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04.08.2022 In android, Nothing, Tecnologia

Recensione Nothing Phone (1): buona la prima | Video

Nothing Phone (1) è lo smartphone più chiacchierato del 2022 ed è finalmente arrivato. Dopo tanto hype e una comunicazione serrata da parte della neonata azienda di Carl Pei, è giunto il momento di far parlare i fatti, da qualche giorno ormai lo stiamo provando e ci siamo fatti un’idea completa delle sue potenzialità, delle tante buone cose e anche di qualche ombra, come è normale che sia.

In questa recensione proviamo a capire se una serie di scelte tecniche sull’hardware hanno pagato o meno, al di là del primo grande successo che è stato quello di riuscire a distinguersi in un mare di prodotti tutti molto simili.

INDICE

DESIGN E QUALITA’ COSTRUTTIVA

Partiamo subito con l’aspetto più importante per Nothing Phone (1) e in generale per il progetto Nothing: il design. In una chiacchierata che abbiamo avuto modo di intrattenere con Nothing ci è stato chiaramente detto che per la progettazione del primo smartphone sono partiti da quello che sarebbe dovuto essere il look, una sorta di approccio “design first”, tanto che alcune scelte sui componenti sono state dettate dalla necessità di compromesso legate al design.

A primo impatto il Phone 1 ricorda moltissimo un iPhone 12 o 13, la sensazione in mano, le finiture, il click dei tasti, le curvature degli angoli, la disposizione delle fotocamere, le cornici simmetriche del display: ad uno sguardo distratto può tranquillamente essere scambiato per quello che non è. D’altra parte l’azienda non si è mai nascosta riguardo la sua ispirazione ad Apple e a molti non sarà sfuggita la somiglianza tra il logo della mela morsicata e il glifo disegnato dai LED posteriori del Phone (1).

Ecco, la parte posteriore dello smartphone, con cover completamente trasparente che lascia intravvedere i componenti e 9 mila piccolissimi LED disposti a segnare un glifo, è la parte più caratteristica di Phone (1) e riprende i concetti di design che avevamo incontrato la prima volta sulle Ear (1).

I LED posteriori non sono solo una trovata estetica ma tornano utili come indicatori di notifica, si possono creare pattern di illuminazione che seguono il ritmo della suoneria e associare per ogni contatto uno schema di illuminazione diverso (preimpostati ce ne sono 10), il LED posizionato in basso si illumina quando lo smartphone è in carica e tutti i LED possono essere accesi contemporaneamente per creare una sorta di illuminatore di riempimento mentre si scattano le foto.

Venendo alla qualità costruttiva il livello è davvero alto, lo smartphone è ben rifinito, gli accoppiamenti sono perfetti e in generale è stato fatto un lavoro attentissimo per ammorbidire ogni spigolosità dei bordi, peccato però per l’assenza di certificazione completa contro acqua e polvere, il dato è fermo a IP53 (splashproof). Il telaio è realizzato in alluminio 100% riciclato, mentre il 50% delle plastiche deriva da materiali di riciclo o da bio polimeri: è un fatto concreto verso la sostenibilità, sicuramente apprezzabile.

Parlando invece di ergonomia siamo rimasti un po’ stupiti dalle dimensioni generose, molto più vicine a quelle di un iPhone 13 Pro Max che a quelle del fratello minore: è uno smartphone molto largo, che sappiamo essere la dimensione che più incide sulla comodità della presa.

DISPLAY

Il pannello equipaggiato su Phone (1) è un flexible OLED da 6,55 pollici con risoluzione FullHD+ e refresh rate variabile fino a 120 Hz (non è LTPO). Tra le caratteristiche tecniche salta all’occhio il sampling rate di 240 Hz, la luminosità di picco è di 1200 nits e non manca il supporto HDR10+ grazie alla profondità colore di 10 bit.

Una piccola curiosità è legata alla tipologia di pannello OLED flessibile, che è stato scelto rispetto ad uno schermo rigido per riuscire ad avere una migliore disponibilità di pezzi in questo momento di difficoltà nel reperimento delle materie prime.

