Si fa un gran parlare di metaverso e delle opportunità che offre alle aziende impegnate nel settore dell’e-commerce, ma non è detto che alla grande eco mediatica corrisponda un effettivo interesse da parte dei consumatori. C’è infatti un gran numero di utenti che è refrattario a fare acquisti nel metaverso. È quanto emerge dal recente sondaggio condotto da Productsup* per valutare quale sia la propensione a fare acquisti online.
Il primo punto di partenza è il dato del 60% dei consumatori intervistati che dice di non aver alcun interesse ad acquistare beni virtuali. È un dato che si presta a più letture: quella immediata è che, nonostante la tematica del metaverso venga trattata sempre più spesso dai media, il relativo settore deve ancora crescere adeguatamente ed affermarsi. Al tempo stesso, quel 60% rappresenta una potenziale base di nuovi utenti che aziende più lungimiranti potrebbero impegnarsi a catturare nei prossimi mesi/anni.
Secondo alcune stime, il giro d’affari generato dal metaverso potrebbe raggiungere gli 800 miliardi di dollari nel 2024, quindi è prematuro parlare di un flop assoluto. Bisogna però prendere atto che c’è un certo scetticismo verso gli acquisti effettuati in questa particolare realtà virtuale, soprattutto se si concentrano su puri beni digitali (si pensi agli NFT).
GENERAZIONE Z PIÙ PROPENSA AD ACCOGLIERE IL METAVERSO
Un punto però sembra mettere d’accordo tutti: a prescindere dall’oggetto (virtuale o reale, ma comprato tramite un canale online) i consumatori sono tanto più propensi a concludere l’acquisto quanto più l’azienda si muove rispettando i principi della trasparenza e della sostenibilità. Nell’acquisto online si tendono a preferire prodotti (questi sì, fisici) riutilizzabili (71% degli intervistati) o riciclabili (70%) a discapito di quelli destinati a finire in discarica.
I consumatori degli shop online vogliono anche informazioni dettagliate sulla biodegradabilità del prodotto (43%) e conferme per essere certi che il prodotto sia anche nella sostanza ecosostenibile (40%) come recita l’etichetta che lo accompagna.
Queste tendenze generali presentano poi delle differenze quando si passa a considerare le varie fasce d’eta degli utenti:
- generazione z (i nati dal 1995 al 2012): sono gli utenti che accolgono con maggior favore il metaverso e l’acquisto mediante canali esclusivamente digitali. Rispetto alle generazioni precedenti manifestano anche una propensione ad acquisire le informazioni sui prodotti tramite confronti online o codici QR.
- utenti con età pari o superiore a 55 anni: preferiscono la strada più semplice per reperire le informazioni su ciò che acquistano, a partire dalla descrizione del prodotto stesso.
Se i più giovani sono quelli più disposti a rinunciare all’acquisto tramite canale di vendita fisico, è anche vero che, più in generale, i consumatori tendono a preferire esperienze di acquisto ibride, ovvero con una proposta articolata sia nel canale online, sia in negozio.
Risultano inoltre gradite tutte quelle interazioni tra fisico e digitale che portano valore aggiunto all’utente: per esempio, il 47% degli intervistati ha dichiarato che vorrebbe fare acquisti in negozio consultando sullo smartphone le informazioni sui prodotto tramite l’app ufficiale del rivenditore; o ancora, una parte non trascurabile considera un incentivo all’acquisto (sia online, sia in negozio) la possibilità di utilizzare dispositivi per la Realtà Aumentata per scoprire i prodotti. In sintesi, i consumatori sono tutt’altro che disposti ad abbandonare le tradizionali forme di vendita in negozio, ma sono disponibili a migliorarle con l’impiego della tecnologia. Un buon esempio di questa commistione fisico/digitale la si può trovare nel recente Amazon Style, il primo negozio fisico di vestiti del colosso dell’e-commerce in cui diverse soluzioni tecnologiche forniscono un ausilio per la clientela.
*Il sondaggio è stato condotto su un campione di 5.700 consumatori di età pari o superiore ai 16 anni residente negli Stati Uniti e in Europa.