Siete spesso oggetto di telefonate pubblicitarie indesiderate? Ci sono buone notizie: da oggi entra in vigore il nuovo regolamento del Registro pubblico delle opposizioni, che semplifica le procedure per revocare i consensi alle chiamate promozionali e all’invio di materiale pubblicitario indesiderato. La novità è significativa, motivo per cui abbiamo condensato in un video tutte le cose essenziali da sapere: lo trovate qui sopra e anche a chiusura dell’articolo.
Una delle novità più rilevanti riguarda l’estensione dell’applicazione anche ai cellulari oltre che ai numeri di telefono fissi e alla posta cartacea.
L’Rpo è un servizio pubblico gratuito che consente ai cittadini che si iscrivono di non essere più contattati dagli operatori di telemarketing, a meno che questi non abbiano ricevuto un esplicito consenso all’utilizzo dei dati dopo la data di iscrizione o nell’ambito di un contratto in vigore o cessato da non oltre 30 giorni.
Il provvedimento del Governo ha recepito tutte le indicazioni provenienti dalle istituzioni e dalle amministrazioni coinvolte tra cui quelle delle del Garante Privacy che il 18 gennaio scorso aveva espresso parere positivo all’approvazione. Pasquale Stanzione, Presidente del Garante Privacy, aveva sottolineato in sede di approvazione del nuovo regolamento.
Apprezziamo il fatto che siano state accolte le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali al fine di offrire maggiori tutele ai consumatori contro le chiamate indesiderate, in particolare quelle automatizzate. La modifica normativa apportata con il “decreto capienze” e questo nuovo regolamento attuativo, pur assicurando ampio spazio alla concorrenza e all’iniziativa commerciale, offrono tutela ai cittadini rispetto a un fenomeno, quale quello del telemarketing selvaggio, particolarmente invasivo e intollerabile, soprattutto per i più vulnerabili
UNA RIFORMA ATTESA DA TEMPO
In realtà, la riforma va a migliorare qualcosa che esisteva già, perché il Registro delle opposizioni era stato istituito una decina di anni fa con i medesimi intenti e da allora è stato gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni, tra i principali istituti di ricerca italiani nell’ambito delle telecomunicazioni.
Finora però è stato riservato solo ai numeri di telefonia fissa già presenti negli elenchi telefonici, il che lo ha reso desueto rispetto alle esigenze odierne, se si considera che nel 2011 il 68% degli italiani aveva ancora un telefono fisso in casa, percentuale che è scesa sotto il 59% già nel 2018 (dati Censis) e probabilmente prosegue con questo trend.
D’altro canto, il nostro Paese risulta uno di quelli con il maggior numero di telefoni cellulari, con 80 milioni di dispositivi per 60 milioni di persone: smartphone a cui arrivano migliaia e migliaia di telefonate pubblicitarie al giorno, e non tutti le desiderano. Per questo motivo si è resa via via sempre più necessaria una riforma del Registro delle opposizioni, che dopo un iter di oltre 4 anni con vari intoppi burocratici è finalmente arrivata all’approvazione.
PRINCIPALI NOVITÀ, COME ISCRIVERSI E SANZIONI PER GLI OPERATORI
Le principali novità per gli utenti introdotte dal nuovo regolamento comprendono:
- possibilità di inserire nel registro delle opposizioni anche i numeri di cellulari
- possibilità di opporsi alla ricezione delle chiamate indesiderate effettuate tramite sistemi automatizzati
- iscrizione all’Rpo comporta la revoca dei precedenti consensi per fini commerciali espressi dagli utenti
- iscrizione d’ufficio all’Rpo dei numeri che non compaiono nell’elenco telefonico
Ci sono diversi modi per iscriversi al Registro (web, numero verde, mail e raccomandata) che abbiamo illustrato nell’articolo a seguire. Da oggi l’iscrizione è possibile anche per le numerazioni nazionali mobili.
Gli operatori di telemarketing saranno tenuti a verificare le liste dei potenziali contatti tramite i servizi forniti dal sito del registro stesso. Solo i numeri non inseriti nel registro potranno essere contattati. Le chiamate degli operatori dei telemarketing saranno bloccate entro 15 giorni dalla richiesta di iscrizione nel registro. Gli operatori che violeranno il diritto di opposizione potranno arrivare a pagare multe fino a 20 milioni di euro, per le imprese sono previste sanzioni sino al 4% del fatturato totale annuo.
PERPLESSITÀ SULLA RIUSCITA
Non mancano perplessità sull’effettiva capacità del. rinnovato Rpo di bloccare il fenomeno del telemarketing selvaggio. Il Codacons ad esempio ben sintetizza questi dubbi facendo leva su due aspetti: le nuove norme si applicano ai call center che hanno sede in Italia ma non a quelli con sede all’estero; inoltre le società non iscritte agli elenchi ufficiali degli operatori di telemarketing – operando quindi nell’illegalità – sono in grado di sfuggire alla normativa:
Il nuovo Registro rischia purtroppo di trasformarsi in un “flop” perché i call center che hanno sede all’estero, ma che raggiungono con le proprie telefonate i cittadini italiani, non sono tenuti ad applicare la nostra normativa. C’è poi la questione del sommerso e delle società non iscritte agli elenchi ufficiali degli operatori di telemarketing, che possono eludere le nuove disposizioni vanificando i vantaggi del nuovo Registro. Vigileremo sull’applicazione del Registro pubblico delle opposizioni e sul rispetto delle nuove disposizioni, e forniremo aiuto ed assistenza agli utenti per denunciare qualsiasi abuso o violazione delle regole – Gianluca Di Ascenzo, presidente del Codacons.
Dubbi simili sono stati espressi dal presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli: lo stop al telemarketing selvaggio potrebbe non essere totale in ragione della presenza di operatori che agiscono nell’illegalità e nel sommerso o da sedi estere.
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Nota: articolo aggiornato per segnalare l’entrata in vigore della nuova normativa