La prova della MINI Clubman: quella più di nicchia, con quell’aria chic e anche un po’ snob. C’é anche chi l’ha ribattezzata “la piccola shooting brake” ma l’importante è non chiamarla familiare.
SCHEDA TECNICA
TECNICA
- MOTORE: Euro 6d 1.995 cc 4 cilindri turbo
- GUIDABILE DA NEOPATENTATI: No
- POTENZA: 190 CV (140 kW) a 4000 giri/min
- COPPIA: 400 Nm tra 1.750 e 2.500 giri/min
- TRAZIONE: integrale ALL4
- CAMBIO: automatico Steptronic a 8 rapporti o automatico sportivo Steptronic a 8 rapporti
- SOSPENSIONI: anteriore MacPherson, Multilink all’asse posteriore
DIMENSIONI
- LUNGHEZZA: 4.266 mm
- LARGHEZZA: 1.800 mm (2.018 con specchietti)
- ALTEZZA: 1.441 mm
- PASSO: 2.670 mm
- ALTEZZA DA TERRA: 138 mm
- BAGAGLIAIO volume min – max: 360 – 1.250 litri
- CERCHI: 17 – 18
- PNEUMATICI: 225/45 R17 o 225/40 R18
- PESO: 1.615 Kg (in ordine di marcia)
PRESTAZIONI
- VELOCITA’ MASSIMA: 222 km/h
- ACCELERAZIONE 0-100 Km/h: 7,4 secondi
- CONSUMI: 5,4 – 5,7 l/100 km (WLTP combinato)
- EMISSIONI CO2: 142-149 grammi al km (WLTP)
- DIAMETRO DI STERZATA: 11,30 metri
PREZZO: da 40.650 Euro
PROVA SU STRADA
Quando si tratta della prova di una MINI, sicuramente vale la pena di mettersi subito al volante. La prima sorpresa è che anche uno “spilungone come me” può guidare comodo sulla MINI, e non è poco: seduto in basso, ci si sente tutt’uno con la piccola. Tra i difetti, ed è inevitabile per la Clubman, la visibilità posteriore: il lunotto piccolo e la larga chiusura centrale del portellone non aiutano proprio.
Protagonista del nostro test è la Cooper SD Clubman ALL4, ovvero la versione a gasolio più potente, con un 4 cilindri turbodiesel da 190 CV abbinato alla trasmissione automatica Steptronic a 8 rapporti, qui nella versione sportiva, con il sistema di trazione integrale ALL4.
Si tratta di un propulsore BMW ultra collaudato, che conosciamo bene, capace di coniugare performance e consumi. Da anni per fortuna la Casa tedesca si affida ai propri motori: ricordo ancora al suo esordio, quando la prima serie aveva vecchi motori di origine Chrysler, a dir poco terribili; anche la prima MINI a gasolio montava un 4 cilindri di origine Toyota che non le dava certo il brio che ti aspettavi dalla piccolina.
La domanda è: nonostante sia più lunga e pesante della classica MINI a 3 porte, avrà mantenuto un po’ di quel kart feeling che da sempre è una caratteristica vincente di quest’auto?
La generazione più recente della MINI vanta una combinazione di motori e telai pensati proprio per chi ama divertirsi al volante.
Partiamo dal motore: la cavalleria è tanta e anche la coppia, ben 400 Nm già da 1750 giri, quindi è sempre pronto e reagisce bene ad ogni input dell’acceleratore. Potete anche mettere in modalità Sport, usare il cambio in manuale con i paddle al volante e spingere forte, ma non diventerà certo mai proprio cattiva, però direi piuttosto brillante. I suoi numeri parlano chiaro: da 0 a 100 in 7,4 secondi e 222 km all’ora di velocità massima. Ma se volete andare tranquilli, sa essere anche dolce e regolare.
