Il mercato smartphone, compreso quello europeo, non naviga in buone acque dopo un biennio flagellato dalla pandemia e dalla crisi dei chip prima e dalla guerra in Ucraina dopo. Eppure non manca qualche nota positiva: quella emersa dal recente rapporto di CounterPoint Research riguarda Samsung e la sua quota di mercato. Ad aprile scorso le vendite di smartphone del produttore sudcoreano sono aumentate del 6% rispetto allo stesso periodo del 2021, dato in controtendenza rispetto all’andamento complessivo del mercato che nello stesso periodo ha registrato una flessione dell’8% su base annua.
Il risultato è che ad aprile Samsung deteneva una quota di mercato poco inferiore ad un quarto (24%) dell’intero settore, vale a dire il valore più alto mai registrato nell’ultimo quinquennio. Da sottolineare che il risultato di aprile è il terzo risultato mensile con un segno più per Samsung e che l’Azienda è tornata in vetta al mercato smartphone in India, circostanza che non si verificava dal 2020. Il merito del successo è in parte attribuibile alle vendite dei modelli della linea S22 nel segmento premium e a quelli della serie A in fascia media e bassa. Ma non solo…
C’È CHI SALE E CHI SCENDE
Samsung è riuscita a crescere anche perché ha risentito meno degli OEM locali le difficoltà registrate in Cina – si ricorda per esempio che la recrudescenza della variante Omicron ha condizionato negativamente la produzione cinese. Ma osservando il grafico si può anche notare come il produttore sudcoreano sia riuscito a rosicchiare quote di mercato anche ad Apple che ad aprile scorso ha dovuto fare i conti con il suo quarto trimestre in calo.
MA NEMMENO IL VINCITORE SORRIDE
Il dato positivo resta, ma da qui a dire che Samsung (così come gli altri principali protagonisti del settore smartphone) possa dormire sonni tranquilli il passo non è breve. Secondo recenti indiscrezioni l’Azienda ha già rivisto al ribasso gli obiettivi di produzione per il 2022 passando da 310 a 280 milioni di pezzi. Le ragioni sono quelle tristemente note, vale a dire gli effetti della guerra alle porte dell’Europa di cui ancora non si intravede la fine, la persistente crisi delle forniture di chip e l’aumento dell’inflazione che potrebbe condizionare la propensione all’acquisto. Non è da escludere (come prospettano gli analisti di CounterPoint Research) che Samsung possa risultare al primo posto del mercato smartphone anche nel secondo trimestre dell’anno, ma la situazione resta complessivamente molto delicata. Basti pensare che ad aprile le consegne di smartphone hanno toccato il livello più basso dall’inizio della pandemia con il calo maggiore concentrato in un mercato chiave come la Cina.