La questione degli oggetti non identificati è nuovamente rimbalzata agli onori delle cronache nelle ultime settimane, poiché ad essere stati tirati in ballo sono alcuni documenti e video che in realtà sono disponibili da diversi anni e risultano ampiamente confermati nella loro veridicità. Ad attirare l’attenzione mediatica è in particolare l’imminente pubblicazione di un report non classificato, che dovrebbe fare luce su alcune casistiche “inspiegabili”.
La parola UFO è ormai radicata nella cultura globale da anni ma con il passare del tempo si è dimostrata sempre più inadatta e inquinata dall’incredibile quantità di falsi in circolazione. Lo dimostra l’adozione della terminologia UAP (Unidentified Aerial Phenomena) che meglio definisce questi eventi, ossia fenomeni aerei che non hanno spiegazione, e poi ne capiremo meglio il motivo.
In questo speciale cercheremo di ricostruire i fatti e riportare i principali eventi che hanno dato origine all’atteso rapporto del pentagono, nonché capire cosa aspettarsi realmente.
UFO O UAP?
La parola UFO richiama innegabilmente a navicelle aliene che per qualche motivo sconosciuto volerebbero di tanto in tanto nei nostri cieli in modo sfuggente e senza una logica apparente. Ma è un termine che dovremmo sforzarci di dimenticare, poiché è fuorviante nella sostanza e non aiuta ad avere una visione oggettiva di tali fenomeni.
Il fenomeno ha origine nella notte dei tempi e di eventi sconosciuti osservati nei cieli ne troviamo fin dall’antichità. Ma ciò che un tempo poteva non avere una spiegazione logica, il più delle volte è stato spiegato dalla scienza successivamente. Di esempi se ne potrebbero fare parecchi, ma pensiamo ad esempio dell’esplosione della supernova SN 1054, che a partire del 1054 fu osservabile a occhio nudo per ben 23 giorni di fila sia di giorno che di notte vista la sua incredibile brillantezza. Esistono anche pitture rupestri ad opera degli indios Anasazi che ritraggono l’incredibile evento cosmico, ecco la più famosa.
Descrizioni di simili eventi ne troviamo anche negli scritti di storici romani come Tito Livio e Tacito, ma anche greci come nel caso di Diodoro Siculo, che spesso parlano di sfere infuocate che solcano i cieli o altri apparenti prodigi, chiaramente riconducibili nella maggior parte dei casi all’esplosione di asteroidi, oppure ad eclissi particolarmente sceniche come quelle anulari (esattamente come quella di pochi giorni fa).
Pensiamo ad esempio ad un fenomeno piuttosto recente come quello del meteorite di Chelyabinsk, in Russia, dove oltre al grande effetto visivo, nel 2013 causò ingenti danni a finestre e strutture. Naturalmente uno scrittore in tempi antichi non aveva i mezzi per capire fino in fondo determinati eventi e non avrebbe potuto che descriverli con toni apocalittici. Il punto fondamentale è che ora sappiamo molto bene di che si trattava.
Questo esclude del tutto l’ipotesi UFO? Assolutamente no, ma stringe di molto il campo d’indagine. Si è creato ormai un alone di mito attorno all’argomento e quando si parla di Area 51, per fare un esempio lampante, ci si dimentica la natura di base statunitense al cui interno si testano da anni nuove tecnologie militari, perchè nell’immaginario di tutti è il luogo in gli gli americani conservano una navicella aliena! Ci sarebbe poi il caso Roswell e molti altri eventi che negli anni hanno costruito quell’immaginario collettivo legato al fenomeno UFO, ma il concetto è chiaro e ci fermiamo qui poiché rischieremmo di dilungarci troppo.
Negli ultimi anni gli avvistamenti sono aumentati, ma sono anche aumentate le tecnologie aeree che possono essere travisate. Pensiamo ad esempio al crescente numero di droni sia civili che militari, in grado di ingannare l’occhio meno attento e preparato. Se poi andiamo a vedere le tipologie di avvistamenti, possiamo quasi notare un’evoluzione tra le navicelle che si vedevano negli anni ’60 e quelle più recenti, dove il design sembra in qualche modo seguire i dettami delle diverse epoche, il che fa perdere di credibilità a buona parte dei video che circolano in rete.
Un’ultima osservazione, avete mai notato quanto sia da sempre scadente la qualità dei filmati? Non esistono ad oggi riprese dettagliate di un UFO e nemmeno i documenti della Marina Militare sembrano distanziarsi da questa tendenza, dunque è lecito nutrire dubbi. Ma non si tratta di dubbi sull’esistenza di altre civiltà non terrestri, la scienza lo dice da anni e, sebbene non ne abbiamo le prove, il solo pensare di essere l’unico pianeta abitato nella moltitudine di galassie e sistemi stellari dell’universo è un azzardo, ma questo è un discorso molto diverso.
E’ dunque sensato parlare di UAP, poiché il legame della parola UFO con gli omini verdi è quantomai radicato e fuorviante, mentre i fenomeni di questo atteso report del Pentagono sono aerei, non per forza volanti, ma sconosciuti. La definizione include quindi eventuali fenomeni ambientali, problemi tecnici della strumentazioni utilizzate, nonché l’utilizzo di nuove tecnologie ad opera di paesi stranieri.
COME E’ NATO IL REPORT?
E’ dunque chiaro che spesso nei cieli avvengono fenomeni che, se osservati o ripresi a grandi distanze, non hanno una spiegazione. Naturalmente quando a parlarne è un coltivatore del Nebraska ha un peso, ma se a farlo è del personale militare le cose cambiano, poiché in qualche modo acquista quella forma di ufficialità che ai più fa esclamare “Ecco! Se ne parla l’esercito vuol dire che è vero!”. E’ assolutamente vero, ma ancora una volta va ricordato che la spiegazione extraterrestre dovrebbe essere l’ultima da prendere in considerazione.