Il cambio è la trasmissione Steptronic a 8 rapporti: il Gruppo BMW monta questo automatico con convertitore di coppia dell’Aisin per le auto a trazione anteriore o integrale come MINI, BMW X1 (qui la nuova generazione), X2, Serie 1 e Serie 2. In questa versione sportiva, rispetto a quella standard, cambia solo la logica software delle cambiate oltre alla presenza dei paddle, per il resto il cambio è identico. Se guidate tranquilli è capace di offrire una fluidità di marcia davvero impeccabile, anche nel traffico cittadino più intenso; se invece decidete di darci dentro, sa diventare piuttosto veloce e lavora bene in coppia con il potente duemila a gasolio.
È possibile anche selezionarla con la sola trazione anteriore, ma la trazione integrale ALL4 della MINI è la scelta giusta se preferite viaggiare tranquilli quando le strade offrono scarsa aderenza o c’è la neve. Nella normalità si comporta come una normale trazione anteriore ma, in base alle condizioni di aderenza del fondo, il sistema distribuisce la trazione sui due assi in modo ottimale. Ma non solo: il sistema si affianca all’elettronica, si interfaccia con il controllo della stabilità e riconosce in quali situazioni ripartire la coppia. Garantisce più aderenza, migliora la dinamica di guida, riduce il sottosterzo tipico di ogni trazione anteriore e contribuisce molto a correggere le traiettorie. In sostanza avrete un maggiore controllo e viaggerete più sicuri.
Certo ogni cosa ha un prezzo: 55 kg di peso in più, rispetto alla versione a trazione anteriore, per arrivare a quota 1615. Eppure, nonostante sia più lunga di ben 39 cm, più larga di 8 e soprattutto più pesante di almeno quasi 200 chili (qui circa 300), rispetto alla 3 porte sono riusciti comunque a far sì che anche la Clubman si possa guidare piacevolmente. Lo sterzo è sempre molto preciso, solo quando uscite dalle curve più strette e affondate il gas si sente qualche reazione al volante. Quell’effetto si riduce molto quando scegliete la modalità Sport: si indurisce in maniera decisa e potete guidarla anche meglio.
Assetto parlando, in questa versione John Cooper Works di serie ci sono le sospensioni sportive: sulla nostra invece ci sono quelle adattive (un optional da 550 Euro) che si regolano in base alla modalità di guida scelta. MINI le chiama Driving Modes e sono 3: intervengono su acceleratore, sterzo, cambio, e in questo caso anche sulle sospensioni. Il comportamento della Clubman tra le curve è buono, è proprio il suo mondo: non è mai troppo rigida ma resta sempre ben piantata a terra e nei curvoni autostradali è ancora più a suo agio, grazie anche al passo più grande rispetto alle MINI a tre e cinque porte. In ogni caso la tenuta di strada è elevata.
Comfort parlando, è chiaro che con i cerchi da 18, le gomme ribassate e le sospensioni rigide le buche e le asperità si sentono, ma non spacca assolutamente la schiena. Ci ho fatto anche un paio di viaggi lunghi in autostrada e non mi ha stancato, macina molti chilometri con grande disinvoltura. Chiaramente se volete un’auto morbida la MINI non fa di sicuro per voi. L’impianto frenante mi è piaciuto ed è decisamente adeguato alle performance..
Quindi la risposta è: sì, nonostante tutto, anche la Clubman riesce comunque a regalare ancora una buona dose di quel kart feeling tipico di questo modello. Ovviamente quella a 3 porte rimane la MINI per eccellenza: con i motori più potenti, il divertimento è assicurato.
La Casa dichiara un consumo nel ciclo misto tra i 5,4 e 5,7 litri per 100 km. Nella vita reale, in città in modalità Green e guida un po’ accorta si possono raggiungere i 16 km al litro. Sulle strade extraurbane offre il meglio di sé e a velocità da codice i 21 al litro sono alla sua portata. In autostrada a 130 costanti percorre circa i 16 con un litro. Se invece si va con il piede un po’ pesante, in un percorso misto difficilmente si scende sotto i 13,5 al litro di media.
