Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato nella serata dell’altro ieri l’atteso decreto “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” all’interno del quale, come sappiamo, sono incluse alcune misure per frenare il caro energia. Per quanto riguarda i carburanti, come sappiamo, il Governo ha deciso di tagliare le accise (25 centesimi di euro più IVA pari a 30,5 centesimi).
A seguito della pubblicazione, a partire dalla giornata di ieri sono entrate in vigore le norme contenute nel decreto, con i primi effetti sui prezzi della benzina e del diesel. Un adeguamento che ha incontrato qualche contrattempo ed è divenuto sempre più evidente e uniforme a partire da oggi.
Ecco un video che fa il punto sullo stato dell’arte, sulle novità contenute nel decreto e su come potrebbe cambiare il nostro modo di fare rifornimento. Per quanto riguarda le fonti, la comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale recita così:
In considerazione degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei prezzi dei prodotti energetici, le aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante, di cui all’Allegato I al testo unico delle accise approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, sono rideterminate, relativamente al periodo di cui al comma 2, nelle seguenti misure:
a) benzina: 478,40 euro per 1000 litri;
b) olio da gas o gasolio usato come carburante: 367,40 euro per 1000 litri.
Come aveva spiegato il Governo al momento della presentazione del decreto, questa misura non sarà strutturale ma durerà per un mese.
La rideterminazione delle aliquote di accisa di cui al comma 1 si applica dal giorno di entrata in vigore del presente decreto e fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data.
Una scelta che è stata presa dal Governo in quanto si vuole valutare come evolverà il mercato nel corso delle prossime settimane. Dunque, se tra un mese i prezzi non dovessero essere scesi, è possibile che il Governo intervenga ulteriormente. Il taglio delle accise deciso dal Governo ha fatto discutere molto in questi giorni le associazioni di categoria anche per via di un importo giudicato non sufficiente a portare i prezzi di benzina e diesel a valori accettabili per le famiglie e le imprese.
C’è poi da dire che le quotazioni del petrolio sono tornate a salire. Il 21 marzo, il brent era arrivato a oltre 118 dollari al barile. Aumenti che potrebbero portare a nuovi incrementi del prezzo dei carburanti e quindi a erodere il taglio sulle accise deciso dal Governo italiano.
Sul fatto che per il taglio dei pezzi dei carburanti si debba ancora attendere un pochino, come accennato all’inizio, è intervenuta Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini) che chiede al Governo di fare subito chiarezza. Il provvedimento, infatti, rischia di non non avere un immediato e trasparente effetto pratico alla pompa, generando confusione e malcontento. Riportiamo la posizione di Fegica.
La confusione interpretativa generata dai provvedimenti assunti dal Governo, rischia seriamente di riflettersi sulla rete distributiva e sui consumatori. Malgrado le nostre insistenti sollecitazioni dei giorni scorsi, i decreti nulla dicono sulle quantità già immesse al consumo al momento della loro entrata in vigore. Il che fa ritenere oggettivamente che quelle stesse quantità saranno ancora vendute con accise “piene”. Un provvedimento sui prezzi dei carburanti, richiesto, atteso e che quindi non può che essere valutato positivamente, rischia ora di non avere un immediato e trasparente effetto pratico alla pompa, generando altra inutile confusione, disorientamento e diffuso scontento. Ecco perché chiediamo al Governo di fare subito chiarezza.