Quasi 30 tra le più grandi aziende e associazioni fintech che operano in Europa hanno lanciato l’iniziativa Accept My IBAN con l’obiettivo di esortare i politici europei a superare la discriminazione degli IBAN, dichiarata illegale quasi dieci anni fa. L’IBAN è la combinazione di 34 caratteri tramite i quali viene identificato in maniera univoca ciascun conto bancario, e inizia con due lettere che indicano il Paese di registrazione del conto, nel nostro caso – lo sappiamo – IT.
La cosiddetta discriminazione dell’IBAN si configura nel momento in cui una persona o un’azienda non riesce a scambiare denaro con un conto bancario di un’altra nazione europea, ad esempio quando un fornitore rifiuta di accettare un IBAN che non sia italiano (è accaduto in passato anche ai maggiori gestori italiani, con sanzioni dell’Antitrust a TIM prima che a Vodafone e WindTre poi). Sebbene la discriminazione degli IBAN sia stata dichiarata illegale quasi dieci anni fa, vi è una mancanza di applicazione e nessun obbligo chiaro per i fornitori di servizi di pagamento, i commercianti o le autorità pubbliche di accettare IBAN stranieri e di farlo senza attriti.
Secondo i dati raccolti da Accept My IBAN, migliaia di persone ogni anno migliaia lamentano di non poter pagare contratti telefonici, affitto, abbonamenti ai giornali, bollette, abbonamenti alle palestre o ai trasporti pubblici. A giugno la Commissione europea ha consegnato alla BCE la proposta dell’euro digitale e pochi giorni fa ha ricevuto il parere favorevole da parte dell’European Data Protection Board (EDPB) e dell’European Data Protection Supervisor (EDPS), la misura offre l’opportunità di affrontare questo problema e rendere la discriminazione degli IBAN un ricordo del passato.
In linea con questa direzione, con una lettera inviata all’UE, i principali operatori del settore che promuovono l’iniziativa Accept My IBAN chiedono di affrontare la questione attraverso misure che potrebbero essere introdotte nella Direttiva sui servizi di pagamento (PSD) e il regolamento (PSR). La richiesta è quella di creare meccanismi sanzionatori più chiari per contrastare chi discrimina in modo più efficace, condividere conoscenze, approfondimenti e best practices tra le autorità nazionali competenti (NCA) oltre a espandere il divieto di discriminazione degli IBAN alle valute non euro.
Accept My IBAN è un’iniziativa promossa da diverse grandi aziende del settore fintech, tra cui Revolut, Wise, Klarna, Sumup o N26. Qui potete segnalare ai promotori eventuali casi di discriminazione dell’IBAN e dettagli ulteriori sull’iniziativa.
‘VIA LE BARRIERE FINANZIARIE’
Il divieto di discriminazione degli IBAN è una delle regole più chiare nella regolamentazione dei servizi finanziari ed esiste da quasi un decennio. Eppure, ciò avviene ancora su una scala incredibilmente ampia: non ci sono scuse per questo livello di attrito. Ecco perché chiediamo ai politici di affrontare questo problema. Il pacchetto pagamenti rappresenta un’opportunità unica per rendere la discriminazione degli IBAN un ricordo del passato per i consumatori in tutto il mercato unico – dichiara Magali Van Bulck, Founder di Accept My IBAN & Head of Policy (EMEA) di Wise.
Avere un conto bancario da cui inviare e ricevere denaro in tutta Europa è una necessità umana fondamentale. Immaginiamo tutti quanto possa essere difficile trasferirsi in un nuovo paese e incontrare barriere finanziarie per svolgere attività di base come pagare una bolletta o impostare un addebito diretto. Semplicemente, questo non dovrebbe esistere nella società di oggi – le fa eco Oleksandra Maksymenko, EU Government Affairs Manager di Revolut.
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