Con l’arrivo delle auto elettriche si è sviluppato un fitto sottobosco di postazioni di ricarica gratis nei supermercati. Sono famose, all’interno della comunità EV, le auto elettriche in sosta al Lidl ad esempio, ree di occupare per ore, se non per l’intera giornata, gli stalli gratuiti dedicati alla ricarica per i clienti.
GRAZIE PER AVER OCCUPATO LA COLONNINA
“Grazie per aver occupato la colonnina per 4 o più ore”. Questo il bigliettino lasciato da un anonimo che ha scarabocchiato anche una firma non comprensibile. L’auto in sosta, una BMW i3 di una signora nei dintorni di Peschiera del Garda, non mostrava solamente il bigliettino in bella vista sul parabrezza, ma anche due importanti tagli agli pneumatici.
L’atto di vandalismo e inciviltà, che costringerà la proprietaria a sostenere la spesa di due pneumatici nuovi, è accaduto tra le 10.00 e le 13.00 di martedì 10 maggio, in pieno giorno. Intervistata, la proprietaria (con una i3 targata in Germania) ha confermato di utilizzare con frequenza le colonnine del supermercato, non solo per una ricarica occasionale durante il tempo dello shopping.
Il marito aveva portato l’auto in carica alle 10.00 di mattina, tornando poi a recuperarla dopo pranzo e quindi ammettendo implicitamente che non si trovava alla Lidl per le compere. Al suo ritorno due gomme erano state tranciate da una lama, probabilmente di un coltello. Dalle dichiarazioni, poi, emerge anche che anche altri conoscenti “elettrici” della coppia erano soliti lasciare l’auto in carica, segno che esisteva una “community” locale che, magari, si organizzava anche per turni.
SUCCEDE OVUNQUE
Peschiera non ha nulla di speciale. Chiunque abbia nelle vicinanze un supermercato che offre ricariche gratuite sa benissimo che esistono molti volti noti. E tu, da utente occasionale, arrivi al supermercato, non ricarichi perché tutti gli stalli sono occupati, e quando esci vedi ancora le stesse auto. Ripassi nel pomeriggio e la situazione non è cambiata.
A volte, e parlo per esperienza personale, i proprietari passano la giornata nella vettura, leggendo un libro o il giornale come mi è capitato di vedere più volte in un Iper in zona Monza frequentato da una coppia di pensionati. Insomma, la ricarica gratuita fa gola, ed essendo una pratica nuova, gli esercizi commerciali non hanno ancora implementato o pensato di implementare un sistema di controllo o a tempo.
A fronte di un’Esselunga, parlo sempre della zona di Monza e dintorni, che obbliga a chiedere al banco la tessera per abilitare la ricarica, esistono varie colonnine dove non solo vige la legge del Far West, ma addirittura è possibile premere un tasto per bloccare l’erogazione.
Questo permette a chiunque di staccare un’auto eventualmente in carica e collegare la propria, o interrompere la ricarica per semplice dispetto.
EGOISTI CONTRO INCIVILI
La questione non è semplice da analizzare. Da un lato possiamo definire come egoista, nonché “braccine corte”, chi deliberatamente lascia l’auto in carica per ore ed ore, andandosene via a piedi (o con il passaggio di un conoscente) per poi tornare a fine giornata. Dall’altro è certamente un incivile, nonché criminale, chi ha compiuto il gesto di tagliare le gomme per “punire” una egoista.
Esistono eccezioni? Certamente, ma chi decide se queste siano socialmente accettabili? Il sottoscritto ha usato in un paio di occasioni le colonnine gratuite di un Iper per testare la velocità di ricarica di alcune auto elettriche, semplicemente perché erano quelle più vicine in un periodo, il 2018, in cui non c’era ancora l’infrastruttura che c’è oggi (e circolavano molte meno elettriche) e in cui dovevo ancora attrezzarmi per i test casalinghi.
Si tratta di un caso più unico che raro, è vero, ma proviamo ad immaginare un viaggiatore che arriva con l’acqua alla gola (leggasi: quasi allo 0%) e che si ferma alla colonnina gratuita perché è la più vicina. Certo, potremmo obbiettare che in un mondo perfetto resterebbe collegato solo il tempo necessario per raggiungerne poi una a pagamento, ma magari è stanco e nel frattempo si è rifugiato in un hotel nelle vicinanze per riprendersi dal lungo viaggio.