Lo schermo è protetto da un Gorilla Glass 5, che è lo stesso vetro impiegato anche nella parte posteriore: di fabbrica esce con una pellicola protettiva preapplicata di ottima qualità, rimuovendola comunque abbiamo incontrato un trattamento oleofobico particolarmente efficace, è un’ottima notizia a nostro avviso.

Parlando di qualità percepita non ci si può lamentare, la calibrazione è stata realizzata con attenzione, ci verrebbe da dire nuovamente Apple style, non molto carica come su molti altri smartphone ma più attenta a preservare il colore originale, specialmente sui contenuti multimediali. Impeccabile anche la gestione del refresh rate che passa dinamicamente tra 120-90 e 60 Hz.

L’unico aspetto meno sorprendente è la luminosità, e di conseguenza la leggibilità all’aperto. I valori dichiarati da Nothing sono corretti, siamo appena sotto i 1200 Nits di picco, chiaramente su una piccola porzione di schermo e con un’immagine HDR. Normalmente invece, durante l’utilizzo quotidiano, non si sale oltre i 500 nits, che non sono moltissimi. Inoltre manca una sorta di “modalità all’aperto” come quella dei Google Pixel e di altri smartphone, che agisce sulla calibrazione rendendo i colori più chiari e dunque maggiormente leggibili.

SOFTWARE

Nothing Phone (1) arriva con Android 12 e personalizzazione Nothing OS, il nome che con grande fantasia (si scherza eh) è stato dato all’interfaccia personalizzata di Nothing. Si tratta di una versione estremamente semplice e minimale di Android, ripresa quasi completamente dal robottino verde AOSP, con piccole modifiche grafiche e qualche funzioncina simpatica.

A livello grafico il tema ricorrente è quello del logo Nothing, cioè il font puntinato che obiettivamente è molto poco leggibile. Qua e là ci sono piccole introduzioni, come i due giganteschi toggle per rete e bluetooth nella tendina delle notifiche o alcuni widget da posizionare in home, oltre a quello personalizzato “at a glance” con font e icone Nothing.

Ecco, la parte grafica e più in generale il software, ci sono sembrati un po’ deboli rispetto alla cura generale con cui è stato realizzato lo smartphone. Ci aspettiamo qualcosa di più sia sulle funzionalità ma soprattutto sulla personalizzazione, e perché no, una maggiore attenzione al feedack aptico per rendere le interazioni più consistenti. A proposito di vibrazione il motore lineare è bello corposo, ma c’è sicuramente bisogno di un po’ di affinamento per renderlo più coerente con le operazioni svolte dall’utente.

La vera chicca di Nothing Phone (1) abbiamo detto essere i LED posteriori, che l’azienda chiama interfaccia Glyph. Si potrà scegliere tra 10 suonerie precaricate (+10 suonerie di notifica) che associano i suoni ad un pattern di vibrazione e di illuminazione dei LED, creando giochi di luce davvero accattivanti.

Attraverso una suite di controllo possiamo scegliere l’intensità dell’illuminazione, associare ai contatti una suoneria Glyph, attivare un’animazione dei LED quando si parla con l’assistente Google, attivare l’animazione che illumina i LED inferiori quando il telefono è in carica e attivare la funzione “passa a Glyph”. Con quest’ultima basterà appoggiare lo smartphone su una superficie con display rivolto verso il basso per impostare il silenzioso e attivare l’illuminazione dei LED, che di conseguenza fungeranno da indicatori di notifica.

Infine è possibile scegliere un orario in cui andare a disabilitare l’interfaccia Glyph, per evitare di essere disturbati magari nelle ore notturne.

Da segnalare la completa assenza di bloatware, ad eccezione delle app di Google obbligatorie utilizzando il sistema operativo Android. Non ci sono però doppioni, come la galleria o app per la gestione dei file multimediali. L’unica app made by Nothing, oltre al launcher, è quella fotografica, minimale ma chiarissima e semplice da usare.

