Nell’arco di pochi giorni è passata dall’essere uno tra i tanti nuovi contenuti Netflix, ad un vero e proprio fenomeno virale che invade il web e le pagine social di tutto il globo. La serie thriller-distopica di Netflix, Squid Game, sta godendo di una risonanza mediatica tale da essere entrata nei maggiori trend di ricerca per qualsivoglia argomento correlato, dalla ricetta di uno dei tipici dolci coreani, i Dalgona Biscuit, al misterioso gioco del calamaro, arrivando addirittura alla ricerca frenetica di informazioni sul rapporto di conversione del won sudcoreano. Il fenomeno sembra non volersi fermare, cerchiamo di capire il perché.
SQUID GAME, LA TRAMA (SPOILER ALERT!)
Squid Game è scritta e diretta dal regista coreano originario di Seoul, Hwang Dong-hyuk. L’ambientazione è quella della Corea del Sud ai giorni nostri, un paese che nel dopoguerra è cresciuto molto economicamente diventando uno dei più ricchi dell’Asia, ma che assieme ad una crescente maturità finanziaria ha visto aumentare le disparità sociali tra le classi. Questa è la realtà, già vista e apprezzata anche nel film Parasite del 2020, che fa da contesto anche nella discussa produzione Netflix.
La trama di Squid Game rotea attorno a un nucleo di 456 persone che per diversi motivi versano tutte in condizioni economiche disastrose. In fuga dagli strozzini, ricercati per frodi o perseguitati dalle banche, ognuno di loro ha diversi motivi per voler resettare la propria vita. Vengono quindi invitati uno ad uno da una misteriosa organizzazione a partecipare a una serie di giochi per bambini ispirati a classici come “un, due, tre, stella!” e molti altri meno noti per il pubblico occidentale, con la promessa di una vincita in denaro “risolutiva” e in grado di porre fine a ogni problematica finanziaria. Si parla di 45.600.000.000 won (circa 33 milioni di euro al cambio attuale). C’è solamente un problema e non è da poco, la sconfitta coinciderà con una morte brutale e prematura. E ci fermiamo qui per quanto riguarda la trama.
NEMMENO NETFLIX POTEVA IMMAGINARLO
E così, con assoluta sorpresa anche di Netflix stessa, che Squid Game è diventata rapidamente la serie più popolare al mondo, come dichiarato di recente dal co-CEO e Chief Content Officer di Netflix, Ted Sarandos, durante la conferenza Code tenutasi a Los Angeles.
La strada è ormai delineata e nell’arco di poco tempo Squid Game potrebbe diventare la serie Netflix più vista di sempre anche in paesi come il nostro, dove nemmeno l’assenza di un doppiaggio in italiano è stata in grado di fermarne il successo. Al momento le previsioni dicono che nei primi 28 giorni di disponibilità oltre 80 milioni di abbonati di tutto il globo guarderanno Squid Game. In Corea del Sud la serie ha avuto un successo tale da spingere il fornitore SK Broadband a citare in giudizio Netflix. Potrebbe sembrare una notizia bizzarra, quasi una trovata pubblicitaria ma non lo è. Il motivo è legato all’incredibile traffico di rete generato dallo streaming del contenuto, tale da costringere il provider a lavori di manutenzione eccezionali. Una mossa appoggiata da un tribunale di Seoul, secondo il quale Netflix dovrebbe corrispondere una cifra “ragionevole” per l’utilizzo smodato della rete che ne è derivato.
SQUID GAME, IL SEGRETO DEL SUO SUCCESSO
Prendi le dinamiche survival, uniscile al cinismo di Hunger Games, aggiungi un pizzico di violenza raccontata in modo grottesco e bizzarro, infine arricchisci il tutto con tematiche legate alla disparità sociale ed ecco che la ricetta per il successo di Squid Game è servita. Nulla di nuovo se preso singolarmente, tutte cose già viste, ma la combinazione è talmente esplosiva da aver alimentato una vera e propria onda socio-culturale sud-coreana che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri. Nel 2020 il film Parasite ci aveva dato un assaggio ma si trattava di una produzione considerabile di nicchia. Al contrario Squid Game potrebbe essersi guadagnato un posto nella cultura pop internazionale.
E’ un dato di fatto che l’intrattenimento coreano stia vivendo un momento di crescita costante negli ultimi 30 anni, pensiamo ai K-drama che che da anni spopolano nel Medio Oriente e in America Latina, e al K-pop in ambito musicale, ormai sdoganato anche nel nostro paese. Fino a qualche giorno fa una tuta rossa accompagnata da una maschera richiamava innegabilmente La Casa di Carta, un successo costruito nell’arco di diversi anni che sembra esser stato subissato dalla controparte di Squid Game in pochi giorni.
Se Squid Game di Netflix fosse stato realizzato da una rete televisiva coreana probabilmente non sarebbe arrivato a tali livelli di popolarità. E questa è forse la parte più democratica dell’industria dello streaming: ogni produzione ha il potenziale per diventare un grande successo, indipendentemente dal paese di provenienza.
TRAILER
[embedded content]