Pino Maniaci e la sua Telejato protagonisti di Vendetta: guerra nell’antimafia, disponibile su Netflix il 24 settembre, due settimane dopo l’appuntamento con SpaceX. La miniserie italiana del gigante dello streaming porterà in 190 Paesi il Caso Saguto, etichetta che nel 2015, all’avvio delle indagini, la stampa cucì sulla gestione poco limpida dei beni confiscati alla mafia dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, in particolare sulla condotta del Presidente Silvana Saguto, destituita dalla carica e condannata a 8 anni e 6 mesi in primo grado.
Il giornalista ha seguito e denunciato per primo la gestione grigia dei beni confiscati nonostante i mezzi modesti di Telejato, piccola emittente siciliana con sede a Partinico, comune di 30.000 anime della Provincia di Palermo, da cui Maniaci – con i suoi modi folkloristici, schietti e a tratti burberi – negli ultimi vent’anni ha condotto numerosissime campagne contro la mafia e, poi, anche contro chi quella stessa mafia avrebbe dovuto sfibrarla privandola di beni e possibilità economiche.
Vendetta: guerra nell’antimafia è una mini serie da sei episodi e diversi anni di lavoro che segue Maniaci e Saguto fino alla conclusione dei procedimenti in cui sono coinvolti. Il materiale è stato filmato in tempo reale, quindi i protagonisti non sanno cosa succederà nello svolgimento della storia. Gli autori Ruggero Di Maggio e Davide Gambino, secondo quanto riferisce Repubblica, non prendono posizione nel corso della docu-serie in cui è stato pure fatto a meno di una voce terza, anche quando avrebbero potuto giudicare o correggere facilmente delle tesi palesemente implausibili emerse nel corso del racconto.
Spetta al pubblico giudicare, ma non vogliamo buttare alle ortiche 30 anni di lotta antimafia – hanno dichiarato.
Appuntamento, dunque, al 24 settembre per l’uscita di una docu-serie che certamente farà discutere.
PROTAGONISTI E CONDANNE
Vendetta: guerra nell’antimafia ricostruisce le vicende umane e processuali tra Maniaci e Saguto, i cui percorsi collidono nel 2013 quando il giornalista lancia un’inchiesta su Telejato sull’operato della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Maniaci accusa il giudice di essersi appropriata in modo indebito di molti beni, di una gestione clientelare della sezione mirata ad arricchire sé, il marito e alcuni collaboratori, anche se ciò implicava il fallimento delle aziende sottoposte a sequestro.
Nel 2016 il Tribunale di Palermo indaga il giornalista per diffamazione ed estorsione, con l’accusa di aver denigrato o esaltato nei suoi servizi su Telejato mafiosi e politici locali a seconda della convenienza del momento e per fini estorsivi. Nello stesso anno piovono su Saguto 39 capi d’imputazione tra corruzione, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. Il giornalista viene assolto in primo grado nell’aprile 2021 per estorsione e condannato per diffamazione, il magistrato condannata, sempre in primo grado, per corruzione a 8 anni e mezzo.
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