Per quanto riguarda il supporto futuro, la casa ha promesso 3 anni di aggiornamenti Android e 4 anni di patch di sicurezza, veicolati ogni due mesi.

A proposito della sicurezza non mancano le funzioni privacy di Android base, che sono comunque già belle complete, manca però un chip dedicato come ad esempio sul Pixel 6a, diretto rivale di questo Nothing. Il lettore di impronte è posizionato sotto il display ed è di tipo ottico, durante i giorni di test si è sempre rivelato veloce e preciso.

Chiudiamo con i bug, che in verità sono pochissimi. L’impostazione automatica per alba e tramonto per tema scuro e modalità notturna funziona all’inverso e capita di incorrere in un crash sbloccando lo smartphone dopo aver selezionato una notifica dalla lockscreen, tutto risolvibile tramite aggiornamenti che non sono mancati anche in queste prime settimane.

SCHEDA TECNICA

  • SoC:
    • Qualcomm Snapdragon 778G+ 6nm TSMC
    • GPU Adreno 642L
  • Display: 6,55″ flexible OLED HDR 10+, 10bit, 2400×1080 pixel
    • 1200 nits luminosità di picco
    • 60-120 Hz refresh rate adattivo
    • 240 Hz sampling rate touch screen
  • Memoria:
    • 8 GB RAM + 128 GB
    • 8 GB RAM + 256 GB
    • 12 GB RAM + 256 GB
  • Fotocamere:
    • Principale: 50 MP Sony IMX766 (1/1.56″) f/1.88, OIS + EIS
    • Ultra Wide: 50 MP Samsung JN1 (1/2.76″) f/2.2, EIS, FOV 114°
    • Anteriore: 16 MP Sony IMX471 (1/3.1″), f/2.45
  • Connettività: Bluetooth 5.2, Wi-Fi 6, USB-C, NFC, GPS dual band, 5G SA/NSA
  • Audio: Dual stereo
  • Sensori: Accelerometro, giroscopio, magnetometro, luminsoità, prossimità, RGB frontale
  • Batteria: 4500 mAh
    • ricarica 33 Watt (carica batterie non incluso) 50% in 30 min
    • ricarica wireless 15 watt
    • ricarica wireless inversa 5 watt
  • Dimensioni e peso:
    • 159,2 x 75,8 x 8,3 mm
    • 193,5 g
  • Altro: sensore di impronte digitali integrato nel display
  • Sistema operativo: Nothing OS basato su Android 12

ESPERIENZA D’USO

Usare Nothing Phone (1) è stato un piacere, si tratta di un prodotto che funziona bene in ogni suo aspetto e nell’uso quotidiano non sono emerse criticità degne di nota. Le prestazioni sono solide, nonostante la non presenza del SoC top di gamma possa aver deluso qualcuno, in realtà è emerso un prodotto equilibrato, sempre molto veloce e reattivo, capace di gestire senza problemi anche il gaming e con il vantaggio di essere molto parco nei consumi e di conseguenza nel surriscaldamento.

La piacevolezza d’uso è garantita anche da un buon feedback aptico, che tuttavia conserva margini di miglioramento, e dalla sensazione di fluidità portata dallo schermo a 120 Hz. La versione intermedia, 8-256 GB è quella che vi consigliamo, di listino costa appena 30 Euro in più che il taglio base (8-128 GB) ma vi lascia molta più tranquillità in termine di spazio di archiviazione. La RAM è più che sufficiente anche senza andare a scomodare la versione con 12 GB.

AUTONOMIA E RICARICA

Lo smartphone si ricarica a 33 Watt in poco più di 1 ora, è disponibile anche la ricarica wireless a 15 Watt e quella inversa. Purtroppo non è presente in confezione l’alimentatore; si può però acquistare a parte per 35 Euro da 45 Watt con una finitura esterna in plastica trasparente particolarmente elegante.

Se sulla ricarica non si può dire che Nothing Phone (1) brilli, sull’autonomia invece siamo rimasti completamente soddisfatti: il modulo batteria è da 4500 mAh e permette di chiudere due giornate piene con un po’ di attenzione, le ore di schermo attivo sono sempre almeno 6 e mezza e in tutti i casi, anche nei momenti di grande stress, sarà capace di portarvi a sera.

