Fin verso l’inizio di questo secolo, i produttori di CPU sembravano impegnati in una gara volta non tanto a produrre il processore più efficiente possibile, ma quello con la frequenza di clock più alta.
La “corsa ai gigaHertz” si arrestò quando, prima di raggiungere i 4 GHz, emersero tutti i limiti dell’architettura usata al tempo.
Così la direzione dello sviluppo cambiò, e presero sempre più piede i processori multi-core e la ricerca di soluzioni per migliorare l’esecuzione del codice senza dover per forza aumentare la frequenza di clock.
Oggi, i gigaHertz non sono più percepiti dagli acquirenti come il parametro assoluto da considerare in vista di un acquisto, e le soluzioni che raggiungono e superano i 4 o i 5 GHz non sono rare, soprattutto in ambito desktop.
D’altra parte, poter dire di aver prodotto un processore che non solo lavora a 5 GHz, ma è del tipo utilizzato per un ultraportatile, resta un risultato degno di nota: così, con gran fanfara, Intel ha annunciato le prime CPU della serie U – dedicata appunto agli ultraportatili – che raggiunge i 5 GHz.
Si tratta del modello di undicesima generazione (architettura Tiger Lake) i7-1195G7, svelato insieme al “fratello minore” i5-1155G7; entrambi sono dotati di quattro core e di supporto alla tecnologia HyperThreading e operanti tra i 12 Watt e i 28 Watt.
I 5 GHz non rappresentano la frequenza di funzionamento normale. Il modello i7-1195G7 opera a una frequenza base di 2,9 GHz, ma è in grado di arrivare a 5 GHz (come velocità massima di un singolo core) usando la tecnologia Turbo Boost Max 3.0.
Il processore i5-1155G7 ha invece una frequenza di base pari a 2,5 GHz e può raggiungere al massimo i 4,5 GHz: si tratta comunque di un risultato di tutto rispetto, considerato che stiamo parlando di processori della serie U, dedicata agli ultraportatili e quindi sviluppati innanzitutto per ottimizzare l’efficienza energetica, e non le prestazioni.