ADAS E SICUREZZA
I sistemi di assistenza alla guida sulla MINI ci sono, e non tutti, ma si pagano a parte. Per gli ADAS si parte dai 750 Euro per il pacchetto Driving Assistant, basato su telecamere, che comprende: Forward Collision Warning (per prevenire tamponamenti con la frenata automatica d’emergenza), Pedestrian Collision Warning (riconoscimento pedoni), Traffic Sign Recognition (che riconosce i cartelli stradali dei limiti di velocità e divieti di sorpasso) e High Beam Assistant (il controllo automatico degli abbaglianti).
Comprende anche i sensori di parcheggio posteriori e la telecamera posteriore. Se volete di più c’è il Driving Assistant Plus che aggiunge anche il Cruise Control adattivo con funzione Stop & Go, Parking Assistant e sensori di parcheggio anteriori con 600 Euro in più. L’offerta non è però completa: per esempio mancano il sistema di mantenimento in carreggiata e i sensori dell’angolo cieco.
DESIGN E DIMENSIONI
La Clubman è arrivata solo con la seconda serie e qualcuno se la ricorderà con tre porte, quella posteriore piccola e con apertura controvento, e non era il massimo esteticamente. Questa invece è la seconda generazione, decisamente migliorata, con quel doppio portellone posteriore a due battenti: uno stile che divide ma che la rende comunque inconfondibile rispetto alle concorrenti. Con il restyling nel 2019 si è rinnovata con dettagli che l’hanno decisamente migliorata: dalla calandra più grande ai nuovi fari posteriori a sviluppo orizzontale e tante altre cose che ormai conoscete bene, compresi i fari full LED di serie per tutte.
Oggi ci sono ben sette versioni tra cui scegliere, a ognuno la sua. Chi mi segue conosce ormai i miei gusti: comunque niente cromature e, potendoselo permettere, non avrei dubbi e sceglierei questa versione John Cooper Works, con i cerchi in lega da 18” e il kit aerodinamico.
ABITABILITÀ E INTERNI
Anche dentro è unica, dallo stile inconfondibile: qualsiasi versione scegliate, non la confonderete con le altre auto. E poi MINI ha sempre puntato sull’ampia possibilità di personalizzazione: nel catalogo la scelta è talmente ampia da far girare la testa, tra finiture e materiali per i rivestimenti. Anche la Clubman è ben rifinita.
La tendenza più recente è quella di eliminare i tasti fisici: qui ne abbiamo ancora molti e non tutti a portata di mano. Diciamo che l’ergonomia è decisamente migliorabile. Vedremo se nella prossima generazione avrà un design più minimalista o meno.
Questa versione John Cooper Works si presenta proprio bene, con molti dettagli sfiziosi, dai sedili Racing al volante sportivo in pelle. Ma la buona notizia è che sulla Clubman c’è lo spazio per 4 persone adulte di statura normale e, incredibile ma vero, il vano bagagli ha una capacità di 360 litri e ribaltando i sedili posteriori (frazionabili 40:20:40) si può arrivare a ben 1.250. L’apertura a doppio battente non è molto pratica, soprattutto se qualcuno parcheggia dietro a ridosso della MINI.
TECNOLOGIA A BORDO
Tecnologia parlando, su tutte di serie c’è il Mini Connected: l’infotainment con display da 8,8 pollici, radio con 6 altoparlanti, interfaccia vivavoce Bluetooth e l’ormai famoso LED ring intorno alla strumentazione centrale. La risoluzione è elevata, la grafica è curata, il touch è reattivo, le transizioni sono piuttosto rapide. Comprende anche una scheda SIM 4G preinstallata. Il sistema è predisposto per Apple CarPlay e di serie non c’è Android Auto. Quando il display touch potrebbe distrarvi troppo, c’è il comodo controller nella console centrale; le grafiche e le animazioni sono in perfetto stile MINI.
