweet, un cimelio
tecnologico che risale al 21 marzo 2006 e che dette il via
all’avventura Twitter. Lo vende in forma di Non Fungible Token
in modo da certificarlo e renderlo un oggetto da collezione che
non possa essere duplicato. Al momento è quotato la cifra da
capogiro di 2,5 milioni di dollari. Quello che si acquista con l’Nft non è l’opera in sé ma un
certificato, un token, che consente di affermare i diritti
sull’opera. Il fenomeno sta prendendo così piede che a inizio
marzo la casa d’aste Christie’s ha venduto per 69,3 milioni di
dollari un’opera che esiste solo in formato digitale, l’asta è
stata la prima in cui i diritti di proprietà sono stati
rappresentati proprio mediante Nft. (ANSA).