In soli due giorni “si evidenzia chiara la fermata, o quasi, in altre 39 province di 13 regioni della discesa della curva dei casi positivi”: le 21 rilevate il 18 agosto sono così aumentate a 60. Nello stesso periodo sono aumentate da 1 a 5 le province in cui si rileva una crescita dei casi positivi. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), sulla base dell’analisi dei casi positivi ai tamponi molecolari.
“Alle 21 province di due giorni fa, dove l’analisi delle differenze settimanali rivelava che si trovavano in una chiara fase di stasi o erano prossime ad essa se ne aggiungono altre 39”, dice Sebastiani. Ecco di seguito le 39 province, raggruppate per regioni: in Abruzzo, L’Aquila e Pescara; in Calabria, Reggio Calabria; in Emilia Romagna, Bologna, Parma e Reggio Emilia; in Friuli Venezia Giulia, Pordenone, Trieste e Udine; nel Lazio, Rieti e Roma; in Lombardia, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio e Varese; nelle Marche, Pesaro e Urbino; in Piemonte, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara e Torino; in Sardegna, Cagliari, Oristano e Sud Sardegna; In Sicilia Siracusa; in Toscana, Firenze, Lucca, Pistoia e Prato; in Valle d’Aosta, Aosta; in Veneto, Padova, Treviso e Vicenza.
Analizzando la situazione nelle prime 21 province in cui si è rilevata la stasi, quelle in cui si osserva una ripresa della crescita sono aumentate da 1 a 5 (Potenza, Catanzaro, Cosenza, Isernia, Vibo Valentia, che formano un cluster. “La fase di crescita – osserva Sebastiani – è iniziale per le prime quattro, mentre a Vibo Valentia la crescita è iniziata prima e l’incidenza negli ultimi sette giorni è superiore al 50% del valore dei sette giorni precedenti”.
Secondo l’esperto, “questi cambiamenti sono molto verosimilmente dovuti all’aumento del numero medio dei contatti per via degli spostamenti per vacanze e delle attività sociali estive e alla riduzione nel tempo dell’efficacia dei vaccini contro la variante Omicron e le sue sottovarianti. Gli aumenti – aggiunge – non devono scoraggiare il turismo nelle province coinvolte, ma dovrebbero suggerire di indossare la mascherina Ffp2 in tutte le situazioni a rischio e ai soggetti fragili, anziani in primis, di ricevere la quarta dose”.
Ecco di seguito i valori dell’incidenza (numero di casi ogni 100.000 abitanti) nelle 107 province italiane:
Crotone (580),
Catanzaro (520),
Vibo Valentia (510),
Pescara (490),
Teramo e Belluno (450),
Rovigo (430),
Ascoli Piceno (410),
Macerata (400),
Vicenza, Udine e Fermo (390),
Chieti, Trieste e Avellino (380),
La Spezia, Padova e Lecce (370),
Treviso, Verona, Cosenza e Gorizia (360),
Venezia, Ancona, Trento, Reggio Calabria e Benevento (350),
L’Aquila, Campobasso, Isernia, Messina, Imperia e Salerno (330),
Ferrara (310),
Pordenone Massa Carrata e Frosinone (300), Perugia, Oristano e Trapani (290),
Potenza, Savona, Ravenna e Forlì-Cesena (280), Latina e Mantova (270),
Bolzano, Pesaro e Urbino, Cremona, Brindisi, Taranto, Agrigento, Grosseto, Cagliari Siracusa e Rimini (260),
Reggio Emilia, Terni e Caltanissetta (250),
Genova, Livorno, Lucca, Sassari e Sud Sardegna (240),
Alessandria, Matera, Ragusa, Nuoro e Parma (230), Modena e Rieti (220),
Caserta, Catania, Lodi, Brescia e Piacenza (210),
Aosta, Vercelli, Asti, Biella, Bologna, Bari, Enna, Foggia, Palermo, Pavia e Sondrio (190),
Cuneo, Pisa, Roma e Viterbo (180),
Pistoia, Novara e Torino (170),
Siena, Bergamo e Como (160),
Verbano-Cusio-Ossola, Barletta-Andria-Trani, Arezzo, Napoli e Varese (150),
Milano e Prato (130),
Monza e della Brianza (140),
Lecco e Firenze (110).