Senza tornare agli anni 60 e alle prime indagini sui fenomeni, proviamo a ricostruire la natura dei documenti che presto saranno resi disponibili. Tutto nasce nel 2007, quando l’ex leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, decide di affidare 22 milioni di dollari di finanziamenti per un’iniziativa del Pentagono, non classificata ma nemmeno pubblicizzata, e denominata Advanced Aerospace Threat Identification Program.
L’obiettivo era studiare i svariati casi di UAP apparentemente inspiegabili e a capeggiare il programma era Luiz Elizondo. Le operazioni si conclusero nel 2012, una volta scaduti i 5 anni del contratto di finanziamento, ma se ne ebbe notizia appena nel 2017. Il governo statunitense non avrebbe comunque smesso di finanziare iniziative simili, tra le quali la Unidentified Aerial Phenomenon Task Force (UAPTS), della quale abbiamo le prima notizie a partire dal 2020.
Ma ritorniamo a Luiz Elizondo, il quale dopo la chiusura del programma e a partire dal 2017, è entrato a far parte di una società chiamata To The Stars Academy of Arts & Science. Piccola curiosità, al suo interno troviamo anche l’ex frontman dei Blink-182, Tom DeLonge.
Sempre nel 2017, Elizondo consegna ai media tre video divenuti immediatamente famosi e ad alimentare l’interesse è il fatto che provenivano apparentemente da fonti militari. Ma il dubbio sull’origine è stato del tutto tolto nel 2020 la Marina Militare Statunitense ha confermato la bontà dei filmati.
I tre video sono entrati a far parte della raccolta di documenti Freedom of Information Act. Dopo il riconoscimento da parte della Marina, nel 2020, il senatore della Florida Marco Rubio ha aggiunto una sezione a un disegno di legge di finanziamento, nella quale veniva fatta richiesta al direttore dell’intelligence nazionale di lavorare con l’esercito per presentare un rapporto sui fenomeni UAP.
I brevi video mostrano un incontro del novembre 2004 e due risalenti al 2015. Sono conosciuti con i soprannomi Flir (2004), Go Fast (2015) e Gimbal (2015). Le brevi sequenze mostrano dei piloti che seguono oggetti apparentemente sconosciuti nel cielo, tuttavia nel video di Gimbal si può sentire chiaramente il pilota ipotizzare che l’oggetto possa essere un drone. Ve li proponiamo a seguire nel caso non li abbiate mai visti.
[embedded content]
[embedded content]
[embedded content]
COSA ASPETTARSI DAL REPORT DEL 25 GIUGNO
Ancora non lo sappiamo con certezza, tuttavia il New York Times è stato uno dei primi organi di stampa a poter accedere ad un’anteprima della documentazione grazie ad un rapporto privilegiato con alcuni alti funzionari. Sappiamo però 3 cose con certezza.
- Non tutto il report sarà divulgato ma una parte di esso resterà classificata e come tale, non ne potremo sapere nulla.
- La parte non classificata dovrebbe fornire informazioni dettagliate sul oltre 120 casi di UAP che al momento non hanno una spiegazione certa.
- Il report non conterrà alcuna prova definitiva sulla natura aliena di questi fenomeni.
La presenza di un allegato classificato che non sarà reso disponibile fa immediatamente sobbalzare dalla sedia e rischia di alimentare le ipotesi più complottiste, tuttavia è sempre il New York times a chiarire un concetto. Sia nei file che saranno resi pubblici, che in quelli classificati, non c’è nessuna prova che i fenomeni registrati siano di natura aliena e dunque tutto si collega al terzo punto.
Il report potrebbe infine affermare che non ci sono prove che i fenomeni UAP visti nei video provengano da personale militare o da test di tecnologie avanzate segrete, il che sarebbe un grande passo avanti, che ad esempio demolirebbe l’ipotesi del drone, o quelle di test missilistici avvenuti in concomitanza con quanto visto nei video.
Dunque le cause di questi UAP potrebbero essere molteplici, da attività private non note, a glitch della strumentazioni, nonché originare da tecnologie non statunitensi. Ancora una volta non si esclude l’ipotesi aliena ma a quanto pare non sarà nemmeno la prima della lista.
In effetti, il Pentagono ha più volte escluso un coinvolgimento di tecnologie sperimentali statunitensi e sembra maggiormente preoccupato dall’eventualità che ad essere coinvolte siano le principali superpotenze, in primis Russia e Cina. La principale preoccupazione è che alcuni fenomeni possano in realtà essere riconducibili a test segreti di tecnologie ipersoniche da parte di altri paesi. Se così fosse, vorrebbe dire che qualcuno è in grado di eludere i missili statunitensi e questa sarebbe una bella gatta da pelare.
Ma se la Russia tace, la Cina ha più volte affermato che anche da loro gli avvistamenti sia da parte di personale militare che di civili sono in aumento, tuttavia la linea di pensiero è molto simile a quella statunitense. Si tende ad escludere l’ipotesi aliena e vista la facilità con cui il cervello umano si fa ingannare da determinati fenomeni. come riporta il South China Morning Post, si sta procedendo con un uso sempre più intensivo delle tecnologie di intelligenza artificiale per analizzare e tentare di comprendere meglio alcune casistiche. Anche il nome con cui vengono definiti questi fenomeni aerei non si discosta molto, i cinesi li chiamano UAC (unidentified air conditions).
Per il momento le informazioni che abbiamo reperito si fermano qui ma ne sapremo sicuramente di più il prossimo 25 giugno, giorno della scadenza secondo la quale il report dovrà essere divulgato al Congresso e reso disponibile in forma pubblica.