Ideato dal co-fondatore di Oculus, esplode se il personaggio muore, uccidendo l’utente.
«Chi muore nel gioco muore nella realtà» è un elemento narrativo tutt’altro che raro, tanto che esiste un’apposita pagina su TV Tropes che ne parla diffusamente e che si apre con una citazione da Sword Art Online.
Sebbene l’idea sia precedente, Sword Art Online l’ha resa molto popolare: i personaggi dell’opera (sia la light novel che l’anime) sono intrappolati in un videogioco in realtà virtuale e, se il loro avatar muore, il visore VR provvede a uccidere il giocatore.
Ora quell’idea è piaciuta tanto a Palmer Luckey, co-fondatore dell’azienda (ora proprietà di Meta) specializzata proprio nella creazione di dispositivi per la realtà virtuale Oculus, che questi ha deciso di creare un visore che faccia realmente la stessa cosa del visore dell’opera narrativa: uccidere il giocatore.
Il lancio del prototipo è avvenuto appena qualche giorno fa, lo scorso 6 novembre, e non a caso: il 6 novembre 2022 è, nella finzione di Sword Art Online, proprio il giorno in cui 10.000 giocatori restano intrappolati nel gioco e 4.000 di essi muoiono dopo aver perso i loro avatar.
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Il visore costruito da Luckey non è una replica perfetta di quello di Sword Art Online: questo, chiamato NerveGear, uccideva tramite una scarica di microonde; quello, invece, integra tre scariche esplosive che vengono a trovarsi davanti alla fronte del giocatore.
Quando un sensore rileva una particolare sfumatura di rosso, quella che appare nella schermata di game over integrata nel visore, le cariche vengono attivate, distruggendo così immediatamente il cervello dell’utente: questo è, almeno, quanto afferma Luckey nel post sul proprio blog in cui illustra l’invenzione.
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Non è dato sapere se il sistema funzioni davvero e se la morte sia realmente istantanea e relativamente indolore come sostiene il co-fondatore di Oculus: egli stesso per qualche motivo non l’ha ancora provato, né l’ha fatto nessun altro. Il prototipo «a questo punto» va infatti considerato come «un’opera d’arte da ufficio».
Inoltre, sono già previsti dei miglioramenti, come un sistema che impedisca di togliersi il visore mentre il gioco è in corso, e un’intelligenza artificiale che capisca se ci siano davvero le condizioni per il game over definitivo.
L’idea è comunque tanto folle che non troverà mai ulteriore spazio? Secondo Luckey, no. Egli è infatti convinto che il suo visore assassino non sia altro che il primo della propria specie, e che svolga la funzione di spingere a riflettere sulle «vie ancora inesplorate della progettazione di giochi».
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Gli si può credere: dopotutto, in passato abbiamo già visto l’arcade che avvelena i suoi giocatori con il monossido di carbonio e la console che colpisce gli utenti con scosse elettriche quando i personaggi vengono feriti.
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