AUDIO E MULTIMEDIALITA’

A proposito di audio e multimedialità Nothing Phone (1) si comporta egregiamente, come già detto lo schermo ha una calibrazione naturale che torna utile guardando foto e video, supporta i formati HDR ed è certificato Widevine L1, può dunque riprodurre alla massima qualità disponibile i contenuti in streaming.

Manca il jack da 3,5 mm, compensato però dalla presenza del Bluetooth in versione 5.2. I due altoparlanti stereo suonano in modo abbastanza profondo e con un buon volume, seppur siamo ancora molto lontani dai livelli di iPhone, che rimane un po’ il nostro riferimento in questo campo. Segnaliamo che anche in vivavoce vengono sfruttati i due speaker, ottima cosa.

PARTE TELEFONICA E CONNETTIVITA’

Due parole anche sul comparto telefonico, affidato a due nano-SIM (niente supporto eSIM) e decisamente all’altezza della situazione. Phone (1) prende molto bene, anche dove altri smartphone cominciano a vacillare, supporta completamente la connettività 5G SA/NSA, non ci sono invece le antenne mmWave.

Tutto bene anche su NFC, WiFi e GPS (a doppia banda).

FOTOCAMERE

Carl Pei nel corso dell’evento di presentazione del Phone (1) ha molto insistito sulle scelte che son state fatte circa il comparto fotografico, con particolare riferimento alla tendenza attuale della maggior parte dei brand di inserire fotocamere per fare numero, senza che abbiano una reale utilità.

Anche per questo Nothing Phone (1) ha solo due fotocamere, quella principale con sensore Sony IMX766 da 50 MP con stabilizzazione ottica e quella ultra grandangolare nuovamente da 50 MP con Samsung JN1 e fov da 150 gradi. La fotocamera anteriore è da 16 MP con sensore Sony IMX471.

La qualità degli scatti è generalmente molto buona anche se, rispetto ai moltissimi smartphone con hardware simile, si nota ancora un certo gap nell’elaborazione degli scatti, che porta le immagini ad essere un po’ meno incisive e pulite, specialmente quando la luce non è moltissima.

Complessivamente comunque i risultati sono soddisfacenti e pienamente in linea con la fascia di prezzo di riferimento, salve rare esclusioni, come Pixel 6a, Nothing Phone (1) è capace di giocarsela senza problemi con i principali competitor.

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I video arrivano al 4K a 30 fps e sono forse l’anello un po’ più debole di tutto il pacchetto. Rimangono comunque di buona qualità ma ci sono margini per migliorare sia la qualità dell’immagine che la stabilizzazione.

IN CONCLUSIONE

Arriviamo alla conclusione della recensione di Nothing Phone (1), uno smartphone che si fa apprezzare per la sua essenzialità e per il buon funzionamento generale, oltre che per l’originalità del design. Il prezzo di listino è di 499 Euro per la versione 8/128 GB, si sale a 529 Euro per la 8/256 GB, per arrivare ai 579 Euro della 12/256 GB, si può acquistare su Nothing.tech oppure su Amazon.

Al di là dell’hype e della comunicazione messa in piedi dalla start up, quello che rimane è uno smartphone concreto e pronto già dal primo tentativo. La somiglianza con iPhone è innegabile, ma i LED e la presenza del robottino verde bastano per affrancarlo dalla mela morsicata e permettono a Nothing di proporre un’alternativa valida ai principali brand del mondo Android.

C’è ancora qualcosa da limare, il software ha ampi margini di miglioramento, ma Carl Pei è pronto a dare battaglia, siamo solo all’inizio. Tra i principali rivali ci sono Google Pixel 6a, OnePlus Nord 2T, Samsung Galaxy S21 FE oltre ad alcuni top di gamma ormai scesi di prezzo.

VOTO FINALE: 8

VIDEO

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Articolo originale disponibile qui

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