Se volete anche il navigatore, bisogna aggiungere il pacchetto Navigation che costa 1.040 Euro: c’è il Real Time Traffic Information e devo ammettere che funziona proprio bene. Non posso dire altrettanto del comando vocale: avrà anche la funzione Natural Language Understanding ma a volte, sui nomi un po’ particolari di certe strade si trova in difficoltà. Ho provato anche a scandire le parole ma… niente da fare, va in crisi. È comunque comodo per controllare molte funzioni del telefono, senza togliere le mani dal volante.
Ce ne vogliono ben 2.450 per il pack Navigation Plus che tra le tante particolarità ha il display con funzione splitscreen, la ricarica wireless per lo smartphone e l’integrazione con Amazon Alexa. C’è anche l’Head Up Display che ha un’ottima risoluzione, ma con quello che costa quest’auto mi aspettavo che proiettasse i dati sul parabrezza e non sul supporto in plastica, un po’ superato e non a livello del brand. Se per voi la musica è fondamentale, vi consiglio il sistema HiFi Harman Kardon: 12 altoparlanti, un amplificatore digitale a 8 canali e una potenza totale di 360 Watt. Costa 820 Euro ma sono ben spesi: suona proprio bene.
VERSIONI E PREZZI
Come detto, al momento è offerta in ben sette versioni: dalla più concreta Essential a quelle più eleganti e raffinate come Mayfair o Untold, passando per la nostra più cattiva John Cooper Works. E i motori? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Alla One sono destinati due motori a 3 cilindri: un 1.5 turbo benzina con 102 CV e con la stessa cilindrata un turbodiesel da 116 CV. Cambio manuale a 6 marce oppure trasmissione Steptronic a 7 velocità con doppia frizione.
Per chi vuole una Clubman con più brio c’è la Cooper: 3 cilindri turbo benzina 1.5 da 136 CV, con il manuale a 6 marce o lo Steptronic a 7 rapporti con doppia frizione. Oppure turbodiesel 4 cilindri 2 litri con 150 CV, con il manuale o con una trasmissione Steptronic a 8 marce.
Se vi piace guidare la Cooper S, con un 2.0 4 cilindri benzina da 178 CV, con una trasmissione sportiva Steptronic a 7 rapporti. Oppure se macinate molti chilometri la nostra Cooper SD, con il turbodiesel da 190 CV. Entrambe sono disponibili anche con la trazione integrale ALL4. Per tutte queste la trasmissione Steptronic a 8 rapporti, disponibile anche nella versione sportiva.
Per finire c’è la John Cooper Works, quella vera, con il 4 cilindri turbo da 306 CV, già provata da HDMotori in occasione del restyling. Il listino va dai 26.550 Euro per la Clubman One a benzina nella versione Essential ai 47.600 della Cooper SD ALL4 Untold. Da sempre la MINI costa tanto, è il suo vero difetto e la lista degli optional è molto lunga.
Nel 2001 BMW ha deciso di reinterpretare e rilanciare l’iconica e rivoluzionaria auto nata dalla matita di Alec Issigonis nel 1959 e il remake è decisamente riuscito bene. Ci sono altri brand che hanno provato a fare altrettanto con altre icone a quattro ruote ma senza successo: e non era una questione di prezzo, è che proprio non piacevano. Anche la MINI è sempre stata cara, eppure quante ce ne sono in giro? I numeri parlano da soli.
La Clubman è la versione più di nicchia, almeno in Italia, ma è sempre una MINI, con un bel temperamento. La nuova generazione dovrebbe debuttare nel 2023. Un consiglio: prima che diventi solo elettrica, se potete, regalatevi una delle versioni più sportive, ne vale davvero la pena. E a voi piace questa Clubman? Fatecelo sapere.
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