Insomma, il mondo non è bianco o nero, ma sicuramente non rientra nelle “eccezioni socialmente consentite” il fatto di utilizzare come propria una colonnina messa ai disposizione degli esercizi commerciali. E non è una scusante al fattore egoismo il fatto che la Lidl di turno non voglia/possa creare un sistema di ricarica a tempo determinato o non implementi un’attivazione a tessera/scontrino.
Oppure si trattava di un’eccezione ammissibile perché in zona non esistevano altre colonnine (anche a pagamento) e il proprietario non aveva un box? Chissà…
GRATIS NON È BELLO
A prescindere dai casi particolari, in ottica della transizione verso l’elettrico, la proliferazione di ricariche gratuite è dannosa. In un mondo perfetto, fatto di persone civili che pensano alle implicazioni dei loro gesti sul resto della popolazione, sarebbe sicuramente un vantaggio per la diffusione delle auto elettriche.
Nella scala di grigi della vita reale, però, la colonnina gratis rischia di abituare alcuni utenti elettrici a viaggiare a scrocco, fattore che poi porterà gli stessi a lamentarsi qualora dovesse sparire, nel tempo, un servizio del genere.
Ho preso l’auto elettrica per risparmiare scroccando ricariche in giro e ora mi costringono a pagare per andare in giro? Siamo pazzi!
Potrebbe sembrare assurdo, ma frasi del genere possono essere lette nelle community dedicate agli utenti elettrici, come se i vantaggi di bollo, assicurazioni, parcheggi, ZTL e minor costo dell’elettricità (insieme ad una maggior efficienza del motore) non fossero abbastanza.
Personalmente ritengo che l’auto elettrica sia un’alternativa che va scelta, se compatibile con il proprio stile di vita, per la tecnologia, per la guida, per ragioni etiche, ambientali o perché si vuole essere eco-chic modaioli. Tutti i motivi sono “validi”, tranne pretendere di viaggiare gratis e a scrocco.
LA RICARICA DEVE ESSERE UN SERVIZIO GRATUITO?
A scanso di equivoci, non è il concetto di voler far pagare a tutti i costi che deve passare, a tutti fa piacere una ricarica gratuita e io stesso ne ho approfittato in alcuni hotel (dove gratuita non era visto che veniva assorbita dal costo della camera). Il problema della ricarica gratuita è che tende a portare la gente ad approfittarsene, annulla quell’urgenza di liberare lo stallo che, se non dettata da altruismo e civiltà, almeno esiste perché altrimenti scattano le sanzioni per occupazione al termine della ricarica.
Ultimamente mi è capitato di recarmi presso uno dei parcheggi nei dintorni di Malpensa. Non ci andavo da tanto, e in periodo pre-pandemia la ricarica lenta (tramite presa tradizionale) era un servizio disponibile gratuitamente. Un paio di anni dopo ho scoperto che il servizio di ricarica lenta (no colonnine a 7,4 kW) è sempre disponibile, ma questa volta ha un costo di 15€ fisse a prescindere che l’auto resti parcheggiata per poche ore (es: andata/ritorno a Roma in giornata) o per un paio di giorni.
Facendo i calcoli, anche ipotizzando un prezzo da colonnina (0,40€/kWh), una semplice ricarica a 2,3 kW (ipotizziamoli costanti e senza fluttuazioni) per 8 ore costerebbe 7€, meno della metà del prezzo richiesto dal parcheggio. All’inizio ho pensato che volessero approfittarsene, e forse è così, ma dopo una breve riflessione ho capito che la richiesta così alta mi ha impedito di utilizzare un servizio che in quel momento non era strettamente necessario (avevo il 48% e sarei tornato tranquillamente a casa). Se fossi stato con l’acqua alla gola, magari perché partito da casa all’ultimo minuto e senza preavviso, avrei invece pagato il dovuto a prescindere dal numero di ore di permanenza.
Insomma, fissare un prezzo più alto ha consentito di lasciare libera quella presa per chi ne avrebbe avuto davvero la necessità, specie in un periodo in cui la diffusione della ricarica non è ancora capillare.